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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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70 – Giovanna Sparacello<br />

Ed in tragico stil diserri i lampi<br />

De’ gran Tesori de’ superni scanni;<br />

Vivi pur, vivi, che il volar degli anni<br />

Lieve incarco ti fi a, già che tu stampi<br />

D’eternitade il calle, ond’oggi avvampi<br />

D’immortal luce in questo Mar d’aff anni.<br />

E me beata, che dal tuo bel lume<br />

Qual la terra dal Sol virtute apprendo<br />

Involandomi teco al Tempo edace.<br />

Che se FLORINDA tua su ricche piume<br />

Innalzi al Cielo, insieme anch’io v’ascendo,<br />

Cui porge la sua morte aura vivace 16 .<br />

Il Dottor di Leggi Andrea Santa Maria nel<br />

suo Concerto Poetico stampato in Napoli<br />

l’anno 1620 17 . alla pagina 96. loda questa<br />

Attrice con il qui sotto descritto Sonetto.<br />

Alla Signora Florinda Comica Fedele.<br />

Costei, che de’ Teatri, è capo, e mente;<br />

Se civil tratta, o villereccio amore,<br />

Se regio fi nge, o tragico furore<br />

Purga, move, e diletta alternamente.<br />

L’occhio, o l’udito i’ chiuder deggio? Sente<br />

Questo, quel vede, e per due varchi al core<br />

S’apre la via con bel soave ardore<br />

Questa dolce omicida, ed innocente.<br />

Di sue vicende i’ son compagno erede,<br />

Ch’Ella se varia stil forza è che sia<br />

Ver me la stessa, or che nel cor mi siede.<br />

Muto seco tenor s’è cruda, o pia,<br />

Temo, e sper egualmente; onde si vede<br />

Ne le favole sue la storia mia.<br />

Anche Giovanni Leone Sempronio da Urbino<br />

nella seconda parte della sua Selva Poetica<br />

18 alla pag. 198. Loda Florinda con il seguente<br />

Sonetto.<br />

Cesari rinascete, e generosi,<br />

Le dure sviscerando alpi Africane,<br />

Architettate a noi Scene Romane,<br />

Dov’Europa a seder tutta si posi.<br />

In Teatri piacevoli, e giocosi<br />

Una quaggiù delle gran Dee Toscane<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

Ecco spiegar sotto sembianze umane<br />

D’alte peripezie groppi amorosi.<br />

Ahi; ma che dico? Ogni terrena mole<br />

Debil saria di quella gente al pondo,<br />

Che d’alti applausi incoronar ti suole.<br />

Merti, o Florinda, al labbro tuo facondo<br />

Spettatori gli Dei, fi accola il Sole,<br />

Palchi le sfere, Anfi teatro il Mondo.<br />

Sembrerà forse ai Lettori una contraddizione,<br />

ch’io abbia chiamata Florinda di Patria<br />

Milanese, quando qui viene dal Sempronio<br />

appellata per una Dea Toscana. Ella fece<br />

soggiorno in Toscana col Marito lungo tempo,<br />

il quale essendo di nascita Fiorentino,<br />

avrà il Poeta creduto, che tale foss’anche la<br />

Moglie. Per altro il Marito istesso la chiama<br />

Milanese, nel preliminare discorso al<br />

suo Poema Sacro intitolato la Tecla Vergine<br />

e Martire 19 .<br />

Un altro Sonetto in lode di lei 20 abbiamo<br />

trovato in una raccolta di Rime di varj Autori<br />

stampata in Milano presso Donato Fontana<br />

l’anno 1627, che porta per titolo: Gemme<br />

Liriche; e qui lo riporteremo, benché non se<br />

ne sappia l’Autore, dando fi ne alle notizie di<br />

questa famosa Commediante.<br />

Porporeggi la Rosa, ed apra il riso<br />

All’apparir della ridente Aurora,<br />

Vesta smeraldo il fi anco, ed ostro il viso<br />

Allor, che spunta il Sol dall’onde fuora.<br />

Di bianca purità copra il Narciso<br />

L’oro del biondo crin, mentre s’infi ora,<br />

Versi pur il color di Paradiso<br />

Vago il Giacinto, o pur s’adorni Flora.<br />

Vane pompe, e trofei della Natura<br />

Flora, Rosa, Narciso, e ’l bel Giacinto<br />

Allo spuntar d’un fi or, che Febo oscura.<br />

Sparge i crini Florinda, io resto avvinto,<br />

Volge le guance, i sensi indi mi fura,<br />

Gira in me gli occhi, e ne rimango estinto.<br />

Note<br />

1. Le fonti del Bartoli sono rinvenibili in Comici<br />

dell’arte. Corrispondenze, a c. di C. Burattelli, D.

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