Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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190 – Giovanna Sparacello<br />
Anzi la perderebbe in fatti, e in detti<br />
Con voi degli Orator l’Archimandrita.<br />
E direbbe, leccandosi le dita,<br />
Questi dell’Alma mia sono i confetti.<br />
Ma che stò a dir! Qualor voi favellate<br />
D’Orfeo mi pare il suon sentire allora,<br />
Che le Fiere traea quasi incantate.<br />
Ma questo è poco; perchè Orfeo talora<br />
Tirò le bestie, e voi non sol tirate,<br />
Ma fate Poetar le bestie ancora.<br />
Note<br />
1. Il problema dell’identifi cazione di Eularia Coris<br />
con Orsola Coris, attrice di cui restano alcune lettere<br />
al Duca di Mantova datate 1658, è stato sollevato<br />
da Rasi, che propendeva per una risposta aff ermativa.<br />
Enc. Spett. respinse tale ipotesi perché le lettere di Orsola<br />
non fanno alcun riferimento al presunto nome<br />
d’arte d’Eularia. Sulla base di nuovi documenti, Stefania<br />
Monaldini aff erma che Eularia Coris è la comica<br />
Orsola Cortesi, poi Biancolelli, chiamata Coris<br />
dal nome del secondo marito della madre, Bernardino,<br />
noto come Silvio. La madre, Barbara Minuti (in<br />
arte Florinda), recitava con il marito nelle compagnie<br />
al servizio dei duchi di Mantova e di Modena. Per<br />
un profi lo biobibliografi co di Eularia Coris rimandiamo<br />
alla voce Biancolelli Orsola in queste <strong>Notizie</strong>.<br />
BIBLIOGRAFIA: Rasi, II, pp. 696–702; Enc. Spett.,<br />
III, col. 1453; S. Monaldini, Arlecchino fi glio di Pulcinella<br />
e di Colombina: note sulla famiglia Biancolelli,<br />
tra Bologna e Parigi. «L’archiginnasio», XCI, 1996,<br />
pp. 118–161.<br />
2. G. B. Andreini, La Maddalena lasciva e penitente,<br />
Milano, G. B. e G. C. Malatesti Stampatori, [1652].<br />
Si v. l’edizione critica a c. di R. Palmieri, Bari, Palomar,<br />
2006.<br />
3. Paolo Abriani (Vicenza 1607–Venezia 1699), poeta<br />
marinista, interessa particolarmente per le traduzioni<br />
delle Odi di Orazio e della Farsaglia di Lucano.<br />
Lasciò un volume di Poesie, Venezia, Francesco Valvasense,<br />
1663. Cfr. Dizionario della letteratura italiana:<br />
gli autori, i movimenti, le opere, a c. di E. Bonora, Milano,<br />
Rizzoli, 1977, vol. I; V. Caputo, I poeti <strong>italiani</strong><br />
dall’antichità ad oggi, Milano, Gastaldi, 1960.<br />
Giovanna Sparacello<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
CORONA PAGANINI ANNA 1 . Sortì dalla<br />
natura i più bei doni, che mai potesse avere<br />
una giovane Attrice. Una bella, e graziosa<br />
fi gura 2 , una voce fl essibile, e dolce, una pronunzia<br />
assai retta 3 , un gesto nobilmente naturale,<br />
e un portamento spirante tutto brio,<br />
sono i bei vanti suoi. Ciò, che poi fornisce i<br />
di lei meriti è un intelligenza piena d’acume,<br />
l’investirsi al vero delle passioni, e l’esprimere<br />
con grazia, e nobiltà vivamente tutte le cose,<br />
che rappresenta. Nelle Commedie all’improvviso<br />
fa valere il suo spirito, e parla con eleganza,<br />
con facondia, e la sua rettorica potrebbe<br />
riputarsi studiata, quando non si sapesse che<br />
ella crea i suoi concetti in quel momento<br />
appunto che gli escono dalla bocca. L’Anna<br />
Corona fu in Lisbona con Onofrio Paganini<br />
4 unitamente con la Chiara di lei Madre 5 ,<br />
già Comica anch’essa. In quella città divenne<br />
Sposa di Francesco 6 , fi glio di quel Capo Comico,<br />
il quale dopo la morte del Padre guida<br />
con pari riputazione la di lui Compa gnia. È<br />
l’Anna Corona fornita di tutte quelle grazie,<br />
che sono necessarie ad una Comica di gran<br />
merito. I suoi virtuosi talenti sono stimabili<br />
presso tutti quelli che l’hanno sentita, ed<br />
ammirata. Ebbe molte lodi da varj Poetici ingegni;<br />
ed il Sonetto, che segue farà una prova<br />
non dubbia dell’inimitabile valor suo 7 .<br />
A1 Merito impareggiabile della signora Anna Corona<br />
Paganini, che nel Carnovale dell’anno 1777.<br />
recita in carattere di prima Comica in Genova nel<br />
Teatro delle Vigne 8 con universale applauso.<br />
Qual altra mai sulle notturne Scene<br />
Poteo cangiar così diversi aspetti,<br />
Pinger dell’Alma i violenti aff etti,<br />
Quale un tempo già fea la saggia Atene?<br />
Tu fra le genti di stupor ripiene,<br />
Movi così gli sguardi, i gesti, e i detti,<br />
Che svegli a tuo piacer ne’ nostri petti<br />
Sdegno, amor, duol, pietà, timore, e spene.<br />
Quindi il tuo nome dell’invidia a scorno<br />
Fa la sincera fama a te rivolta,<br />
Nel pien Teatro risuonar d’intorno.