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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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NARDI ANTONIO. Inclinato a recitare<br />

nella ridicolosa parte del Tartaglia, gli<br />

s’aperse il modo di soddisfare il suo genio,<br />

quando il famoso Agostino Fiorilli alienossi<br />

dalla Truppa d’Antonio Sacco, e passò in<br />

quella della Maddalena Battaglia 1 . Il Nardi<br />

dopo d’aver fatto uno studio assiduo sopra<br />

il modo di travagliare dell’accennato Fiorilli,<br />

dopo d’aver osservato in qual guisa conduceva<br />

i di lui Scenici Soggetti, e dopo d’aver<br />

appreso da lui tutti que’ lazzi appropriati<br />

alle varie Commedie dalla Truppa Sacco<br />

rappresentate, coraggioso v’entrò, e fornito<br />

di buono intendimento ha supplito alle<br />

veci del predetto Fiorilli, ed ha riparato alla<br />

di lui mancanza travagliando con grazia, e<br />

colla più assidua attenzione. È bene, che in<br />

questo Comico veggasi non perduto il seme<br />

d’un’abilità commendata, e che in lui riviva<br />

un Personaggio di merito per gloria dell’arte,<br />

e per onor di se stesso 2 .<br />

Note<br />

1. BIBLIOTECA: Rasi, III, p. 178; Leonelli, II,<br />

p. 132. L’avvicendamento avvenne nel 1779 come si<br />

desume anche da una lettera di Luigi Ballerini a Daniele<br />

Andrea Dolfi n, ambasciatore in Francia datata<br />

11 ottobre 1779: «San Luca è in terra per la mancanza<br />

del Tartaglia [Agostino Fiorilli] e la vecchiezza del<br />

Sacchi» (P. Molmenti, Epistolari veneziani del Settecento,<br />

[1914], Venezia, Supernova, 2005, p. 27).<br />

2. Nardi ebbe una carriera assai lunga con la compagnia<br />

Sacchi: infatti, ancora nella primavera del 1782<br />

recitava a Padova nel Teatro degli Obizzi insieme ad<br />

Antonio Sacchi e a Atanasio Zannoni (B. Brunelli,<br />

I teatri di Padova. Dalle origini alla fi ne del secolo XX,<br />

Padova, Draghi, 1921, pp. 187–188).<br />

Giulietta Bazoli<br />

NARDO di Palermo. Giocosissimo secondo<br />

Zanni, che fi oriva nel Regno della Sicilia intorno<br />

alla metà di questo Secolo; ed il suo<br />

cognome chiamavasi de’ Ferrasani. Vestiva<br />

un abito tutto bianco, e pressoché alla foggia<br />

Francesco Bartoli – 339<br />

del Pagliaccio, o del Pierò de’ giocolatori.<br />

Grazioso nelle parole, e ne’ gesti, colle arguzie<br />

della lingua, e co’ movimenti del corpo<br />

divertiva moltissimo il suo uditorio. Quando<br />

il Padrone lo sgridava, egli si faceva tutto<br />

pallido, che sembrava un infermo spirante; e<br />

se lo stesso placavasi poco dopo, e lo accarezzava,<br />

tutto infi ammavasi in volto, divenendo<br />

rosso in sì notabil guisa, che cagionava meraviglia<br />

nell’animo degli spettatori. Talvolta<br />

torceva la bocca, ed ingrandiva il mento con<br />

sì fatto sberleff o che moveva le risa anche<br />

ne’ più svogliati, e melanconici. Se la Serva,<br />

di cui mostravasi innamorato era seco in<br />

collera, e lo rimproverava, tu lo vedevi nascondersi<br />

la testa infra le spalle, tal che senza<br />

collo appariva, ed allora quando faceva seco<br />

la pace, e lo blandiva, tutto il collo nascosto<br />

per sì fatto modo allungava, che pareva quello<br />

d’una Grù, o d’altro simile augello. E lo<br />

torcimento della bocca, e l’allungamento del<br />

collo mostrasi in qualche parte espresso nel<br />

ritratto, che qui di contro vedesi delineato,<br />

ed inciso. Toltosi poi Nardo alla Professione<br />

del Comico, andava per le pubbliche vie di<br />

Palermo chiedendo ad alta voce perdono dello<br />

scandalo dato col suo parlar libero sul Teatro,<br />

ma facevalo in un modo capriccioso, e<br />

bizzarro. Vi chiedo scusa (egli diceva) del cattivo<br />

esempio che v’ho dato, e m’accuso d’essere<br />

stato un furfante, ma più furfanti siete stati voi<br />

altri portandovi così vogliosi ad ascoltarmi. Il<br />

Popolo rideva a tali parole, e per ogni strada<br />

seguivalo, facendolo suo proprio divertimento,<br />

e trastullo. Venendo a morte fu il suo corpo<br />

diseccato a guisa d’una Mummia, e posto<br />

in un pubblico Cimiterio. Andavano le genti<br />

bene spesso a visitarlo augurandogli pace<br />

all’anima, ma la cosa fi niva poi in risate, e la<br />

divozione non riusciva di nissun profi tto, nè<br />

per i suff raganti, nè per il suff ragato. Talche<br />

fu saggiamente divisato da chi prudente presideva<br />

a quel sacro luogo, che quel cadavere<br />

fosse di là levato, e sotto terra riposto. La memoria<br />

del ridicolo Nardo Commediante vive<br />

tuttora in Palermo, e noi ne abbiamo qui<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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