Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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Donna, che oggi in Teatro adorni, e fregi<br />
Con quanto hanno di bel le Scene accolto,<br />
Non già l’oro del crin, l’ostro del volto,<br />
O i fi or del seno in te son pompe, e fregi.<br />
Tu, tu con la bell’alma odj, e dispregi<br />
Il vezzo lusinghier del tempo stolto,<br />
E fai, che gusti sol lo spirto sciolto<br />
Dolce il licor de’ tuoi sudori egregi.<br />
Ma la voce gentil, che or trista, or lieta<br />
Allettando l’udito il core impiaga<br />
Della facondia è inacessibil meta.<br />
E fra i portenti è meraviglia vaga<br />
Il tuo furor, ch’ogni pensiero accheta<br />
La tua follia, ch’ogni desire appaga.<br />
La Marina Antonazzoni era ornata di molta<br />
bellezza, ma soprattutto gli occhi, e le mani<br />
attraevano a se l’ammirazioni di chi fi ssamente<br />
la contemplava. Il Celebre Poeta Giovanni<br />
Francesco Maja Materdonna 6 , vedendola<br />
nella Scena d’una Tragedia impugnare<br />
la Spada per traffi ggere il suo nemico, volle<br />
in sua lode comporre il seguente Sonetto nel<br />
quale sono in particolar modo encomiati gli<br />
occhi, e le mani di lei.<br />
Pon giù quel ferro: invan vittoria attendi<br />
Da rozzo, e vile acciar: se vincer vuoi,<br />
Con un guardo gentil vincer tu puoi<br />
L’oste infedele, a cui dar morte intendi<br />
Anzi fi ngi qualor su i palchi prendi<br />
Il ferro per ferir, ma qualor poi<br />
Rivolgi agli altrui lumi i lumi tuoi,<br />
Sempre fai vere piaghe, e sempre off endi.<br />
Anzi se dessi mai morte verace<br />
Per vera ira, e furor col ferro ancora,<br />
Quella vendetta a te saria fallace.<br />
Perchè vanto al nemico, e gloria fora<br />
Morir per bella man, che alletta, e piace,<br />
Ed a par de’ begli occhi anco innamora.<br />
Note<br />
1. L’oroscopo custodito alla Biblioteca Nazionale<br />
Centrale di Firenze, citato da Rasi e Leonelli, ci off re<br />
qualche precisione sulla biografi a di Marina Dorotea<br />
Antonazzoni, nata a Venezia il 5 febbraio 1593. A 11<br />
Francesco Bartoli – 75<br />
anni si ferì all’occhio destro, a 13 ebbe il primo marito,<br />
a 15 anni venne colpita da una grave malattia<br />
con attacchi di delirio, a 18 anni sposò in seconde<br />
nozze l’attore Francesco Antonazzoni. Morì nel 1639.<br />
BIBLIOGRAFIA: Rasi, I, pp. 169–184; Leonelli,<br />
I, pp. 59–60; A. Neri, La Lavinia dei Confi denti,<br />
«Gazzetta letteraria», 19, 11 maggio 1889, pp. 147–<br />
148; 20, 18 maggio 1889, 154–155; Comici dell’arte.<br />
Corrispondenze, a c. di C. Burattelli, D. Landolfi ,<br />
A. Zinanni, Firenze, Le Lettere, 1993, vol. I, p. 458;<br />
Enc. Spett., I, coll. 704–705; DBI, vol. 3, 1961,<br />
p. 478 (A. Zapperi); Archivio Herla, Marina Dorotea<br />
Antonazzoni.<br />
2. Sembra ormai superata la tesi di Neri, poi ripresa<br />
da Rasi, secondo cui prima di essere Lavinia la Antonazzoni<br />
recitava nel ruolo della Servetta Ricciolina,<br />
altenandosi con Silvia Roncagli nei Gelosi. Dopo<br />
il ritiro o la morte di Delia, ella sarebbe entrata nei<br />
Confi denti diretti da Scala. Zapperi ha dimostrato<br />
che Ricciolina non era Marina Dorotea bensì Maria<br />
Antonazzoni. Cfr. Comici dell’arte. Corrispondenze,<br />
cit., p. 458. Bartoli non fa alcun cenno alla rivalità<br />
fra Marina Antonazzoni e Valeria Ausoni, amante di<br />
Domenico Bruni e da lui protetta. Le liti in seno alla<br />
compagnia persuasero Giovanni de’ Medici a minacciare<br />
lo scioglimento della compagnia. La minaccia<br />
scatenò le più accorate suppliche da parte degli attori.<br />
La pace ritrovata per intercessione dello Scala fi nì<br />
quando Maria Malloni entrò nella compagnia al posto<br />
di Valeria Ausoni; la rivalità della Malloni e della<br />
Antonazzoni fu accesa.<br />
3. La pazzia di Lavinia è tratta da uno scenario di<br />
Scala per Isabella Andreini (La pazzia d’Isabella).<br />
4. Ridolfo Campeggi dei conti di Dozza (1565–<br />
1624), bolognese, drammaturgo, poeta e librettista,<br />
è noto soprattutto per la favola pastorale Filarmindo<br />
(Accademia dei Gelati, 1605). Fu inoltre autore dei<br />
libretti dell’Andromeda (1610) e di Proserpina rapita<br />
(1613), della tragedia Tancredi (1615) e del dramma<br />
musicale Il Reno sacrifi cante (1617). Fra le liriche, il<br />
poema in sedici canti Le lacrime di Maria Vergine,<br />
gli idilli La morte di Procri, La morte di Florigella,<br />
La Lettera, e il poemetto postumo La distruzione<br />
di Gerusalemme (1628). Cfr. Enc. Spett., II, coll.<br />
1593–1594.<br />
5. Rime del Conte Ridolfo Campeggi nell’Accademia<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano