Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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216 – Giovanna Sparacello<br />
personale, quali appunto aveali la Falchi<br />
che quella parte rappresentava 3 . Dal Teatro<br />
detto Sant’Angelo passò col Marito a quello<br />
di San Luca, dove recitò sempre fi no a<br />
che lo stesso suo consorte da quella truppa<br />
alienossi 4 . Fu Moglie amorosa, e nelle stravaganti<br />
follie del Marito si mostrò molto<br />
pronta a procacciare ad esso gli opportuni<br />
soccorsi 5 . Tornato egli sul Teatro, ella non<br />
vi pose piede, ma si applicò con amore al<br />
buon governo della famiglia. Vive anch’oggi<br />
in vedovo stato con tutto ciò che lasciolle il<br />
Marito, e con qualche suo industrioso travaglio<br />
va conducendo lietamente i suoi giorni<br />
in Bologna 6 .<br />
Note<br />
1. Di questa famosa attrice goldoniana non è possibile<br />
risalire alla data di nascita né a quella di morte,<br />
che dovrebbe essere avvenuta verso la fi ne degli anni<br />
Ottanta del Settecento a Bologna. BIBLIOGRAFIA:<br />
Rasi, II, p. 857; A. Gentile, Carlo Goldoni e gli attori,<br />
Trieste, Libreria Cappelli, 1951, pp. 41–42, 66;<br />
Enc. Spett., IV, coll. 1798–1799; DBI, vol. 44, 1994,<br />
pp. 255–256 (R. Ascarelli).<br />
2. Per Goldoni interpreta il ruolo di Seconda Amorosa,<br />
con il nome di Eleonora, in commedie come Il<br />
Teatro comico, Il poeta fanatico, Il cavaliere di buon gusto,<br />
l’Incognita, L’avventuriere onorato, La donna volubile,<br />
I Pettegolezzi delle donne e Le donne curiose. Ne Il<br />
feudatario, invece, interpreta Giannetta, nella Locandiera<br />
è Deianira e ne Le donne gelose si fa Orsetta (cfr.<br />
Goldoni, voll. I–V; per tutte le commedie, tranne<br />
per il Teatro Comico, per cui v. i volumi dell’Edizione<br />
Nazionale).<br />
3. Tonino recita, descrivendo con concretezza la<br />
bellezza di Eleonora: «Ghe dirò: quando m’avessa da<br />
inamorar me piaserave una dona de statura ordenara,<br />
ma piùtosto magreta, perchè el tropo grasso me stomega.<br />
Avaria gusto che la fusse bruneta, perchè dise<br />
el proverbio: el bruno el bel non toglie, anzi accresce<br />
le voglie. Voria che la gh’avesse do bei rossi vivi<br />
sul viso, la fronte alta e spaziosa, la bocca ridente coi<br />
denti bianchi, e sora tuto do bei ochi negri, piccoli,<br />
e furbi. Una bella vita, un bel portamento, un vestir<br />
nobili e de bon gusto, che la parlasse presto e pulito,<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
e che sora tutto la fusse bona, sincera e aff abile, e de<br />
bon cuore» (C. Goldoni, Il poeta fanatico, a c. di M.<br />
Amato, Venezia, Marsilio, 1996). Nel Torquato Tasso<br />
è ricordata come «picciriella» (Torquato Tasso in Goldoni,<br />
V, p. 836, atto V, sc. 6 e 7).<br />
4. La presenza nella compagnia è documentata<br />
nell’Introduzione alle recite del 1753 (Goldoni, V,<br />
p. 3–12). Il passaggio dalla troupe di Medebach a<br />
quella del San Luca porta ad una riconsiderazione<br />
del ruolo della giovane Terza Donna che, dopo un<br />
periodo in cui veniva lasciata in secondo piano per<br />
poter sostituire la Prima Donna quando necessario,<br />
viene messa in risalto con la Locandiera (cfr. S. Mamone,<br />
Introduzione, a C. Goldoni, La Locandiera,<br />
a c. di S. Mamone e T. Megale, Venezia, Marsilio,<br />
2007, pp. 32–34). Goldoni, nell’Introduzione, le fa<br />
recitare una battuta in cui riassume la sua storia di<br />
attrice: «Son cinque anni che ho l’onore di servire<br />
questo popolo, esempio della bontà e della gentilezza.<br />
Anch’io in principio tremai, niente meno di voi,<br />
eppure con tutti quei difetti che aveva, e che non ho<br />
potuto correggere, sono stata benignamente soff erta;<br />
anch’io ho avuto le mie particine che mi hanno<br />
acquistato qualche compatimento. Ciascheduno più<br />
in un genere che nell’altro può comparire. Confesso<br />
non essere buona per certe parti troppo gravi, o<br />
troppo languenti, ma per un caratterino di mezzo<br />
m’ingegno anch’io. Il passar da un teatro piccolo ad<br />
un teatro maggiore certamente può recarmi un disavvantaggio,<br />
pure mi lusingo di essere tollerata, in grazia<br />
se non altro di quella bontà universale che tutti<br />
nel grado suo compatisce, essendo pregio particolare<br />
di questa sola città benefi ca non annoiarsi de’personaggi<br />
per il lungo vederli, ma sempre più compatirli,<br />
e renderli sempre più di un tale soggorno contenti<br />
(Introduzione per l’apertura del Teatro Comico, detto<br />
di San Luca, la sera de’7 Ottobre 1753, in Goldoni,<br />
V, pp. 5–6).<br />
5. Nel 1762 abbandona la scene per assistere il marito<br />
malato.<br />
6. La presenza in città è documentata dal 1782,<br />
mentre non è nota la data di morte, che dovrebbe<br />
situarsi, però, qualche anno più tardi (cfr. Rasi, cit.,<br />
p. 856).<br />
Flavia Crisanti