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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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164 – Giovanna Sparacello<br />

grande abilità per la Comica; ma essendo, come dissi<br />

nel Tomo XI, la ben veduta e la prediletta dell’Imer,<br />

la rese utile e quasi necessaria al Teatro, facendola cantare<br />

e istruendola negl’Intermezzi. Ella ne sapeva di<br />

musica quanto il suo Maestro; anzi, meno pronta di<br />

lui, stuonava ed andava fuori di tempo con maggiore<br />

facilità: ma piace facilmente una bella e giovane,<br />

e tutto le si passa, in grazia di que’vezzi e di quella<br />

freschezza, che incantano gli Spettatori. Negl’Intermezzi,<br />

principalmente, facile è la riuscita, se la parte è<br />

allegra e graziosa; onde la Zanetta piaceva: e siccome<br />

avevo io composta la Pupilla per lei, ed aveva colto<br />

assai bene nella sua abilità principale, ch’era di una<br />

scaltra malizia, coperta da una studiata modestia, riuscì<br />

ella in questo mirabilmente». Più edulcorato il<br />

ricordo nei Mémoires: «Il [Imer] avoit deux Actrices<br />

dans cette Troupe pour les Intermedes; l’une étoit<br />

une veuve très jolie et très habile, appellée Zanetta<br />

Casanova, qui jouoit les jeunes amoureuses dans la<br />

Comédie». Sebbene non conoscesse la musica, la Casanova<br />

aveva «du goût, l’oreille juste, l’execution parfaite»<br />

(Mémoires, I, XXXV in Goldoni, I, p. 158).<br />

Nella Pupilla, intermezzo in tre atti rappresentato<br />

insieme al Bellisario, Goldoni si prendeva giocò della<br />

relazione tempestosa fra la Casanova e Imer. La<br />

Casanova recitò inoltre nella Birba come Cecchina.<br />

Recentissima è la pubblicazione degli intermezzi goldoniani<br />

nell’Edizione Nazionale delle Opere di Carlo<br />

Goldoni: C. Goldoni, Intermezzi e farsette per musica,<br />

a c. di A. Vencato, introduzione di G. G. Stiff oni,<br />

Venezia, Marsilio, 2008.<br />

3. Nel 1735 la Casanova, scritturata da Pietro Mira<br />

per conto dell’imperatrice di Russia Anna Ioannovna,<br />

partì per Sanpietroburgo. Vi restò fi no al 1737 e<br />

nel 1738 partì per Dresda, scritturata come Seconda<br />

Donna nella compagnia organizzata e diretta da<br />

Andrea Bertoldi su incarico di Augusto III elettore<br />

di Sassonia e Re di Polonia. Debuttò a Pillnitz in La<br />

maggior gloria d’un grande è vincer se stesso ossia L’invidia<br />

alla corte, rappresentato il 12 maggio. Partecipò<br />

agli spettacoli più importanti allestiti dalla compagnia<br />

italiana: fu Rosaura in Amor non ha riguardi (carnevale<br />

1749) e Erinice nella Zoroastre di L. de Cahusac,<br />

tradotta dal fi glio Giacomo (per ulteriori dettagli su<br />

questa rappresentazione v. alla voce Falchi Giuseppe in<br />

queste <strong>Notizie</strong>). Nel carnevale del 1755 aveva preso<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

il posto della Bastona come Prima Donna ma l’anno<br />

successivo cedette il ruolo a Teresa Gandini. Partecipò<br />

all’ultimo allestimento della compagnia, quello de<br />

La vedova scaltra di Goldoni (26 febbraio 1756). Fu<br />

erroneamente considerata l’autrice del dramma per<br />

musica Le contese di Mestre e Malghera per il trono, da<br />

lei interpretato negli anni Trenta a Venezia e poi rappresentato<br />

nel 1748 a Varsavia (cfr. Ferrazzi, cit.). In<br />

una panoramica della compagnia apparsa a Stoccarda<br />

nel 1750 viene descritta come una donna invecchiata<br />

e imbruttita, ancora impegnata nelle parti di Prima<br />

Amorosa (Rasi, cit.). Quando la guerra dei sette anni<br />

interruppe ogni attività, riparò a Praga e poi tornò a<br />

Dresda dove visse fi no alla morte con una pensione<br />

reale. Sul periodo passato presso la corte dell’elettore<br />

di Sassonia v. Ascarelli, cit., che riporta in traduzione<br />

passi di F. A. ö Byrn, Giovanna Casanova und die<br />

Comici <strong>italiani</strong> am polnischsächsischen Hofe, in Neues<br />

Archiv für saechsische Geschichte, I, 1880, pp. 289–<br />

314 (M. Klimowicz–W. Roszkowska, cit., p. 101,<br />

indicano anche la versione italiana Giovanna Casanova<br />

e i <strong>comici</strong> <strong>italiani</strong> alla corte di Polonia e Sassonia,<br />

trad. T. Sormani). La partenza della Casanova dalla<br />

compagnia venne ricordata da Goldoni nella prefazione<br />

al tomo XIV dell’edizione Pasquali (Goldoni,<br />

I, p. 723) e nei Mémoires, I, XXXVII (Goldoni, I,<br />

p. 167), da cui è tratta la seguente citazione: «Mais la<br />

perte la plus considérable que la compagnie venoit de<br />

faire, c’étoit celle de la veuve Casanova, qui, malgré sa<br />

liaison avec le Directeur, s’étoit engagée au service du<br />

Roi de Pologne». Fu sostituita, per il canto, da Elisabetta<br />

d’Affl isio, detta la Passalacqua, e per i ruoli da<br />

Amorosa, da Antonia Ferramonti.<br />

4. Rasi, a cui si rifà la bibliografi a successiva, rettifi ca<br />

la data proposta da Bartoli: l’attrice morì il 29 novembre<br />

1776.<br />

Giovanna Sparacello<br />

CASANOVA IGNAZIO Bolognese 1 , nato<br />

da illustri Parenti celebri nel Foro, e nelle<br />

Cattedre della sua Patria, come non meno ne’<br />

gradi eccelsi di Religioni claustrali antichissime,<br />

ed insigni. Incamminato per la via degli<br />

studj, non senza un vantaggioso profi tto,

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