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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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essere in istato di travagliare, il Popolo non<br />

acconsentirà mai di buona voglia di soff erire<br />

un principiante in di lui vece 16 . Egli però<br />

trovasi tuttavia in una mediocrità di salute 17 ,<br />

che può promettergli ancora non pochi anni<br />

di vita, essendo robusto, e molto sano di viscere.<br />

Se si considera in Antonio Sacco la sua<br />

bravura nell’esecuzione della sua Maschera<br />

faceta 18 ; se si calcola la sua intraprendenza di<br />

condurre, e dirigere la sua numerosa Truppa;<br />

se si fa rifl esso a quell’alto concetto che si è<br />

acquistato per tutta l’Italia, in Moscovia, in<br />

Portogallo, e in Ispruch, quando nel 1764. si<br />

portò ivi al servizio dell’Imperatore Francesco<br />

I. venuto a morte in quella Città, e in tal<br />

tempo; se si vuole alle sue doti particolari, ed<br />

a’ suoi perspicaci talenti concedere la dovuta<br />

lode; si verrà ben presto a dichiararlo per un<br />

uomo degno d’una memoria indelebile, e si<br />

potrà in lui costituire l’esempio d’un Comico<br />

eccellente, il di cui nome sarà ognora nella<br />

Teatrale Istoria, e rinomato, e famoso 19 .<br />

Note<br />

1. BIBLIOGRAFIA: Rasi, III, pp. 460–471; Leonelli,<br />

II, pp. 319–321; Enc. Spett., VIII, coll. 1364–<br />

1365. Il padre, Gaetano Sacchi, che, oltre a recitare la<br />

parte di Truff aldino, fu anche autore di scenari, morì<br />

nel 1734 in Russia, dove era stato chiamato dalla zarina<br />

Caterina I (di quest’attore Antonio Piazza off re<br />

un commento negativo nel Teatro, ovvero fatti di una<br />

veneziana che lo fanno conoscere, Venezia, Costantini,<br />

1777–1778, ora ristampato con il titolo L’attrice, a c.<br />

di R. Turchi, Napoli, Guida, 1984, p. 179: «Quante<br />

risate m’han fatto fare nominandomi con parole<br />

di miele, tra gli Arlecchini, un Gaetano Sacco autore<br />

di commediacce»). Secondo Marialuisa Ferrazzi<br />

(Commedie e <strong>comici</strong> dell’arte <strong>italiani</strong> alla corte russa<br />

1731–1738, Roma, Bulzoni, 2000, pp. 45–49), anche<br />

Antonio e Adriana Sacco parteciparono a questa<br />

tournée, conclusasi appunto tra il 1734 e il 1735. Lo<br />

zio di Antonio, Gennaro Sacchi, fu un celebre Coviello<br />

della fi ne del Seicento.<br />

2. Sacchi, insieme alla sorella, fu chiamato dalla Società<br />

dei Cavalieri di Torino proprio in qualità di ballerino<br />

per l’opera La Vittoria d’Imeneo rappresentata<br />

Francesco Bartoli – 409<br />

nella città il 7 giugno 1750 in occasione delle nozze<br />

di Vittorio Amedeo con Maria Antonietta di Spagna<br />

(Archivio Storico di Torino, Fondo coll. XI, Ordinati<br />

28 marzo 1744 / 27 marzo 1752). Il nome del celebre<br />

capocomico compare anche come inventore dei<br />

balli e ballerino per Caio Mario, dramma per musica<br />

da rappresentarsi nel teatro di Casale Monferrato<br />

nell’autunno dell’anno 1753, Casale, stamperia Pietro<br />

Francesco Bertone, 1753.<br />

3. Giovanni Gastone de’ Medici (Firenze 1671–<br />

1737), ultimo Granduca di Toscana appartenente alla<br />

dinastia de’ Medici, regnò dal 1723 al 1737.<br />

4. A questo periodo è ascrivibile la presunta scrittura<br />

del testo parodico recitato in musica Il pastor fi do ridicolo<br />

(Cfr. A. Scannapieco, Alla ricerca di un Goldoni<br />

perduto: ‘Osmano re di Tunisi’, in «Quaderni Veneti»,<br />

20, dicembre 1994, pp. 13–14) la cui edizione veneziana<br />

del 1739 consta di una premessa fi rmata da<br />

«Antonio Sacco e compagni», menzionata anche dal<br />

Sartori (Cfr. P. Vescovo, «Mestre e Malghera» da Venezia<br />

a Varsavia, in Le metamorfosi odiamorose in birba<br />

trionfale nelle gare delle terre amanti (Mestre e Malghera),<br />

a c. di M. G. Miggiani e P. Vescovo, «Problemi<br />

di critica goldoniana», X/XI, 2003–2004, pp. 7–20).<br />

Pietro Chiari, durante il contratto con i Grimani dal<br />

1749 al 1752, riconobbe la bravura e la competenza<br />

della compagnia di Antonio, come si evince da una<br />

lettera del 27 settembre 1751: «la truppa, da cui furono<br />

recitate [le mie commedie], aveva degli attori abilissimi;<br />

e tra questi una donna, qualche personaggio<br />

serio, ed uno Zanni, che oso dir francamente non aver<br />

pari nel loro mestiere, se li cercate con la lanterna di<br />

Diogene per tutta l’Europa» (P. Chiari, Lettere scelte<br />

di varie materie, piacevoli, critiche ed erudite, scritte ad<br />

una dama di qualità, Venezia, Pasinelli, 1751, t. III,<br />

pp. 247–248).<br />

5. Sacchi entrò con la famiglia a far parte della compagnia<br />

Imer nella quaresima del 1738 e durante gli<br />

anni in cui lavorò per il Teatro San Samuele incontrò<br />

Goldoni, che lo defi nì «il migliore Arlecchino d’Italia»<br />

(Prefazioni dell’edizione Pasquali XV, in Goldoni,<br />

I, p. 736). Il drammaturgo, nel biennio 1739–<br />

1740, gli scrisse due canovacci, La notte critica ossia<br />

i cento e quattro accidenti in una notte e Le trentadue<br />

disgrazie d’Arlecchino (Mémoires I, XLI, in Goldoni,<br />

I, pp. 190–191) il cui testo originale è andato perduto<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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