Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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90 – Giovanna Sparacello<br />
Venezia (dove pure la pubblica); nel 1631 a Roma e<br />
nel 1638 a Napoli, con l’attore e amico Fidenzi, già<br />
dei Confi denti. Nel 1605 ha il primo fi glio, Vittorio<br />
Bernardino, e di seguito una fi glia; dopo di che,<br />
rimasto subito vedovo, nel 1607, si dedica al futuro<br />
dei fi gli, tentando più volte di avviarli a vita religiosa.<br />
È signifi cativo come proprio la sua professione di attore<br />
lo osteggi in questo proposito: nel 1619 il fi glio<br />
è rifi utato nonostante una raccomandazione medicea;<br />
le sue richieste hanno fi nalmente esito nel 1625.<br />
Egli stesso, secondo la tradizione (come in seguito un<br />
altro moralizzatore del teatro, Riccoboni), è tentato<br />
dalla vita monacale, ma distolto dai suoi compagni.<br />
Si concorda che la morte di Barbieri avvenga a Modena<br />
nel 1641. BIBLIOGRAFIA: fra i contributi<br />
storici si ricordano D. Ottonelli, Della Christiana<br />
moderatione del theatro, ricordo primo, detto la qualità<br />
della commedia..., Firenze, 1646, passim; L. Allacci,<br />
Drammaturgia, Roma, Mascardi, 1666, p. 179;<br />
L. Riccoboni, Histoire du théâtre italien depuis la<br />
décadence de la comédie latine..., Paris, Delormel,<br />
1728, pp. 57, 58; L. Moland, Molière et la comédie<br />
italienne, Paris, Didier, 1867, pp. 145–160; A. Bartoli,<br />
pp. CXLIII, 91–101; Rasi, I, pp. 265–272; E.<br />
Rigal, Molière, Paris, Hachette, 1908, I, pp. 56–83;<br />
E. Re, La tradizione comica dell’Imprudente (Barbieri–<br />
Goldoni), in «Rivista Teatrale Italiana», VIII, 1910,<br />
pp. 65–71; P. G. Stroppa, Comici dell’arte vercellesi,<br />
«Archivio della Società Vercellese di Storia e d’Arte»,<br />
III, 1911, p. 463 (che riproduce integralmente la biografi<br />
a manoscritta in C. A. Bellini, Compendio delle<br />
vite degli uomini, e donne illustri della città di Vercelli,<br />
fasc. 41); Enc. Spett., I, coll. 1480–1481; più recenti<br />
sono le note biobibliografi che in margine alle edizioni<br />
moderne de L’inavertito, rispettivamente a c. di L.<br />
Falavolti e S. Ferrone (v. qui oltre, la nota relativa);<br />
in C. Molinari, La commedia dell’arte, scelta e introduzione<br />
di C. Molinari, apparati di R. Guardenti,<br />
Roma, Istituto Poligrafi co e Zecca dello Stato, 1999,<br />
pp. 1095–1097; DBI, vol. 6, 1964, pp. 237–238 (A.<br />
Zapperi); un saggio in tre parti di E. Treves, Niccolò<br />
Barbieri detto il Beltrame comico del secolo XVII (di cui<br />
due già uscite in «Archivio della Società Vercellese di<br />
Storia e d’Arte», V, marzo 1913, 3, pp. 708–715 e<br />
VI, marzo 1914, 3, pp. 99–118 e destinate forse ad<br />
essere il nucleo di una prima biografi a di Barbieri) è<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
oggi raccolto in Id., Niccolò Barbieri detto il Beltrame<br />
comico del secolo XVII. Saggi dispersi e inediti, a c. di<br />
G. Baldissone, Novara, Interlinea, 1999; a Giuseppina<br />
Baldissone si devono ancora Niccolò Barbieri e<br />
la Commedia dell’Arte («Proteo. Quaderni del Centro<br />
Interuniversitario di Teoria e Storia dei generi letterari»,<br />
III, 1997, n. 2) e Niccolò Barbieri teorico e comico<br />
dell’Arte: un palinsesto europeo dal Seicento all’Ottocento<br />
(«Franco Italica», n. s. [2001], nn. 19–20, pp. 207–<br />
40), oltre che la più articolata edizione moderna de<br />
L’inavertito (v. qui oltre); le ultime scoperte biografi -<br />
che si devono infi ne alla pubblicazione delle lettere in<br />
Comici dell’arte. Corrispondenze: G. B. Andreini, N.<br />
Barbieri, P. M. Cecchini, S. Fiorillo, T. Martinelli, F.<br />
Scala, edizione diretta da S. Ferrone; a c. di Claudia<br />
Burattelli, Domenica Landolfi , Anna Zinanni, Firenze,<br />
Le Lettere, 1993, 2 voll. (I, pp. 171–187; e II,<br />
33–37; a c. di C. Burattelli).<br />
2. La maschera di Beltrame perderà in seguito questi<br />
tratti positivi di pater familias, quando nei due secoli<br />
successivi verrà adottata come maschera dal carnevale<br />
milanese: Beltramm de Gaggian (da Gaggiano, borgata<br />
della bassa milanese) o anche de la Gippa, per via della<br />
casacca, diventerà un contadino sciocco e fanfarone<br />
e genererà derivati come la corrispettiva femminile<br />
Beltramina o l’ottocentesco Beltramino, non a caso<br />
sostenuto anche da Gigi Moncalvo fi no alla creazione<br />
di Meneghino, suo successore uffi ciale. Folklore<br />
a parte, nonostante le biografi e riprendano spesso lo<br />
stereotipo di un tipo precedente, sembra che Barbieri<br />
ne sia l’eff ettivo creatore: l’attore stesso ne dà un ritratto<br />
nel 1634 nel frontespizio de La supplica (v. qui<br />
oltre); L. Riccoboni, ne l’Histoire du Th éâtre Italien,<br />
lo immortala fra i diciotto tipi fi ssi più importanti, già<br />
a partire dall’edizione illustrata del 1730 (Paris, André<br />
Cailleau; il ritratto è di Charles–Antoine Coypel)<br />
e Sand (II, pp. 218–225) lo segue, sia nel ritratto che<br />
nel giudizio: «son habit n’est pas extraordinaire, et je<br />
crois que c’est un habit du temps, ou de peu devant.<br />
Il a un masque, et c’est le même que celui de Scapin.<br />
Beltrame, qui était Milanais, voulant parler la langue<br />
de son pays, en portait l’habit aussi».<br />
3. Secondo Ottonelli (V, p. 315), Barbieri non si<br />
fece mai capocomico: Adolfo Bartoli (cit., p. CXLIII)<br />
riferisce questa aff ermazione al periodo francese, fra il<br />
1625 e il 1628; forse più semplicemente qui Bartoli