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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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412 – Giovanna Sparacello<br />

farse (per l’analisi della commedia si veda P. Vescovo,<br />

Il repertorio e la «morte dei sorzi». La compagnia di<br />

Antonio Sacchi alla prova, in Carlo Gozzi entre dramaturgie<br />

de l’auteur et dramaturgie de l’acteur: un carrefour<br />

artistique européen, atti del Convegno di studi,<br />

Università Paris–Sorbonne, 23–25 novembre 2006,<br />

a c. di A. Fabiano, «Problemi di critica goldoniana»,<br />

numero speciale, XIII, 2007, pp. 141–153), in cui,<br />

durante uno scambio di battute con «Atanagio», il<br />

capocomico esprime la necessità che la propria compagnia<br />

si eserciti anche nelle opere serie: «Sacchi: E<br />

mi son persuaso che ghe sia bisogno de romper sto<br />

giazzo, de sfadigarse e de procurar a poco alla volta de<br />

entrar in grazia del pubblico anca colle cose serie per<br />

tegnir in decoro el teatro e la compagnia» (Biblioteca<br />

Nazionale Marciana di Venezia, Fondo Gozzi, 9.4, Le<br />

Convulsioni o sia Il Contratempo. Introduzione a due<br />

farse, c. 2r). Per la storia della scoperta del fondo e per<br />

il suo regesto si vedano rispettivamente F. Soldini, Il<br />

Fondo Gozzi alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia,<br />

in «Problemi di critica goldoniana», XII, 2005,<br />

pp. 119–134 e Carlo Gozzi, 1720–1806, Stravaganze<br />

sceniche, letterarie battaglie, a c. di F. Soldini, Venezia,<br />

Marsilio, 2006.<br />

15. In questo senso è importante il ritrovamento<br />

di una nota presente nella commedia Off ender colla<br />

fi nezza: essa infatti risulta essere una «commedia<br />

spagnola di don Girolamo di Viglayzan tradotta in<br />

italiano dal sig.r Antonio Sacchi righe quaranta una, e<br />

mezza, ed il resto da Luigi Benedetti 19 marzo 1773»<br />

(Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, Fondo<br />

Gozzi, 9.10, c. 9r).<br />

16. D’altronde era un’impresa diffi cile eguagliare<br />

Sacchi, sia per prestanza fi sica sia per capacità oratoria,<br />

come Casanova ammette: «Nessun altro Arlecchino<br />

riuscì fi nora ad imitare le diff erenti posture con<br />

le quali tiene il suo corpo quando rappresenta: sono<br />

attitudini scomposte con simmetria, sciocche con<br />

ispirito, grossolane con grazia e sempre bizzarre ad<br />

analoghe sempre all’attuale situazione in cui la cosa<br />

che tratta dee porre l’animo suo […] i più cattivi Arlecchini<br />

[…] sono quelli che vogliono imitarlo […]<br />

egli ha poi l’arte unica ed inimitabile d’attirar seco gli<br />

uditori medesimi negli imbrogli di narrazioni nelle<br />

quali si ingolfa e si immerge con facetissimi imbarazzi<br />

d’elocuzione intricata che intraprende sempre ardito,<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

e ne’ quali sembra imboscato a non poterne più uscire;<br />

ma un istante scioglie i nodi ed esce dal labirinto,<br />

appunto quando pare all’uditore attentissimo, sedotto<br />

dalle di lui disperate circonlocuzioni, che non gli<br />

sia più possibile l’uscirne» (G. Casanova, Supplemento<br />

dell’opera intitolata Confutazione della storia del<br />

governo veneto d’Amelot de La Houssaje, Amsterdam,<br />

Mortier, 1769, p. 288).<br />

17. Si ha notizia di un malore di Sacchi avvenuto<br />

mentre recitava a Trieste più tardi, nel 1783, e delle<br />

cure prescrittegli dal medico Leonardo Vordoni (Cfr.<br />

C. Curiel, Il Teatro S. Pietro di Trieste: 1690–1801,<br />

Milano, Archetipografi a, 1937, pp. 160–161). Durante<br />

la degenza furono compilati quattordici sonetti<br />

sulla malattia del comico, confl uiti poi nella Raccolta<br />

di varj sonetti fatti da diversi <strong>comici</strong> sulla suposta morte<br />

del Signor Antonio Sacco e sul disinganno della medesima,<br />

Treviso, Giulio Trento, 1783. Tra gli autori compaiono<br />

i nomi di Alessandro Riva, Pietro Andolfati,<br />

Vincenzo Sorra, Atanasio Zanoni, Petronio Zanarini,<br />

Idelfonso Zanoni e Teresa Zanoni.<br />

18. In almeno un’occasione l’attore fu richiamato<br />

dalle autorità per avere oltrepassato i limiti della decenza<br />

ammessa in teatro; infatti, i Notatori compilati<br />

da Pietro Gradenigo (Biblioteca del Museo Civico<br />

Correr di Venezia, Gradenigo–Dolfi n 67, vol. XX-<br />

XIV) in data 22 ottobre 1772 registrano che ad Antonio<br />

Sacchi fu ordinato dalle magistrature veneziane di<br />

non comparire più in scena a causa di alcune licenze<br />

troppo satiriche che si era preso durante una rappresentazione.<br />

Dopo qualche giorno a casa, gli fu concesso<br />

nuovamente di calcare le scene: «Antonio Sacchi,<br />

faceto Arlecchino […] abusando di troppe antecedenti<br />

correzioni, e ricordi fattigli da’competenti Magistrature<br />

in Venezia, si lasciò trasportare da alcuni disdicenti<br />

dialoghi non esponibili sulle scene […] gli fu<br />

proibito con supremo comando di più comparire in<br />

qualunque commedia sino a nuovo ordine; onde così<br />

moderare la lingua non solo esperimentata alquanto<br />

libera in sali ridicoli, ma assai mordace in satiriche<br />

espressioni. Stette però alquanti giorni ritirato in casa,<br />

ma gli fu poi, dopo seria ammonizione, permesso di<br />

continuare la sua professione, sempre però nei limiti<br />

dell’onestà e della prudenza». L’aneddoto è raccontato<br />

in modo dettagliato da Colomberti (<strong>Notizie</strong> storiche<br />

de più distinti <strong>comici</strong> e comiche che illustrarono le

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