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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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280 – Giovanna Sparacello<br />

promis en revanche la lecture de mon Bélisaire, nous<br />

étions tous d’accord et contens […] Imer, avec un ton<br />

magistral, me prit par la main et me dit Bravo. Tout<br />

le monde me fi t compliment» (I, XXXIV); poco oltre<br />

Goldoni ne dà un effi cace, e un po’ impietoso, ritratto:<br />

«Imer, sans avoir eu une éducation bien suivie, avait<br />

de l’esprit et des connoissances; il amoit la Comédie<br />

de passion; il étoit naturellement éloquent, et auroit<br />

très–bien soutenu les rôles d’amoureux à l’impromptu,<br />

suivant l’usage Italien, si sa taille et sa fi gure eussent<br />

répondu à ses talens. Court, gros, sans col, avec des<br />

petits yeux et un petit nez écrasé, il étoit ridicule dans<br />

les emplois sérieux, et les caractères chargés n’étoient<br />

pas à la mode» (I, XXXV). Nella Prefazione al tomo<br />

XIII della Pasquali (Goldoni, I, p. 711) lo scrittore<br />

veneziano ricorda l’ospitalità fornitagli da Imer (1734)<br />

nella casa veneziana «situata nella parrocchia di S. Samuele<br />

poco distante dal Teatro in luogo detto alla Ca’<br />

del Duca», col successivo ingaggio nel teatro di Michele<br />

Grimani; nelle stesse pagine così Goldoni tratteggia<br />

le qualità di Imer dilettante di musica: «Non sapeva<br />

di Musica, ma cantava passabilmente, ed apprendeva<br />

a orecchio la parte, l’intonazione, ed il tempo, e<br />

suppliva al difetto della scienza e della voce coll’abilità<br />

personale, colle caricature degli abiti, e colla cognizion<br />

dei caratteri, che sapeva ben sostenere». A. Gentile,<br />

Carlo Goldoni e gli attori, Trieste, Libreria Cappelli,<br />

1951, p. 12, ricorda (invertendo un verso) una strofetta<br />

dell’intermezzo goldoniano Amante cabala (III.3) in<br />

cui è un ritratto un po’ più lusinghiero di Imer, Primo<br />

Amoroso: «Di statura è alquanto basso, / ma di corpo<br />

alquanto grasso, / tondo à il viso e delicato, / di varole<br />

ricamato; / a imitar un personaggio, / e a cangiar vesti<br />

e linguaggio, / uom più pronto non si dà» (Goldoni,<br />

X, p. 224). Il menzionato Teatro San Samuele (o San<br />

Samuel) fu costruito nel 1656 per iniziativa di Giovanni<br />

Grimani e ospitò sia commedie, sia opere buff e.<br />

Dopo i successi goldoniani, diventò la roccaforte del<br />

Chiari e del partito dei ‘chiaristi’. BIBLIOGRAFIA:<br />

Rasi, II, pp. 1052–1053; Enc. Spett., VI, col. 510.<br />

2. Si tratta di una parodia della Didone abbandonata,<br />

su musica di autori ignoti: il libretto, pubblicato<br />

a Venezia da Antonio Mora nello stesso anno 1743,<br />

menziona genericamente quali compositori «quattro<br />

virtuosi maestri» (cfr. C. Sartori, I libretti <strong>italiani</strong><br />

cit., n° 24075).<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

3. Sappiamo che la prodigalità della moglie Paolina,<br />

Terza Donna nella Compagnia Imer (gli diede due<br />

fi glie, Marianna e Teresa), fu all’origine dei dissesti<br />

fi nanziari soff erti da Imer negli ultimi anni. Delle<br />

vicende di Teresa (1723–1797), cantante e celebre<br />

avventuriera vissuta infi ne a Londra, dà vari, suggestivi,<br />

anche se non sappiamo quanto veritieri scorci il<br />

Casanova, che di lei forse fu amante: cfr. Histoire de<br />

ma vie, I, pp. 4, 6, 34; II, pp. 6–7; III, p. 7.<br />

Franco Arato<br />

IPPOLITA Comica 1 , che fi oriva ai tempi<br />

della famosa Diana, di cui si è parlato 2 .<br />

Questa fu lodata con un Sonetto in lingua<br />

Veneziana composto dal medesimo incerto<br />

Autore, che l’altro pur compose per la sudetta<br />

Comica Diana, facendo anche in quello<br />

una simile lunghissima coda. Assai volentieri<br />

qui lo riporteressimo tutto intero, se non vi<br />

fossero alcune allusioni meno che oneste. In<br />

esso viene lodata questa Comica in occasione<br />

che recitando una Commedia intitolata: Lo<br />

Spirito Folletto 3 , erasi in una Scena vestita da<br />

uomo. Lodasi la sua bellezza per cosa rara, e<br />

specialmente i suoi capelli sono infi nitamente<br />

encomiati. Non vogliamo però deludere<br />

aff atto la curiosità del Lettore sopprimendo<br />

interamente tutto il Sonetto, che anzi ci piace<br />

di qui trascriverne le due Quartine, e la<br />

prima Terzina, non avendo esse alcuna cosa<br />

sconcia che possa off endere l’orecchie del<br />

Lettore morigerato, ed onesto.<br />

Per la Signora Ippolita Comica<br />

in abito da Uomo.<br />

Feme de grazia, Ipolita, el favor<br />

{pag. 279}<br />

Note<br />

1. BIBLIOGRAFIA: Rasi, II, p. 1059.<br />

2. Diana è Teresa Corona Sabolini, moglie del comico<br />

Giovan Battista Costantini e madre di Antonio<br />

Costantini. V. ad vocem. Stando a questa indicazione,

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