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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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ancora impegnato dal Dottor Carlo Goldoni,<br />

che per essa scriveva, in alcune parti di<br />

Donne vecchie, e d’uomini caricati, e sciocchi,<br />

le quali tutte espose con grazia, nè gli<br />

mancarono degli applausi in quei tempi pel<br />

Teatro tanto felici. Passò poi il Lapy l’anno<br />

1770. con l’intera sua Truppa nell’altro Teatro<br />

detto di Sant’Angelo; e vedendo che le<br />

Commedie del Goldoni incominciavano a<br />

dargli una scarsa messe, provvidamente pensò<br />

di far tradurre dalle Lingue oltremontane i<br />

più bei pezzi Teatrali, ed Impiegovvi la spiritosa,<br />

e stimabile fanciulla Signora Elisabetta<br />

Caminer, la quale con indefessa applicazione<br />

un gran numero a lui vantaggio ne tradusse;<br />

e trovansi tutte uscite alla luce con replicate<br />

impressioni. È il Lapy un uomo, che sa conoscere<br />

quello che pel Teatro può giovare, e<br />

quello che può non far colpo a profi tto de’<br />

suoi interessi; e quindi è che talvolta levando<br />

da alcune Rappresentazioni di non provetti<br />

Autori alcuni pezzi, che giudica inutili, o<br />

seccanti, il fa solo non per far un sfregio al<br />

loro merito, ma per accomodare all’uso del<br />

Teatro que’ parti, che così esposti non recherebbero<br />

che noja, e fastidio all’animo degli<br />

spettatori; nè deve per ciò chiamarsi Sicario<br />

da Originali. Egli stima, onora, e rispetta i<br />

suoi <strong>comici</strong>; ma non sa poi pregarli di restar<br />

seco quando vogliono allontanarsi da<br />

lui, nè credo che possa per ciò condannarsi,<br />

lasciando in piena libertà ciascheduno di<br />

prendere quelle risoluzioni, che più gli sono<br />

in miglior grado, ed accette. S’egli ad alcuni<br />

giovani porge delle comiche istruzioni, lo fa<br />

con quella sicura pratica ch’egli ha del Mestiere,<br />

e non perchè si creda un Roscio, o un<br />

Amerino, de’ nostri giorni. La sua economia<br />

non deve biasimarsi, nè chiamarsi avarizia,<br />

perchè gli avari non fanno prestanze senza<br />

usura, nè stanno in esborso col loro denaro,<br />

come fece sempre il Lapy per sovvenire a’<br />

bisogni, o per soddisfare a’ capricci de’ suoi<br />

compagni interessati. È il Lapy in somma un<br />

uomo che fa intendere, ed usare i modi, co’<br />

quali al Pubblico si piace, all’onore si serve,<br />

Francesco Bartoli – 287<br />

ed al proprio nome si reca concetto, ed estimazione.<br />

La sua lontananza da Venezia gli è<br />

costata del rincrescimento, ma pure egli s’è<br />

ingegnato di riparare alle perdite sue con tutto<br />

lo sforzo d’un ingegno assottigliato, ed ha<br />

riformata la sua Compagnia con una scelta<br />

d’abile gioventù, che sulla Brenta, sulla Parma,<br />

e sul Reno ha saputo procacciarsi degli<br />

applausi, ed apportar utile alle Comiche ricolte<br />

senza stento, e penuria. Tutto ciò si è<br />

voluto dire in aria di apologetico discorso,<br />

per contrastare a’ sentimenti troppo arditamente<br />

espressi in suo pregiudizio nel secondo<br />

Tomo del Romanzo intitolato il Teatro,<br />

quando l’Autore di questo, incominciando<br />

dalla pag. 12 prosegue fi no alla 15, a far di<br />

quest’uomo un ingiusto, e deplorabile dispregio.<br />

Se poi il Linguaggio Bolognese sia<br />

disgustoso, noi lascieremo deciderlo al più<br />

piccolo fanciullo, solo ch’egli abbia letto una<br />

centesima parte di que’ tanti Poemi in Bolognese<br />

dialetto, composti da celebri Autori, e<br />

ne rimettiamo il giudizio a chi abbia scorso<br />

il Vocabolista Bolognese del celebre Letterato<br />

Giovanni Antonio Bumaldo, che l’eccellenza<br />

di quella lingua paragona con la più purgata<br />

de’ migliori Scrittori Latini, e Toscani, riportandone<br />

esempi, e facendone un giudizioso<br />

confronto. Ma ella è troppa cattiva cosa lo<br />

scrive per criticare; ed è assai peggio il criticare<br />

stimolato da altri colla lusinga di vilissima<br />

riconpensa. Basti per tanto il fi n quì detto da<br />

noi in difesa della verità, e per disinganno di<br />

quelli, che facilmente prestano orecchio alle<br />

vane, ed esagerate dicerie d’un Romanziere.<br />

Vive il Lapy tuttavia in buona prosperità, ed<br />

ha la consolazione di vedere la sua famiglia<br />

incamminata ad un auge, per cui anche dopo<br />

la di lui morte rimarrà al Mondo una degnissima<br />

ricordanza degli onorati meriti suoi.<br />

LAPY BELLONI LUIGIA. Giovane fi glia di<br />

Giuseppe Lapy, e fresca Sposa d’Antonio Belloni.<br />

Educata sotto il buon governo de’ suoi<br />

genitori, imparò nella scuola dell’urbanità<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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