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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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4. Si intenda Onofrio Paganini (e si veda la relativa<br />

voce di Bartoli).<br />

5. Dopo la separazione da Maria Grandi, Bazzigotti<br />

condusse compagnia molti anni in Lombardia, «quasi<br />

sempre vagando con poca fortuna» (s. v. Bazzigotti<br />

Vincenzo in queste <strong>Notizie</strong>).<br />

6. Bazzigotti morì a Parma nel 1775 (ibidem). Già<br />

nel carnevale 1774–1775 Rosa Brambilla, assieme al<br />

marito, compare in un’altra compagnia, ossia in quella<br />

di Marco Fiorio, che in quella stagione recitava a<br />

Verona (Giardi, p. 158).<br />

7. La compagnia si costituì nel 1775–1776: dallo<br />

spoglio dell’Indice de teatrali spettacoli (in Giardi,<br />

pp. 120–121) possiamo risalire agli organici e ai giri<br />

della Compagnia Antonio Brambilla nel 1775–1776<br />

e nel 1778–1779 (in quest’anno comico Brambilla<br />

era unito ad Alessandro Gnochis). Rosa compare in<br />

organico nel 1778–1779 come capolista dell’elenco<br />

delle donne, quindi implicitamente come Prima<br />

Donna. Nella compagnia era scritturata anche la madre,<br />

Maria.<br />

8. Qui, nel 1782, accettò il ruolo di Servetta (Enc.<br />

Spett., cit.). Era con lei Giuseppe Dardanelli, come ci<br />

informa Bartoli nella voce a quest’ultimo dedicata.<br />

9. A integrazione di quanto scrive Bartoli, si può<br />

aggiungere che nel primo decennio del XIX secolo<br />

Rosa Brambilla passò a ricoprire il ruolo di Madre.<br />

La troviamo infatti impiegata in tale ruolo nel marzo<br />

1808 nella compagnia di Bortolo Zuccato e nel<br />

maggio 1809 nella compagnia Soardi e Pin–Cristiani,<br />

entrambe di scena a Pisa, al teatro dell’Accademia dei<br />

Costanti (Aliverti, cit., pp. 205–208 e 220–221). In<br />

entrambi i casi non è presente nell’elenco il marito.<br />

Del resto, già nella primavera 1794 a Trieste, Antonio<br />

Brambilla era stato Arlecchino nella compagnia<br />

di Gaetano Fiorio (C. L. Curiel, cit., p. 283), senza<br />

che in tale occasione Rosa fosse citata: potrebbe<br />

trattarsi di una svista o forse del segnale che i due<br />

coniugi avevessero smesso di recitare nella medesima<br />

compagine.<br />

Livia Cavaglieri<br />

BRANCACCIO FLAMINIO. Comico Napolitano<br />

1 , che nel 1636. scrisse, e recitò un<br />

Francesco Bartoli – 139<br />

Prologo nella Commedia intitolata; La Flaminia,<br />

composta da Ottavio d’Isa di Capua 2 ,<br />

e pubblicata in Napoli insieme con esso Prologo<br />

nell’anno suddetto.<br />

Note<br />

1. Croce cita un Giulio Cesare Brancaccio, attore<br />

dilettante appartenente all’aristocrazia cittadina. BI-<br />

BLIOGRAFIA: Rasi, I, pp. 504; B. Croce, I teatri<br />

di Napoli, a c. di G. Galasso, Milano, Adelphi, 1992,<br />

p. 35 (1° ed. Napoli, Luigi Pierro, 1891).<br />

2. Si tratta di D’Isa Francesco, sacerdote vissuto nel<br />

regno di Napoli nel Seicento, che pubblicò le sue cinque<br />

commedie con il nome del fratello Ottavio. Imitatore<br />

del teatro classicheggiante, seguì l’esempio del<br />

Della Porta nell’ideare trame avventurose e complesse.<br />

Scrisse La Fortunia (Napoli, 1610), Alvida (Napoli,<br />

1616), La Ginevra (Napoli, 1622) e Il Malmarito<br />

(Napoli, 1633), rifacimento della Clizia. La Flaminia<br />

(Viterbo, 1621) venne rappresentata a Capua nel<br />

1633 e più tardi nel Palazzo Reale di Napoli, con il<br />

prologo scritto e recitato da Flaminio Brancaccio. Cfr.<br />

Enc. Spett., IV, col. 756.<br />

Giovanna Sparacello<br />

BRANDI GIROLAMO Vicentino. Nacque<br />

da una civilissima Famiglia, chiamata del<br />

Carcano, e non del cognome de’ Brandi, con<br />

il quale fra’ Comici fece sempre chiamarsi.<br />

Soff erendo da’ suoi Parenti la privazione de’<br />

proprj averi non senza qualche ingiustizia,<br />

pensò di riparare ai ricevuti danni, dandosi<br />

all’Arte Comica, onde ritrarne da essa un<br />

onesto mantenimento. Guidò il Brandi una<br />

Compagnia vagante per alcuni anni, nella<br />

quale sostenne il carattere di primo Innamorato.<br />

Dopo passò a Venezia nel 1772.<br />

con il Capo Comico Girolamo Medebach;<br />

impiegandosi solamente ne’ caratteri gravi<br />

di Padri, e di Tiranni, ed anche talvolta in<br />

qualche parte faceta; ed in tutto riusciva a<br />

meraviglia, acquistandosi molto concetto<br />

sulle Venete Scene, e in altre parti. Con fama<br />

d’ottimo, ed intelligente Attore per otto anni<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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