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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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454 – Giovanna Sparacello<br />

l’Alzira al suo ritorno dalla Francia e l’aveva messa<br />

in scena nella dimora dell’amico Alfonso Ercolani nel<br />

1737, interpretando egli stesso la parte di Zamoro (su<br />

questo argomento si veda M. Calore, Cultura teatrale<br />

negli stati estensi, in Teatro e musica nel ‘700 estense.<br />

Momenti di storia culturale e artistica, polemica di idee,<br />

vita teatrale, economia e impresariato, a c. di G. Vecchi<br />

e M. Calore, Firenze, Olschki, 1994, pp. 87–89).<br />

5. Insieme ai <strong>comici</strong> del Duca di Modena, Vitalba<br />

recitò nell’estate del 1724 a Padova nel Teatro degli<br />

Obizzi; in questa città egli tornò spesso ad esibirsi nella<br />

parte di Primo Amoroso sia in tale compagnia, sia<br />

in quella Imer a partire dal 1735 (B. Brunelli, I teatri<br />

di Padova. Dalle origini alla fi ne del secolo XX, Padova,<br />

Draghi, 1921, p. 124). La sua interpretazione nel Belisario<br />

gli varrà l’elogio da parte di Goldoni: «[Vitalba]<br />

comico il più brillante, il più vivo, che siasi veduto<br />

sopra le scene» e ancora, «[Vitalba] malgrado qualche<br />

licenza comica ch’egli si prendeva di quando in quando,<br />

sosteneva talvolta con forza, ed arte maestra la<br />

dignità di [Belisario] un capitano valoroso, intrepido<br />

e perseguitato» (Prefazioni dell’edizione Pasquali XIII,<br />

in Goldoni, I, pp. 712, 718–719). Incerta è la data<br />

di partenza dalla compagnia di Imer, collacabile fra il<br />

1737 (cfr. G. Herry, Carlo Goldoni. Biografi a ragionata,<br />

t. I, 1707–1744, Venezia, Marsilio, 2007, p. 281)<br />

e il 1739 (A. Scannapieco, Alla ricerca di un Goldoni<br />

perduto, in «Quaderni Veneti», 20, 1994, pp. 9–56).<br />

6. Certa è la presenza di Francesco Cattoli al Teatro<br />

San Luca per la stagione invernale del 1742, come dimostra<br />

un appunto di Girolamo Zanetti (F. Stefani,<br />

Memorie per servire all’istoria dell’inclita città di Venezia<br />

di Girolamo Zanetti, in «Archivio veneto», XXIX,<br />

1885, p. 98). Vitalba lavorò insieme alla moglie nella<br />

compagnia di Giuseppe Campioni, come si evince<br />

dalla presenza della sua fi rma nell’attestato di gratitudine<br />

sottoscritto il 28 novembre 1750 dai <strong>comici</strong><br />

della compagnia Campioni a Giuseppe (Biblioteca<br />

Casa Goldoni di Venezia, Archivio Vendramin, 42 F<br />

1/7, cc. 15–16).<br />

7. È lo stesso Vitalba a narrare la sciagura del terremoto<br />

di Lisbona in una lettera scritta da Milano il 24<br />

maggio 1757, indirizzata a Francesco Vendramin con<br />

cui si era indebitato, conservata presso la Biblioteca<br />

Casa Goldoni di Venezia (Archivio Vendramin, 42 F<br />

8/1).<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

8. Nei registri di San Samuele si trova l’indicazione<br />

secondo cui il comico fece seppellire la moglie Costanza<br />

il 17 ottobre 1736. Nel 1742 Vitalba risulta<br />

padre di un fi glio legittimo, Gaetano Maria, avuto<br />

dalla seconda moglie Caterina, la stessa che probabilmente<br />

descrisse i particolari del terremoto di Lisbona<br />

in una lettera conservata presso la Biblioteca del Museo<br />

Civico Correr di Venezia. Un necrologio apparso<br />

a Padova il 5 gennaio 1772 annuncia la morte di A.<br />

Vitalba, chiaramente non identifi cabile con l’attore<br />

(E. von Loehner, Carlo Goldoni e le sue memorie.<br />

Frammenti, in «Archivio veneto», 1882, t. XXIV, parte<br />

I, p. 20).<br />

Giulietta Bazoli<br />

VITALBA GIOVANNI, fi gliuolo d’Antonio<br />

1 . Apprese in prima la chirurgia in Firenze;<br />

e poi diedesi all’arte Comica, e sposò l’Angela<br />

fi glia maggiore d’Antonio Sacco. Ha sempre<br />

avuto impiego nella Compagnia del Suocero<br />

recitandovi la parte dell’Innamorato 2 . Non<br />

è Comico di fi na abilità, ma si rende utile<br />

in eseguire certe cose faticose nelle favole del<br />

Signor Conte Carlo Gozzi; e rappresentando<br />

de’ caratteri ove la dolcezza, e gli aff etti non<br />

abbiano luogo. Ha veduto il frutto delle sue<br />

fatiche avendo accumulato del denaro. Tiene<br />

un solo fi gliuolo per nome Costanzo, che<br />

vive in Francia esercitando l’arte del Giojelliere,<br />

e che nelle sostanze del Padre troverà a<br />

suo tempo una mediocre fortuna 3 .<br />

Note<br />

1. Figlio di Antonio e Caterina Vitalba. BIBLIO-<br />

GRAFIA: Rasi, III, pp. 683–685; Leonelli, II,<br />

p. 446; Enc. Spett., IX, col. 1723. Il nome di Antonio<br />

Vitalba è principalmente legato allo scandalo scoppiato<br />

in seguito alla rappresentazione della commedia<br />

gozziana Le droghe d’amore avvenuta a Venezia nel<br />

Teatro San Salvatore il 10 gennaio 1777. In questa<br />

pièce, dietro al personaggio di Don Adone e alle sue<br />

avventure amorose, è adombrato–non troppo implicitamente–Pietro<br />

Antonio Gratarol, segretario del<br />

Senato che, proprio in quel periodo, era l’amante di

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