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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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428 – Giovanna Sparacello<br />

de’ suoi Compagni, e colla brillante Comica<br />

società. Si trasferì poi in Sicilia, ed in Palermo<br />

pubblicò una bella traduzione di Sette<br />

Notti, d’Edoardo Young Inglese in versi Toscani<br />

recate; e meritò l’onore d’essere aggregato<br />

all’Accademia de’ Pastori Ereini sotto il nome<br />

di Dendrio Ipsisto. Fu quest’Opera stampata<br />

in Palermo nella Stamperia de’ Santi Apostoli<br />

l’anno 1774. in forma di quarto. Esse<br />

Notti furono dedicate dallo Scherli a varj<br />

dottissimi Personaggi, coll’ordine qui sotto<br />

esposto.<br />

La Morte di Narcissa. All’Accademia de’ Pastori<br />

Ereini.<br />

L’Immortalità dell’anima. Prove Fisiche al Signor<br />

Conte Gaspare Gozzi.<br />

L’obblio della Morte. Alla Signor Contessa Luisa<br />

Bergalli Gozzi, fra gli Arcadi Irminda Partenide.<br />

I Cieli, o sia la Pluralità de’ Mondi. Al Signor<br />

Canonico Don Giustiniano Orsini, Consultore<br />

della Sacra Congregazione dell’Indice.<br />

L’Esistenza di Dio, e degli Spiriti. Alla Signora<br />

Principessa Donna Marianne Gaetani e Paceco,<br />

de’ Duchi di Laurenziano, fra gli Ereini Fiametta<br />

Partenopea.<br />

L’Annientamento, e la Consolazione. Al Signor<br />

Don Federico di Napoli Principe di Resultano,<br />

Arcipastore dell’Accademia degli Ereini.<br />

Fu Leopoldo Maria Scherli 1 presso il Barone,<br />

e Principe Spaccaforni impiegato per qualche<br />

tempo nella carica di Segretario, ma toltosi<br />

dal suo servigio, venne in Italia incaricato da<br />

altri di provvedere una Comica Compagnia<br />

per quella Città; ed in Venezia portandosi,<br />

una ivi ne unì come potè meglio, e benchè<br />

di poco buoni Soggetti provvista, la condusse<br />

a Palermo. Gli Attori non piacquero,<br />

e lo Scherli n’ebbe de’ rimbrotti, pe’ quali<br />

affl ittosi oltre modo, visse pochi mesi pieno<br />

d’inquietudine, e poscia cadendo gravemente<br />

infermo, lasciò di vivere nell’Autunno del<br />

1776. Fu lo Scherli un uomo assai dotto, per<br />

cui ebbero infi nita stima varj Letterati; ma<br />

egli era di stravagante temperamento; e sì<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

taciturno a segno, che andando un giorno a<br />

desinare con Andrea Patriarchi, non fu mai<br />

sentito pronunziare una parola durante tutto<br />

il tempo della tavola, e col solo saluto da<br />

quella Casa partì. Visse lontano dalla Moglie,<br />

come si disse nella notizia di lei; ed inclinato<br />

solo a suoi studj, passò la vita in qualsivoglia<br />

stato sempre contento. Un saggio del di lui<br />

stile sarà il componimento, che segue.<br />

Licenza recitata dalla prima Donna<br />

della Compagnia de’ Comici<br />

nel Teatro San Giovanni Grisostomo di Venezia<br />

l’ultima sera del Carnevale MDCCLIX.<br />

Della guerriera tromba ascolta il suono appena,<br />

{pagg. 236–238}<br />

Note<br />

1. Sherli.<br />

SERRAMONDI CARLO 1 . Fece nella<br />

Compagnia di Pietro Rosa i di lui progressi<br />

nell’arte del recitare, e si mostrò molto abile<br />

nella parte dell’Innamorato 2 . Sposò la di lui<br />

fi glia Caterina, ed ebbe il dispiacere di perderla<br />

per la disgrazia accadutale nel balzar<br />

dal Calesse come si è narrato altrove 3 . Carlo<br />

Serramondi passando fra due mesi alle seconde<br />

nozze con una fi glia di Marco Fiorio<br />

Veronese 4 , ha fatto conoscere a prova non<br />

essere fallace quel proverbio che dice:<br />

“Colui che muore in Tomba oscura giace,<br />

E chi vive l’obblia dandosi pace.” 5<br />

Note<br />

1. BIBLIOGRAFIA: Rasi, III, p. 409 (alla voce Rosa<br />

Caterina), Giardi, passim.<br />

2. Il volume di Giardi testimonia della presenza di<br />

Carlo Serramondi nella compagnia di Rosa nel carnevale<br />

1775 e durante la stagione comica 1775–76.<br />

Nel 1778–79 si trovava con la moglie Caterina nella<br />

compagnia di Giuseppe Lapy. Cfr. Giardi, pp. 174,<br />

250–251.

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