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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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fece parte della compagnia fi no all’ultima stagione,<br />

1794–95. Ricoprì vari ruoli, da Caratterista Serio<br />

(1787–88, 1789–90), a Padre Serio (1788–89), a<br />

Primo Uomo (1790–91). Morto Francesco Paganini,<br />

nel 1795–96 la compagnia passò sotto la conduzione<br />

della vedova Anna, ma venne di fatto condotta<br />

da Pianca, suo socio. La compagnia era ancora attiva<br />

nel 1800, cfr. Giardi, pp. 213–219. La relazione fra<br />

Anna Paganini e Pietro Pianca non fu esclusivamente<br />

professionale: morto Francesco nel 1794, «Anna<br />

sposò in seconde nozze l’attore Pietro Pianca, milanese,<br />

già abile interprete nella compagnia, […] che<br />

l’affi ancò nel capocomicato» (M. Cambiaghi, La scena<br />

drammatica del Teatro alla Canobbiana in Milano<br />

(1779–1892), Roma, Bulzoni, 1996, p. 90). Si noti<br />

che, secondo A. Manzi, Clementino Vannetti tra i <strong>comici</strong>.<br />

L’origine di un sonetto celebre (Dalle «Memorie»<br />

inedite di A. Morrocchesi), in «Nuova Antologia», a.<br />

LXVI, fasc. 1414 (16 febbraio 1931), pp. 449–472:<br />

p. 453, la relazione tra Anna Paganini e Pietro Pianca<br />

era già iniziata quando ancora Francesco era in vita e<br />

a capo della compagnia. Egli scrive sulla scorta delle<br />

Memorie di Morrocchesi, che fu nella compagnia Paganini<br />

nel 1790. V. la biografi a di Anna Corona Paganini<br />

in queste <strong>Notizie</strong> (nota di Livia Cavaglieri). Sul<br />

repertorio “democratico” allestito dalla compagnia<br />

Paganini–Pianca al Teatro Zagnoni di Bologna nel<br />

gennaio 1798 (comprendente le traduzioni francesi<br />

Fénelon, Carlo IX, Le vittime del chiostro e l’Orso Ipato<br />

di Giovanni Pindemonte) v. In scena a Bologna. Il fondo<br />

Teatri e spettacoli nella Biblioteca dell’Archiginnasio<br />

di Bologna (1761–1864, 1882), a c. di P. Busi, con<br />

saggio storico e bibliografi a di M. Calore, Bologna,<br />

Comune di Bologna, 2004, pp. 25–26.<br />

4. Colomberti, Memorie, cit., p. 148, e Id., Dizionario<br />

biografi co, cit., p. 466, ricorda Pianca come maestro<br />

dell’Amoroso Giuseppe de Marini. Pianca morì<br />

all’inizio del XIX secolo a circa cinquant’anni.<br />

Giovanna Sparacello<br />

PIANIZZA GIUSEPPE Bolognese. Bravissimo<br />

Accademico recitante, che nella sua<br />

Patria si fece mirabilmente distinguere nella<br />

parte di prima Donna. Sotto le istruzioni del<br />

Francesco Bartoli – 363<br />

Signor Dottor Giuseppe Manfredi apprese<br />

l’arte di recitare con gran sentimento, e con<br />

una grazia che incantava, e rapiva gli applausi<br />

degli uditori. Era egli d’una fi gura gracile,<br />

con un viso geniale somigliante a quello<br />

d’una Donna, e spoglio quasi aff atto di barba.<br />

Era di capello biondo, ed aveva il portamento,<br />

e la voce femminile. Con tutte queste<br />

cose, che sì ben componevano in lui d’una<br />

vera Donna graziosa i pregi, egli compariva<br />

in Teatro abbigliato, e adorno nelle vesti, e<br />

nel capo, che se non fosse stato troppo noto<br />

alla Città, ognuno poteva facilmente crederlo<br />

di sesso diverso. Nella Zaira di Monsieur<br />

Voltaire, nella Perselide di Pier Jacopo Martelli,<br />

ed in altre Tragedie lasciò del suo modo<br />

di recitare un instruttivo esempio a tutti gli<br />

Accademici suoi compagni. Fatto poi uomo<br />

virile, passò a fare il Comico, ed insieme con<br />

Orazio Zecchi suo fi do amico, di cui parleremo,<br />

condusse una Compagnia formata<br />

tutta di giovani, e scorse la Marca Anconitana,<br />

Provincia in cui le Donne non possono<br />

presentarsi in Teatro, e fu molto gradito in<br />

varj paesi, facendovi una mediocre fortuna.<br />

Si pose fi nalmente a recitare da Innamorato,<br />

e passò a Napoli collo stesso Orazio a farsi<br />

sentire, e piacque. Esprimeva egli talvolta un<br />

ridicolo Personaggio per nome il Signor Pasquino,<br />

schizzinoso, ed aff ettato, ed era cosa<br />

assai piacevole il vederglielo rappresentare; e<br />

così pure dimostrava al vero un uomo oppresso<br />

dalla forza del vino privo di ragione,<br />

balbuziente, e mal reggentesi sulle gambe,<br />

cosa in vero molto ridicola. Giuseppe Pianizza<br />

era inclinatissimo ad altri esercizj, giocando<br />

al Bigliardo, e al pallone, e non ricusando<br />

mai qualsivoglia invito di tripudj, e<br />

stravizj, che venissegli fatto. I suoi disordini<br />

gli guastarono la salute, talché la sua debole<br />

complessione non potè resistere al loro peso.<br />

Da Napoli portossi a Bologna infermo, colla<br />

speranza di guarrire nella aria sua nativa. Ma<br />

tutte le cure de’ Medici riuscirono vane, e<br />

dovè soccombere a’ proprj malori dopo pochi<br />

mesi; e ciò fu nell’anno 1775.<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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