Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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Camerani, e tutti in società formarono una<br />
Compagnia. Aff ezionatosi il Majani al Perelli,<br />
diedegli moltissime istruzioni, per le<br />
quali di buon proposito potè internarsi nella<br />
conoscenza de’ scenici lazzi, ed apprendere<br />
l’arte diffi cile di giocare quella maschera con<br />
qualche vivezza, e con aggradimento degli<br />
spettatori. Il Rinomatissimo Truff aldino<br />
Antonio Sacco prese Perelli nella sua Compagnia<br />
l’anno 1776. e volle che in suo luogo<br />
andasse egli a Mantova a dar principio alle<br />
recite di quella Primavera. V’andò il Perelli,<br />
e fu in Mantova lodato. Nel vedere poi continuamente<br />
tutto quell’anno travagliare quel<br />
bravo Comico, Perelli potè da lui apprendere<br />
la norma, onde perfezionarsi nell’arte sua, e<br />
si fece un pregio di chiamarsi suo discepolo,<br />
credendo fra la Comica gloria d’aver molto<br />
acquistato col vanto di poter dirsi allievo<br />
d’un sì rinomato Maestro. Qui principiò la<br />
sorte a favorire questo Giovane Comico, al<br />
quale per lettere Pietro Rossi fece intendere<br />
che avrebbegli data in consorte l’Anna sua<br />
fi glia, quando si fosse disposto di passare la<br />
primavera vegnente nella di lui Compagnia.<br />
Il Perelli conoscendo essere ciò per esso un<br />
incominciamento di buona fortuna, convenne<br />
con Rossi nel trattato del maritaggio<br />
colla fi glia, e senza aver fatto all’amore con<br />
essa, e benchè fossero sette anni che egli<br />
non aveva veduta quella fanciulla, portossi<br />
in Gorizia a sposarla sul fi nire del Carnevale<br />
1777. Tutto quell’anno stette unito al<br />
suocero, e nella successiva Quaresima, questi<br />
alienandosi dall’arte, rinunziò al Genero<br />
il peso di condurre la Compagnia. Il Perelli<br />
essendo molto idoneo a sostenere un tale<br />
incarco, non solo si contentò de’ capitali<br />
lasciatigli dal Rossi, ma egli medesimo altri<br />
facendosene, incominciò per quel primo<br />
anno a scorrere la Toscana, conducendo la<br />
sua Compagnia a Livorno, a Pisa, e a Lucca,<br />
e passando il Carnevale del 1779. nel nuovo<br />
Pubblico Teatro di Bologna. Acquistossi e<br />
colla sua abilità, e colla sua buona direzione<br />
un concetto favorevole, gli furono concesse<br />
Francesco Bartoli – 361<br />
sempre delle piazze profi ttevoli come Verona,<br />
Mantova, Vicenza, Parma, Trento;<br />
ed osò trasferirsi fi no in Inspruch, la qual<br />
Piazza gli fu di poco vantaggio, a motivo<br />
d’avere egli dovuto sospendere le sue Recite<br />
per la seguita morte della Maestà di Maria<br />
Teresa Regina d’Ungaria ec. In mezzo però<br />
a tali emergenti non curando i disagi d’un<br />
lungo viaggio di Terra, e di Mare, portossi<br />
pel Carnevale a Pesaro, dove fu ben accolto,<br />
e quindi tornando a Bologna, e poscia<br />
a Piacenza, a Trieste, e Padova, ha fi n qui<br />
fatto conoscere, esser egli un Uomo intraprendente,<br />
promettendo con questi ardui<br />
principi di voler più oltre distendere i propri<br />
disegni, presentandosegli anch’oggi varie<br />
occasioni di trasferirsi in lontane parti a tentare<br />
maggiormente nuovi vantaggi, ed una<br />
più sollevata fortuna. È il Perelli un Comico<br />
pronto nelle risposte, lepido ne’ sali, arguto<br />
insieme, e frizzante. È ben veduto in sulle<br />
Scene, ed applaudito; e da particolari nobili<br />
Personaggi favorito, e protetto. È Uomo<br />
d’Onore, integerrimo, e zelante. Provede a’<br />
suoi interessi, ed a quelli de’ suoi Compagni<br />
con molta premura. Ha poste in Teatro alcune<br />
Rappresentazioni favolose del Signor<br />
Conte Gozzi, che furono per l’addietro un<br />
solo pregio della Compagnia d’Antonio<br />
Sacco; ed egli medesimo n’ha inventate, e<br />
dirette le tanto diffi cili trasformazioni. Io<br />
sono stato cinque anni al suo fi anco, e s’egli<br />
deve a me qualche gratitudine per l’opera<br />
della mia penna a’ servigi della sua Compagnia<br />
debolmente adoprata, io debbo a lui<br />
molte obbligazioni per essermi stato sempre<br />
un utile amico, ed un buono, e leale Compagno;<br />
e se oggi da lui mi distacco n’è solo<br />
motivo la mia risoluzione d’abbandonare<br />
l’arte del Teatro, e d’appigliarmi ad altro più<br />
quieto, e più riposato impiego. Viva pur egli<br />
in buona pace accanto alla sua degna Consorte,<br />
dia ad ambidue il Dator d’ogni bene<br />
la più tranquilla felicità, e quell’aumento di<br />
fortuna, che a me medesimo desiderare potrei.<br />
Possa egli vedere la di lui Prole cresciuta<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano