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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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Louis Bon temps, valletto del Re. BIBLIOGRAFIA:<br />

Campardon, I, pp. 247–248; Rasi, II, pp. 1008–<br />

1013; Sand, I, 89–98; P. Toldo, Il teatro d’Evaristo<br />

Gherardi a Parigi, «Rassegna nazionale», Firenze,<br />

1897, p. 603 sgg.; M. Apollonio, Storia della<br />

Commedia dell’Arte, Roma–Milano, Augustea, 1930<br />

(ried. fotomeccanica: Firenze, Sansoni, 1982), II,<br />

p. 109 sgg.; H. Carrington Lancaster, A History of<br />

French Dramatic Literature in the Seventeenth Century,<br />

Baltimore, Md., Th e Johns Hopkins press, Paris, Les<br />

Presses universitaires, 1929–42, 5 voll. (vol. IV, Th e<br />

period of Racine, 1673–1700, II, Baltimore 1940,<br />

pp. 599–705); F. Moureau, Les comédiens italiens<br />

et la cour de France (1644–1697), «XVIIe siècle»,<br />

XXXIII (1981), pp. 63–81; R. L. Erenstein,<br />

Unbekannte Illustrationen des Th éâtre–Italien, «Maske<br />

und Kothurn», XXXI (1985), pp. 263–279; U.<br />

Cecchi, L’arlecchino del Re Sole: la vita e il teatro di<br />

Evaristo Gherardi, Prato, Cassa di Risparmi e Depositi<br />

di Prato, 1986; V. Scott, Th e Commedia dell’arte in<br />

Paris 1644–1697, Charlottesville, University Press<br />

of Virginia, 1990, pp. 8, 19, 187, 276–280, 318<br />

sg., 338–340, 351, 353 sg., 375; Enc. Spett., cit., V,<br />

coll. 1186–1189; D. Gambelli, Arlecchino a Parigi.<br />

Dall’inferno alla corte del Re Sole, Roma, Bulzoni,<br />

1993, pp. 175, 219–222, 226, 230, 233–235, 238,<br />

241–244, 255, 303 sgg., 323, 327, 345, 349, 370,<br />

375, 377 sgg.; DBI, vol. 53, 1999, pp. 548–550 (G.<br />

Checchi).<br />

2. Gherardi si trasferisce a Parigi solo nel 1683, alla<br />

morte del padre; dopo aver studiato fi losofi a nel prestigioso<br />

Collège de la Marche, inizia la sua carriera<br />

teatrale a ventisei anni; non si hanno notizie di suoi<br />

precedenti esordi <strong>italiani</strong>. Debutta il primo ottobre<br />

1689 all’Hôtel de Bourgogne in Le divorce di François<br />

Regnard, nella maschera di Arlecchino e vincendo,<br />

all’epoca, il confronto con il precedente Arlecchino<br />

dell’Ancien Th éâtre Italien, Giuseppe Domenico<br />

Biancolelli “Dominique” (secondo Gherardi stesso<br />

questo improbabile debutto di un giovane alle prime<br />

armi nella più prestigiosa compagnia professionale<br />

dell’epoca si spiega con l’ordine del re Luigi XIV in<br />

persona) e in appena undici anni di attività, caratterizza<br />

la maschera con tratti nuovi e personali; per<br />

un’analisi di questa innovazione, fondamentalmente<br />

basata sul testo del debutto, Le divorce di Regnard, e<br />

Francesco Bartoli – 267<br />

sull’interpretazione della celebre iconografi a presunta<br />

gherardiana d’après Gillot, v. R. Guardenti, Gli <strong>italiani</strong><br />

a Parigi. La Comédie Italienne (1660–1697). Storia,<br />

pratica scenica, iconografi a, Roma, Bulzoni, 1990,<br />

vol. I, pp. 119–157.<br />

3. La storia di questa pubblicazione, non a caso<br />

spesso messa in relazione con il dissolvimento della<br />

compagnia il 13 maggio 1697 (cfr. G. Checchi, cit.,<br />

pp. 548–550), è storia di nobili intenti (pochi) e di<br />

piccole furberie (molte). Il 24 maggio 1694 Gherardi<br />

(pare, senza alcun accordo preliminare con i compagni<br />

di lavoro) ottiene il privilegio di pubblicare una<br />

raccolta di scene francesi della compagnia del Th éâtre<br />

Italien, di cui dunque esce una prima tiratura di duemila<br />

copie presso l’editore de Luyne; immediatamente<br />

i compagni lo citano in tribunale (17 settembre),<br />

dal quale ottengono la cessazione della vendita, il ritiro<br />

del privilegio, e la consegna delle copie. Un primo<br />

accordo sembra trovato quando un mese dopo (27<br />

ottobre) Gherardi concorda con una rappresentanza<br />

dei compagni (Marco Antonio Romagnesi, Tiberio<br />

Fiorilli, Ursula Cortezzi vedova di Dominique, Francesca<br />

e Caterina Biancolelli) la vendita dei libri a benefi<br />

cio di tutta la compagnia; ma continua ad opporsi<br />

a questo accordo e a sostenere la distruzione dell’opera<br />

il clan dei Costantini (Costantino, Angelo, nonostante<br />

sia appena stato padrino del suo ultimo fi glio,<br />

e Giovan Battista), sostenuto da Giuseppe Giratoni,<br />

Giuseppe Tortoriti e Michelangelo Fracanzani; salvo<br />

scoprire che Giovan Battista Costantini ha venduto<br />

per conto suo le novecento copie che gli sono state<br />

affi date, facendo credere ai compagni di averle bruciate.<br />

D’ora in poi la successione delle edizioni, alcune<br />

pirata, in Francia e all’estero, sfugge al controllo<br />

degli attori e di Gherardi, che riuscirà comunque, nel<br />

1700, ad approntare un’edizione defi nitiva.<br />

4. La prima edizione è Le Th éatre Italien ou Le Recueil<br />

de toutes les scènes Françaises qui ont été jouées sur<br />

le Th éatre Italien de l’Hotel de Bourgogne, Paris, De<br />

Luyne, 1694. In seguito la fortuna tipografi ca del cosiddetto<br />

Recueil è lunga, particolarmente signifi cativa<br />

nella storia del teatro («dopo la pubblicazione degli<br />

Scenarj di Flaminio Scala, la più importante per la<br />

storia dei nostri <strong>comici</strong>», cit. Rasi, cit., pp. 1008–<br />

1013) e ancora da ricostruire nella sua esemplare interezza;<br />

Cesare Garboli e Gian Carlo Roscioni (voce<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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