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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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9. Probabilmente Bartoli si riferisce principalmente<br />

a tre circostanze in cui si manifesta la protezione regale<br />

su Gherardi: la prima è quella, già vista, del suo<br />

fortunato debutto; la seconda può essere il privilegio<br />

avuto per la pubblicazione del Recueil; la terza, la sua<br />

stessa permanenza in Francia dopo il 1697, data dello<br />

scioglimento del Th éâtre Italien: infatti, anche grazie<br />

al mantenimento della cittadinanza toscana, o forse<br />

al matrimonio con una francese, viene consentito a<br />

Gherardi di restare a Parigi, dove forse continua a recitare<br />

e soprattutto si dedica ad accrescere le successive<br />

edizioni del Recueil, fi no all’ultima che fa appena<br />

in tempo a consegnare al Delfi no prima di morire, la<br />

stessa sera.<br />

10. Questa inesattezza conclude una voce che è forse<br />

fra le più approssimative di Bartoli. Fra i testi non<br />

ancora segnalati, si considerino La pompe funebre<br />

d’Arlequin mort le dernier jour d’aoust 1700, A Paris,<br />

chez Jean Musier, 1701, libretto uscito subito dopo<br />

la morte di Gherardi, e un E. Gherardi, Les deux<br />

Arlequins, comédie en trois actes en vers, Paris, Ruault<br />

Libraire, 1776 alla Biblioteca del Burcardo di Roma.<br />

Roberto Cuppone<br />

GIOVANNI DA PISTOIA Cittadino Fiorentino<br />

1 . Fu un Comico giudizioso, che scrisse<br />

una dilettevole, ed ingegnosa Commedia<br />

intitolata: La Gioja, la quale fu rappresentata<br />

l’anno 1550. in Fiorenza nel Palazzo del<br />

Serenissimo Gran Duca Cosimo de’ Medici.<br />

Meritò questo Comico d’essere annoverato<br />

fra gli altri pellegrini, ed elevati ingegni, che<br />

avesse in allora la Città di Firenze; e per tale fu<br />

ben conosciuto dal suddetto Sovrano, poichè<br />

si servì dell’opera sua mentre visse dandogli<br />

il carico di Cancelliere de’ molto Magnifi ci<br />

Signori Luogotenente, e Consiglieri del Magistrato<br />

Supremo; il quale impiego esercitò<br />

per quarant’anni continui con tanta fedeltà,<br />

e diligenza, che arrivato poi alla vecchiezza,<br />

nè potendo più sostenere tal fatica, con gran<br />

diffi coltà, e molto disgusto del predetto gran<br />

Cosimo, impetrò da esso licenza di ritirarsi<br />

a godere la quiete, ed il riposo di sua fedele<br />

Francesco Bartoli – 269<br />

servitù, essendogli però generosamente assegnata<br />

un’onesta provvisione durante sua<br />

vita, come a soldato veterano sul farsi, ed a<br />

benemerito servitore. Egli fu sempre inimico<br />

dell’ozio, e quel tempo che gli avanzava<br />

fuori della servitù del suo Principe, impiegavalo<br />

virtuosamente nel comporre alcune<br />

opere piacevoli, sì in prosa, come in rima, ed<br />

esercitandosi ancora nella Comica professione.<br />

Fece alcune Commedie, giudicate molto<br />

dilettevoli, ed ingegnose, ma come uomo affatto<br />

alieno dalla gloria mondana non si curò<br />

mai di metterne alcuna alla stampa. Quella<br />

col titolo della Gioja fu pubblicata da Francesco<br />

Ferrante Fiorentino, Cugino dell’Autore<br />

nel 1586 2 . non pochi anni dopo la morte<br />

di questo Comico 3 . S’impresse a Venezia<br />

appresso Niccolò Moretti; ed il Ferrante dedicolla<br />

all’Illustrissimo Signor Bartolommeo<br />

Cappello Cavaliere a Speron d’Oro di San<br />

Marco; e volle onorare la memoria del suo<br />

Cugino con due Sonetti, uno de’ quali non<br />

ci sarà grave di qui riportarlo.<br />

Spirto gentil, che con mirabil arte<br />

{pag. 264}<br />

Note<br />

1. BIBLIOGRAFIA: Leonelli, I, p. 437.<br />

2. Giovanni da Pistoia, La gioia comedia molto<br />

dilettevole, & ingegnosa del giuditioso comico M. Giovanni<br />

da Pistoia cittadino fi orentino. Rappresentata in<br />

Fiorenza in palazzo del sereniss. Gran Cosimo de’ Medici,<br />

duca di Fiorenza, l’anno 1550, in Venetia, appresso<br />

Nicolò Moretti, 1586.<br />

3. Fonte di Bartoli per questa voce sembra essere<br />

Quadrio, V, pp. 91–92.<br />

Giovanna Sparacello<br />

GIOVANNONI CARLO Torinese. Giovane,<br />

che dopo d’aver avuta una buona educazione<br />

nella sua Patria, trasportato dall’aff etto,<br />

ch’egli prese ad una femmina si partì con<br />

essa da Torino. Visse seco più anni recitando<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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