Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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286 – Giovanna Sparacello<br />
Sembra essere poi stata cucita su di lui la parte di Lelio<br />
nell’Incognita in cui il suo entusiasmo erotico si<br />
spingeva fi no quasi allo stupro. Cfr. R. Alonge, Il<br />
sistema di Mirandolina, in Id., Goldoni. Dalla commedia<br />
dell’arte al dramma borghese, Milano, Garzanti,<br />
2004, pp. 90–91.<br />
3. Nuovamente Bartoli sbaglia l’attribuzione dei ruoli,<br />
poiché Leandro era interpretato dal Gandini.<br />
4. In questo punto Bartoli confonde, palesamente, le<br />
vicende di Landi con quelle del Gandini. Il ruolo di<br />
Gianmaria della Bragora fu di Pietro Gandini e il ruolo<br />
di Lelio dell’attore ferrarese Bartolomeo Camerani.<br />
Inoltre, un contratto presente nell’Archivio Vendramin<br />
dà per certa la presenza di Landi nella compagnia<br />
del San Luca a partire dal 1756, quando Gandini se<br />
ne andò (il contratto è riproposto nell’introduzione<br />
di S. Mamome a C. Goldoni, La Locandiera, cit.,<br />
pp. 82–83; cfr. G. Guccini, Dall’Innamorato all’autore,<br />
in «Teatro e Storia», 2, 1987, pp. 251–293).<br />
5. Sul ruolo della vecchia così scrisse Goldoni: «Ho<br />
inventata la favola di Persone d’un rango inferiore;<br />
un Finanziere, un Capitano, sono i principali Soggetti;<br />
questi non eccedono il grado della Commedia,<br />
e gli altri tutti sono o inferiori, o dipendenti, o soggetti.<br />
Evvi una Vecchia, che forma il ridicolo», cfr. C.<br />
Goldoni, La sposa persiana. Ircana in Julfa. Ircana<br />
in Ispaan, a c. di M. Pieri, Venezia, Marsilio, 1996,<br />
p. 145. Di tutt’altro tenore le parole di Carlo Gozzi<br />
che nel Canto della sposa persiana rifl ette sul pessimo<br />
insegnamento morale dato da Goldoni: «A tal<br />
scandalo io nel mezzo / virtuosa avea ribrezzo / che<br />
godeste quella trama / e che diate buona fama / alle<br />
cose disoneste / e lodiate quella peste / della Curcuma<br />
ruffi ana», cit. C. Gozzi, Saggio di versi faceti, e di prose<br />
nelle opere del Co. Carlo Gozzi, in Opere, vol. VIII,<br />
Firenze, Colombani, 1774, p. 235. Il riferimento che<br />
Bartoli fa in nota alla scrittura per Landi non trova<br />
riscontro. La commedia, al debutto nel 1753, doveva<br />
apparire molto più scabrosa, cucita addosso a Pietro<br />
Gandini, celebre per i ruoli en travestie e per le battute<br />
licenziose. Sbaglia dunque anche Antonio Piazza,<br />
autore de Il teatro ovvero fatti di una veneziana che lo<br />
fanno conoscere (Venezia, Bassaglia, 1794, disponibile<br />
nell’edizione moderna L’attrice, a c. di R. Turchi,<br />
Napoli, Guida, 1984; il riferimento a Curcuma è a<br />
p. 125). Gandini, già presente nella compagnia Imer,<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
abbandonò la Compagnia Medebch nel 1755 e si recò<br />
a Dresda portando con sé i personaggi da vecchia che<br />
interpretava come Caratterista. Cfr. M. Pieri, Introduzione,<br />
a La sposa persiana..., cit., pp. 19–23.<br />
6. Oltre a Curcuma, interpretò Donna Rosimena<br />
(Festino) e Donna Rosega (Le Massere). Sulla tipologia<br />
femminile interpretata da Landi C. Alberti, Il linguaggio<br />
delle massere sulla scena di Carlo Goldoni, in La<br />
maschera e il volto, a c. di F. Bruni, Venezia, Marsilio,<br />
2002, pp. 203–230.<br />
7. La vicenda non riguarda Landi, ma sempre Gandini<br />
che, con la moglie che interpretava la Prima<br />
Donna, lasciò la Compagnia nel 1755 per andare<br />
a recitare a Dresda. Si legge nell’ Introduzione al V<br />
tomo Pitteri § 26–39 (C. Goldoni, Nuovo Teatro<br />
comico dell’avvocato Carlo Goldoni, tomo V, Venezia,<br />
Appresso Francesco Pitteri, 1755).<br />
8. Landi fonda la Compagnia di Istrioni, che,<br />
nell’estate del 1771, riceve il consenso di recitare,<br />
presso il Teatro dei Remoti di Faenza. Non è possibile,<br />
invece, risalire al passaggio della Compagnia per<br />
Ravenna (C. Valenti, Gli uomini e il teatro nella Romagna<br />
pontifi cia. Società, cultura e mercato teatrale fra<br />
autoconsumo e organizzazione dello scambio, in Uomini<br />
di teatro nel Settecento in Emilia e Romagna, vol. I, a<br />
c. di E. Casini–Ropa, M. Calore, G. Guccini, C. Valenti,<br />
Modena, Mucchi editore, 1986, pp. 318–377:<br />
p. 335).<br />
9. Uccise l’apparatore della Compagnia Giuseppe<br />
Spisani al Teatro di Reggio Emilia di cui era diventato<br />
il Direttore (Archivio di Stato di Modena, Tavola di<br />
Stato, 13 dicembre 1769). Un documento del 1770,<br />
citato da Rasi, ricorda però che non venne riconosciuto<br />
colpevole poiché fu provocato e per questo venne<br />
scarcerato (Rasi, cit.).<br />
Flavia Crisanti<br />
LAPY GIUSEPPE Bolognese. Capo Comico,<br />
che ha condotta per molti anni, e che<br />
conduce ancora la sua Compagnia con molto<br />
decoro, e con una reputazione degna di<br />
lui carattere onesto. Recitò da Dottore non<br />
solo, nella sua Truppa, che fi orì con grido nel<br />
Teatro di San Luca intorno al 1752. ma fu