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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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questa Operetta (in cui il libertinaggio, e<br />

l’oscenità vi spaziavano a loro voglia) aveva<br />

io nell’arte del poetare superato me stesso.<br />

Ma pensando, che per quanto fosse stata accetta<br />

agli Uomini Mondani, altrettanto dalle<br />

Persone saggie, e morigerate sarebbe stata<br />

abborrita, e biasimata, dopo averla tenuta da<br />

circa due anni io la distrussi, nè d’essa resterà,<br />

che su queste carte la memoria ad esempio<br />

degli Scrittori scostumati, i quali dovrebbero<br />

qual’io far rifl esso, che s’anche può<br />

acquistarsi con uno Scritto osceno in mezzo<br />

a’ Poeti una lode fi orita, tutta viene a ridondare<br />

in pregiudizio dell’anima, e che vanitas<br />

vanitatum, et super omnia vanitas. In Livorno<br />

la seguente Primavera composi molte<br />

Stanze in decima rima, invenzione mia propria,<br />

nè da altri in un lungo componimento<br />

giammai usata. Alludono queste alla Festa di<br />

Carrozze, e Maschere seguita con sì gran<br />

pompa nel Giovedì Grasso sul Corso di Firenze,<br />

e portano esse appunto per titolo: Il<br />

Corso di Firenze 20 . Nell’Autunno appresso<br />

compilai in Lucca la Descrizione di quella<br />

Città; e lo stesso pur feci in altro tempo in<br />

Trento, e in Roveredo; come pure in Pesaro,<br />

in Sinigaglia, in Ancona, e in altre Città della<br />

Romagna. Erano scorsi da circa otto anni,<br />

ch’io aveva imaginato di volere ad imitazione<br />

dell’Abbicidario Pittorico formarne uno, che<br />

de’ Comici più rinomati in buona guisa ragionasse,<br />

quando sul principio di quest’anno<br />

1781 dopo d’essere ritornato da Inspruch mi<br />

cadde nel pensiero, stando in Pesaro il Carnevale,<br />

di volermici assiduamente impiegare,<br />

e preparati i materiali che all’uopo mio abbisognavano,<br />

mi diedi con esatta cura ad estendere<br />

queste <strong>Notizie</strong> Istoriche, che oggi compariscono<br />

al Mondo, e che da me in meno<br />

d’un anno con sudata fatica ebbero un felicissimo<br />

compimento. Questo è tutto ciò,<br />

che pur feci sin qui coll’opera della mia penna,<br />

compiendo appunto a questo giorno<br />

ch’io scrivo l’anno trentesimo sesto dell’età<br />

mia, non contando io molti Prologhi, e Licenze,<br />

alcuni Brindisi, e premeditati per<br />

Francesco Bartoli – 99<br />

l’Arte, per uso mio, e per uso d’altri; un’immensità<br />

di Manifesti tutti mandati alla stampa<br />

per invitare il Popolo al Teatro; e piacemi<br />

solo di calcolare qualche cosa due Volumi di<br />

Lettere, che si trovano presso del Capo Comico<br />

Luigi Perelli perchè scritte da me a<br />

nome suo a Cavalieri suoi Protettori, a Dame<br />

sue Benefattrici, a proprietarj di Teatri, a Direttori<br />

di Spettacoli, ad Impresarj, e ad infi -<br />

niti Comici da lui trattati, e stabiliti per la<br />

sua Compagnia. Trovomi anche aver fatto<br />

un Dramma intitolato: La Villana Marchesa,<br />

che m’uscì dalla penna in soli otto giorni, e<br />

che serbo per qualche Impresario di Opera<br />

in Musica, che ne volesse far uso. Alla produzione<br />

della maggior parte degli Scritti miei<br />

esistenti, e distrutti ne fu sempre testimonio<br />

l’amico mio Giuseppe Gualandi Rammentatore<br />

nella Compagnia Perelli, Uomo d’abilità<br />

per l’Arte sua del suggerire, che sa la Lingua<br />

Latina, che professa la Musica suonando<br />

il Gravicembalo, e l’Organo a perfezione; e<br />

che delle Lettere Umane sa quanto basta per<br />

mostrarsi nelle occasioni illuminato, ed ingegnoso.<br />

Ciò sia detto non solo per render a<br />

lui in qualche modo un grato riconoscimento<br />

alle usatemi attenzioni, e specialmente per<br />

avermi con accuratezza copiato da’ miei manoscritti<br />

tutto l’Originale di queste Comiche<br />

<strong>Notizie</strong>; ma così esigendo il suo merito, e<br />

così volendo la mia doverosa gratitudine.<br />

Ora che dell’Opere mie diedi quella contezza,<br />

che basta per far conoscere, che già mai<br />

non mi piacque di starmi ozioso, e che delle<br />

Lettere fui se non coltivatore amatore almeno;<br />

proseguirò a dire alcuna cosa intorno alle<br />

mie imminenti risoluzioni. Sono queste dirette<br />

a levarmi dal Teatro, dopo il vegnente<br />

Carnevale del 1782 per darmi ad una vita<br />

più metodica, e quieta, tornando ad esercitare<br />

la prima arte mia del Librajo mercantilmente,<br />

e dando per sempre un addio alla<br />

Comica Professione. Mia moglie, già ritornata<br />

da Parigi vuolsi ancora far veder sui Teatri;<br />

nè io penso d’oppormi alla di lei volontà,<br />

giacché tende all’avanzamento delle sue<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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