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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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376 – Giovanna Sparacello<br />

la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia nel<br />

gennaio 1755, val la pena citare la testimonianza dello<br />

stesso Chiari: «Ad onta dell’orrido gelo, che di que’<br />

giorni rassodò la laguna, e teneva sequestrata in casa<br />

la gente, ella si replicò più, e più sere con tale concorso,<br />

che io mi riputai della fatica mia ricompensato<br />

abbastanza» (Chiari, Commedie in versi, II, p. 95).<br />

Franco Arato<br />

RICCI ORSOLA. È questa l’altra fi gliuola<br />

di Paolo Ricci, che insieme con l’Anna sua<br />

maggior sorella addestrossi nel Comico mestiere.<br />

È riuscita una brava, e spiritosa Serva,<br />

recitando anch’essa in Napoli, e facendosi<br />

molto onore. Il gentil personale adattato al<br />

carattere che sostiene, una prontezza vivace,<br />

ed i modi suoi graziosissimi fanno distinguerla<br />

per un’Attrice pregevole, e degna di<br />

quelle lodi, che liberalmente le vengono dagli<br />

spettatori concesse.<br />

RICCI BARTOLI TEODORA. Figliuola<br />

dell’Emilia Ricci, e moglie di me, che scrivo<br />

le presenti <strong>Notizie</strong> 1 . Quando per modestia<br />

tacer volessi di lei in un’Opera che ragiona<br />

de’ Comici, e de’ meriti loro, io far nol potrei<br />

senza la taccia d’aver mancato all’impegno di<br />

storico Scrittore. Io debbo scriverne, se non<br />

le lodi, almeno un racconto preciso de’ suoi<br />

progressi nell’arte, e se per modesto riguardo<br />

esser lodatore non deggio, sarò raccontatore<br />

fedele di tutto ciò, che s’appartiene alla Notizia<br />

di lei, che nella Comica Professione è<br />

pure un’utile, ed abilissima Attrice. Trasse la<br />

Teodora i suoi natali in Verona, non perchè<br />

l’origine della sua famiglia a quella Città appartenesse,<br />

ma perchè la Madre sua venne a<br />

partorirla colà in tempo che recitava nel Teatro<br />

dell’Arena con la Comica Compagnia di<br />

Girolamo Medebach. Tennela al Battesimo la<br />

Moglie di esso Capo Comico, che volle imporle<br />

il suo proprio nome di Teodora. Crebbe<br />

ivi bambina, e nell’età di circa quattro<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

anni fu trasportata presso la di lei Madre.<br />

Fu onestamente educata, e sotto gl’insegnamenti<br />

dell’Ava sua materna imparò a leggere,<br />

ed a scrivere; essendo nell’arte del Ballo<br />

instruita dal proprio Padre. Cresciuta in età,<br />

fece vedersi nelle Danze dell’Opere Musicali<br />

in compagnia della sua sorella Caterina 2 , e<br />

custodita dalla predetta sua Ava ne’ viaggi intrapresi<br />

per varie Città di Lombardia, e della<br />

Toscana. Nutriva ella un veemente desiderio<br />

di esercitarsi nella Comica Professione, e s’altro<br />

non poteva, recitava da sé, o in compagnia<br />

della sorella alcune scene delle Commedie del<br />

Dottor Carlo Goldoni. Finalmente capitando<br />

in Firenze, fu conosciuto il suo genio da<br />

Giovanni Roffi , che volle proporla al di lui<br />

Cognato Pietro Rossi, il quale accettolla nella<br />

sua Comica Truppa l’anno 1769. Affi dolla<br />

la Madre sua alla di lui cura; e presala come<br />

fi glia in propria Casa, a me commise d’instruirla<br />

nelle cose del Mestiere, per le quali<br />

vidi in lei una disposizione assai grande. Le<br />

mie istruzioni, ma più i suoi doni naturali, i<br />

suoi talenti, e la di lei buona volontà d’imparare<br />

la fecero in pochi Mesi capacissima di<br />

sostenere molte parti da prima Donna, con<br />

discapito dell’Antonia Albani, che fu da lei<br />

in quel Comico arringo superata. Brescia fu<br />

la prima città, che pronosticò a la Moglie<br />

mia de’ felici avanzamenti, che rapidissimi<br />

furono, tal che in Genova potè esporsi col<br />

Prologo la prima sera delle recite d’Autunno,<br />

e comparirvi in aspetto di Comica provetta.<br />

In tale stagione, avutone il consenso dalla<br />

di lei Madre, mia Sposa divenne 3 ; e restando<br />

ambidue col Rossi anche l’anno seguente,<br />

potè ella in Torino far conoscere la sua<br />

abilità, e formare il piacere dell’Uditorio nel<br />

Teatro Carignano, partendo da quella Reale<br />

Città colma di benefi cenze per aver dedicata<br />

alle Dame, ed a’ Cavalieri una Tragedia di M.<br />

Voltaire intitolata: Gli Sciti, tradotta dal Signor<br />

D’Orengo 4 , che ne lasciò in suo arbitrio<br />

la dedicazione della stampa, e che affi dò la<br />

parte d’Obeìde alla di lei tragica recitazione.<br />

Abbisognando Antonio Sacco d’una giovane

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