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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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78 – Giovanna Sparacello<br />

francese e riadattata da Giacomo Casanova. Certa è<br />

la sua interpretazione di Pantalone nel Goff o inganna<br />

il furbo e nel Taberino ortolano (Cfr. M. Klimowicz–<br />

W. Roszkowska, La commedia dell’arte alla corte di<br />

Augusto III di Sassonia 1748–1756, Venezia, Istituto<br />

veneto di scienze, lettere ed arti, 1988, pp. 56–57).<br />

Nel Frammento di dramma per musica, uno dei manoscritti<br />

gozziani recentemente scoperti, compare<br />

come personaggio lo stesso Darbes defi nito appunto<br />

«Comico della Sacra Real Maestà de Federico Augusto<br />

Re di Polonia ed Elettore di Sassonia» (Biblioteca<br />

Nazionale Marciana di Venezia, Fondo Gozzi, 9.4, c.<br />

22r. Per la storia della scoperta del fondo e per il suo<br />

regesto si vedano rispettivamente F. Soldini, Il Fondo<br />

Gozzi alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia,<br />

in «Problemi di critica goldoniana», XII, 2005,<br />

pp. 119–134 e Carlo Gozzi, 1720–1806, Stravaganze<br />

sceniche, letterarie battaglie, a c. di F. Soldini, Venezia,<br />

Marsilio, 2006).<br />

7. Nella compagnia Battaglia lavorò dal 1775 al<br />

1778.<br />

8. A. Piazza, Il teatro ovvero fatti di una veneziana<br />

che lo fanno conoscere, Venezia, presso Giambattista<br />

Costantini, 1777–1778, voll. 2. Il testo è stato poi<br />

edito con il titolo L’attrice, a c. di R. Turchi, Napoli,<br />

Guida, 1984; il riferimento è a p. 129. Il romanziere<br />

esprime un giudizio positivo anche sulle qualità<br />

attoriali di Darbes che aveva visto nei panni del veneziano<br />

Anselmo proprio nella sua commedia L’Amicizia<br />

in cimento (A. Piazza, L’Amicizia in cimento,<br />

in Commedie di Antonio Piazza, Venezia, 1786, I,<br />

p. XIII).<br />

9. Secondo quanto aff erma Goldoni (Prefazioni<br />

dell’edizione Pasquali, tomo XVII, in Goldoni, I,<br />

p. 752) si sposò con Rosalia Raffi , cognata del famoso<br />

Gasparo Raffi .<br />

10. Oltre al menzionato Angelo, Darbes ebbe certamente<br />

una fi glia, Anna, che intraprese il mestiere<br />

del padre, ma con scarso successo, almeno secondo<br />

quanto riporta Colomberti (A. Colomberti, <strong>Notizie</strong><br />

storiche de più distinti <strong>comici</strong> e comiche che illustrarono<br />

le scene italiane dal 1780 al 1880, manoscritto presso<br />

la Biblioteca del Burcardo, coll. Ms. 3/15/3/19, c.<br />

52r ora edito in A. Colomberti, Dizionario biografi<br />

co degli attori <strong>italiani</strong>, a c. di A. Bentoglio, Roma,<br />

Bulzoni, 2009.), che, nella compilazione dell’elenco<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

dei <strong>comici</strong> attivi nell’anno 1780, la defi nisce «mediocre<br />

serva». Luigi Rasi (pp. 197–198) menziona anche<br />

altre due fi glie, Antonia, specializzata nel canto e<br />

moglie di Tommaso Grandi e Maria, defi nita «buona<br />

servetta».<br />

Giulietta Bazoli<br />

D’ARBES MARIA. Nata da Cesare, fu instruita<br />

dal Padre nella Comica professione.<br />

Riuscì a suffi cienza nel carattere della Serva.<br />

Si è maritata con un giovane Parmigiano di<br />

civile estrazione; ed oggi vive col Marito nella<br />

Città di Palermo esercitandosi con spirito,<br />

e facendo valere su que’ Teatri la propria<br />

abilità.<br />

D’ARBES GRANDI ANTONIA. Era anche<br />

questa fi gliuola di Cesare, e d’età maggiore<br />

della Maria. Il Padre la fece apprendere<br />

la Musica, e l’espose a cantare in Opere<br />

Buff e, essendo ben accolta dal Pubblico. Si<br />

maritò poi con Tommaso Grandi detto il<br />

Pettinaro, il quale volle passar seco alle seconde<br />

nozze. Per seguire il Marito si adattò<br />

a recitare nelle Commedie, ma non ommise<br />

di coltivare lo studio della Musica, che<br />

anzi sempre in esso esercitavasi. Nè si deve<br />

certamente ommettere che l’Antonia d’Arbes<br />

aveva una più che mediocre abilità nel<br />

suonare il Gravicembalo, ed in varie Accademie<br />

date da lei in diversi Paesi mostrò un<br />

chiaro saggio della sua virtù suonando egregiamente<br />

tale strumento, e cantava talvolta<br />

ancora in qualche Comica Rappresentazione<br />

delle ariette con molta grazia. Quando il<br />

suo Marito alienossi dalla Compagnia della<br />

Battaglia, seco la condusse a Napoli; e piacque<br />

in quella Metropoli. Mentre credevasi<br />

di poter giungere a migliori avanzamenti,<br />

furono interrotte le sue speranze dalla<br />

morte, allorché nel puerperio d’un Parto

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