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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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3. Carlo Gozzi, che lo defi nisce «valente comico<br />

della Compagnia medesima, e utilissimo Attore […]<br />

buon’uomo, e semplice» (Gozzi, Memorie inutili,<br />

t. II, II, XVII, pp. 514–515), narra del raggiro subito<br />

dal comico per opera di Carlo Coralli. Quest’ultimo,<br />

licenziato da Antonio Sacchi per motivi economici<br />

(secondo Coralli invece il motivo sotteso al gesto del<br />

capocomico era la gelosia nei suoi confronti per l’assidua<br />

frequentazione con Teodora Ricci–tesi che anche<br />

il Gozzi delle Memorie inutili sembra condividere–)<br />

mente a Barsanti avvertendolo che Sacchi intende<br />

congedarlo e lo incita ad anticiparlo, per evitare che il<br />

licenziamento possa procurargli scarso credito presso<br />

le altre compagnie. Domenico segue il consiglio ma<br />

il capocomico, stupito delle dimissioni, ne chiede il<br />

motivo e, avendo capito il raggiro operato dal Coralli,<br />

invita l’attore a narrare i fatti al conte Gozzi; l’episodio<br />

si conclude positivamente e Barsanti rimane nella<br />

compagnia.<br />

4. Madre di Cristoforo e Giovanni Merli. Racconta<br />

il Colomberti a completamento delle notizie di Bartoli:<br />

«Dopo quella del Sacco, passò nella Compagnia<br />

formata dal grand’artista Petronio Zanarini e quindi<br />

con quella del Fiorilli e del Pellandi e cessò di vivere<br />

in Venezia al principio di questo secolo, all’età di<br />

65 anni, da qualche tempo ritirato dalle scene con la<br />

sua famiglia», cit. p. 111.<br />

Giulietta Bazoli<br />

BARTOLI FRANCESCO. Sembrerà strano<br />

a taluno, che di me stesso parlando in queste<br />

notizie, cerchi in mezzo degli altri Comici<br />

d’avere anch’io un luogo onorato, onde stabilire<br />

una riputazione al mio nome pari a quella<br />

di tanti in questa Opera mia degnamente<br />

encomiati. Qual io mi sia nella Comica Professione<br />

non so ben dirlo, e lascierò ch’altri il<br />

dica, non essendo mio pensiero di farmi conoscere<br />

per valente Commediante allorché<br />

forse i miei demeriti nell’Arte del Teatro potrebbero<br />

distruggere quella vantaggiosa opinione,<br />

che di me medesimo cercassi d’insinuare<br />

nella mente dei Leggitori. Non sono sì<br />

stolido, nè immodesto di voler tessermi male<br />

Francesco Bartoli – 95<br />

a proposito un panegirico, che diverebbe<br />

con mio discapito un biasimo in vece di una<br />

lode. Parlando di me, intendo solo di lasciare<br />

in queste Istoriche <strong>Notizie</strong> una memoria a’<br />

posteri della mia buona volontà d’imparare<br />

a non essere aff atto inutile al Mondo, e di<br />

far conoscere chiaramente che giammai non<br />

istetti ozioso, e che dell’ozio fui anzi interamente<br />

nemico. Molti Scrittori lasciarono di<br />

lor medesimi la vita difusamente dalla propria<br />

penna compilata; e specialmente Giorgio<br />

Vasari colle Vite insieme degli Artefi ci<br />

del disegno lasciò la sua 1 , e non mancarongli<br />

seguaci in tale risoluzione, poiché dopo la<br />

di lui morte molti altri fecero lo stesso; ed<br />

anche Giovanni Pietro Zanotti nella Storia<br />

dell’Accademia Clementina compilò le sue<br />

proprie notizie, che si leggono con piacere,<br />

da chi sa, e da chi intende, che l’unica mercede<br />

d’uno Scrittore si è la durevolezza della<br />

propria memoria 2 . Dietro le traccie d’Uomini<br />

così dotti se anch’io lasciar voglio delle<br />

mie operazioni la ricordanza, lo faccio solo<br />

per non mancare al buon ordine di questo<br />

Libro, il quale come Comico fra’ Comici era<br />

pur giusto che si ragionasse, e senza punto<br />

temere della maldicenza i velenosi detti, nè<br />

le derisioni degli sciocchi darò principio in<br />

questo modo a parlar di me stesso. Furono<br />

miei Genitori Severino Bartoli, e Maddalena<br />

Boari,<br />

Povera in vero, ma onorata Gente 3 .<br />

Nacqui la notte delli 2 Dicembre l’anno del<br />

1745 4 . Fui battezzato co’ nomi di Francesco<br />

Saverio in onore della Festività di quel<br />

Santo, che alla mia nascita succedeva. Fui<br />

allevato, ed educato dalla mia propria Madre,<br />

la ricordanza delle cui morali virtù sarà<br />

sempre tenerissima al mio cuore. La Maria<br />

Fabri mi fu Maestra nell’insegnarmi a leggere,<br />

e Giovanni Battista Tinti mi addestrò a<br />

tenere in mano la penna. Passai alle Scuole<br />

Pie in età d’anni sette; e null’altro v’appresi<br />

che l’aritmetica per il corso di quattro anni,<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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