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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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45. Cfr. M. Lombardi, Processo al Teatro, Pacini,<br />

Pisa, 1995, pp. 25–49.<br />

46. Edizione moderna in N. Buommino, Lo specchio<br />

nel teatro di Giovanni Battista Andreini, in «Atti<br />

Lincei». Memorie, serie IX, vol. XII, fasc.1, 1999,<br />

pp. 107–120.<br />

47. Duca di Nemours: v. nota più sopra.<br />

48. La ferza... Edizione moderna in Marotti–Romei,<br />

pp. 489–534.<br />

49. Marco Antonio Morosini (1591–1630). Fu ambasciatore<br />

a Parigi dal 25 novembre 1623 al febbraio<br />

1627. Stimato e lodato da Richelieu, fu nominato cavaliere<br />

da Luigi XIII. cfr. Relazioni di ambasciatori veneti<br />

al Senato, vol. VI (Francia 1600–1656), Torino,<br />

Bottega d’Erasmo, 1975, pp. 743–760.<br />

50. Il Teatro celeste fu pubblicato a Parigi, presso<br />

Callemont nel 1625; ristampato a Venezia, Grimani<br />

1635. Edizione parziale moderna in Pandolfi, III,<br />

pp. 342–254.<br />

51. Il potente ministro di Luigi XIII, di cui Bartoli<br />

riassume enfaticamente le cariche, era stato nominato<br />

cardinale nel 1622, consigliere del re e primo ministro<br />

nel 1624. Siamo, cioè, nel momento cruciale<br />

della sua carriera: Richelieu non è dunque un «cardinale<br />

o poco più», come diceva Bevilacqua (XXIV,<br />

p. 122), a cui le «iperboliche adulazioni» di Andreini<br />

apparivano «grottesche». Non ha invece torto Bartoli<br />

a mettere in evidenza la scelta del momento da parte<br />

di Andreini.<br />

52. Non è documentabile la data precisa della morte<br />

(Bartoli stesso si contraddice nella vita di Verginia)<br />

che Rebaudengo pone tra il settembre 1629 e il settembre<br />

1631 (p. 20). Nell’Olivastro (pp. 277–278)<br />

Andreini parla di una «lunga infi rmità» che ne avrebbe<br />

causato la morte (cfr. Rebaudengo, p. 36, nota<br />

124). Per quanto riguarda i rapporti fra Giovambattista<br />

e Virginia Rotari, Bartoli o non conosce le reali<br />

vicende o moralizza, con una ricostruzione biografi ca<br />

di comodo, ignorando la doppia relazione come si<br />

evince anche dalle biografi e delle due Virginie (per<br />

cui ad voces; e cfr. Introduzione).<br />

53. Questa edizione fi orentina è citata anche in Corrispondenze,<br />

I, p. 72, ma non è la prima, perché sarebbe<br />

successiva a quella parigina del 1621 ([Nicolas<br />

Della Vigna]), di cui esistono diversi esemplari con<br />

diff erenti dediche, al Duca di Guisa e a Luigi XIII<br />

Francesco Bartoli – 61<br />

(cfr. Carandini–Mariti, cit., p. 52), probabilmente<br />

esemplari unici.<br />

54. L’occasione fu l’incoronazione dell’imperatrice<br />

Eleonora e del fi gliastro Ferdinando III. Cfr. C. Grazioli<br />

(a c. di), Le incoronazioni praghesi del 1627 e la<br />

tournée imperiale dei Fedeli (1627–29), in I Gonzaga<br />

e l’Impero. Itinerari dello spettacolo, a c. di U. Artioli e<br />

C. Grazioli, Firenze, Le Lettere, 2005, pp. 451–491.<br />

55. Nello stesso periodo arriva a Praga Ferdinando<br />

II granduca di Toscana. Praga è la sede imperiale di<br />

Ferdinando II d’Asburgo. Nel novembre Andreini si<br />

sposta a Vienna.<br />

56. V. Allacci, Drammaturgia, cit., col. 493, dove,<br />

infatti, si prende il poema per un testo teatrale e dove<br />

compare anche un refuso: 17 agosto 1652 per 17 agosto<br />

1612 (Cfr. Bevilacqua, XXIV, p. 131). Allacci<br />

ricorda anche l’edizione praghese del 1628. Mariti–<br />

Carandini (Cronologia e Opere, p. 54) citano, oltre<br />

all’edizione di Praga, anche una “rappresentativa”<br />

stampata a Vienna nel 1629, dedicata a Giovan Battista<br />

Pallotto (sconosciuta a Bartoli). Si v. ora C. Grazioli<br />

(a c. di) L’edizione viennese della Maddalena,<br />

Composizione rappresentativa (1629) di Giovan Battista<br />

Andreini, in I Gonzaga e l’Impero. Itinerari dello<br />

spettacolo, cit., pp. 493–507. Si v. anche R. Palmieri,<br />

Introduzione all’ed. Bari, Palomar, 2006, pp. 25–32, a<br />

cui si rinvia anche per la bibliografi a critica sul tema.<br />

57. La peste colpì Bologna nel 1630. Nell’estate le<br />

autorità civili della città formularono un voto alla<br />

Madonna che fu sciolto con una pubblica solenne<br />

cerimonia il 27 dicembre, descritta in una relazione<br />

stesa il primo gennaio dell’anno successivo.<br />

58. Cfr. Fiaschini, pp. 144–149.<br />

59. Lo «stendardo» fu esposto per diversi giorni (cfr.<br />

Fiaschini, nota 6 a p. 146) e fu trasformato poi nella<br />

Pala della peste del famoso pittore, oggi alla Pinacoteca<br />

Nazionale di Bologna: cfr. Guido Reni, Catalogo<br />

della mostra, n. 57, pp. 136–138 e p. 204.<br />

60. Per Vincenzo Grimani, cfr. nota più sopra. Questa<br />

seconda edizione diff erisce dalla prima, fra l’altro,<br />

per l’assenza dell’elenco delle robbe.<br />

61. Diego Felipe de Guzmán, Marchese di Leganés,<br />

Governatore di Milano dal 1635–1636 e dal<br />

1636–1641.<br />

62. Oltre agli abituali aggiornamenti grafi ci (ingemmate<br />

/ ingemate; abolizione degli accenti sui<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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