Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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144 – Giovanna Sparacello<br />
ricavato dalla rielaborazione di vecchi scenari dell’arte<br />
e dall’assemblaggio di scene tratte da canovacci rispolverati<br />
e rivisti, ma proprio in questa maniera di<br />
procedere risiede la particolare abilità della Bacelli: la<br />
facoltà di adattare il testo di partenza, modifi candone<br />
la sagoma con tagli e aggiunte per ricavarne uno<br />
nuovo.<br />
10. La ricostruzione degli eff ettivi della troupe della<br />
Comédie–Italienne tra gli anni 1766 e 1776 mostra<br />
infatti che la Bacelli fu pensionaria del teatro per esattamente<br />
dieci anni, il suo nome scompare dalla lista<br />
delle attrici attive e slitta tra le ritirate con pensione<br />
all’apertura dell’anno 1777, sostituito con quello di<br />
Teodora Ricci in qualità di attrice pensionaria. Nel<br />
1776 La Baccelli lascia infatti il proprio ruolo di Prima<br />
Amorosa, per ritirarsi defi nitivamente dalla scena,<br />
nell’aprile del 1777, con una pensione di 500 lire. Per<br />
un profi lo di Teodora Ricci si veda ad vocem in queste<br />
<strong>Notizie</strong>.<br />
Silvia Spanu Fremder<br />
BRUNI DOMENICO. Era questo fi glio<br />
d’un Comico unito alla Compagnia de’ Gelosi<br />
1 , ed era con la Madre rimasto a Bologna,<br />
mentre il di lui Padre trovavasi in Sicilia, e<br />
nel Regno di Napoli vagando. Dopo d’aver<br />
soff erte molte calamità, avendo fi nalmente<br />
saputo che il suo Genitore era ritornato da<br />
quelle parti lontane, e che faceva per allora<br />
il suo soggiorno nella prossima Firenze, trovandosi<br />
per malattia soff erta anche obbligato<br />
al letto, consigliato da un suo benefattore<br />
per nome chiamato Adriano Riccardi d’andare<br />
a riconoscere, e nel tempo istesso ad<br />
unirsi in Firenze a quel Padre, che non aveva<br />
che veduto da Bambino; chiesta licenza alla<br />
Genitrice, ed ottenutala, di partirsi risolse.<br />
Correva l’anno 1594. e compiva Domenico<br />
Bruni il quattordicesimo dell’età sua, quando<br />
nel giorno 15. Gennajo uscì di Bologna,<br />
montato sopra d’un Mulo, ed involto in un<br />
lacero pelliccione con un pajo di sotto calze<br />
nelle saccoccie, avute da mentovato Riccardi,<br />
con ordine di consegnarle allo Speziale<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
di Santa Maria Nuova, giunto che fosse in<br />
Firenze. Questo primo viaggio costò al giovinetto<br />
Bruni molti travagli; poiché in tre<br />
giorni e mezzo di cammino, col Mulo carico,<br />
oltre il suo peso, anche di mezza soma<br />
di ferro ebbe ad annegarsi passando il fi ume<br />
Savena; fu gettato dalla bestia a Scaricalasino<br />
per il vento che soffi ava impetuoso; dovè fare<br />
la scesa del giogo a piedi; e giunto alle porte<br />
di Firenze nol vollero lasciar entrare quella<br />
sera in Città, avendolo creduto i guardiani<br />
delle porte un guidoncello. Due sole crazie 2 ,<br />
ch’egli aveva, gli servirono per alloggiare, e<br />
per iscaldarsi, e se una pietosa Ostessa non<br />
davagli un poco di pane onde cibarsi, morivasi<br />
in quella notte di fame. La mattina<br />
fattosi meglio conoscere, entrò in Città, e<br />
domandato dell’albergo, ove alloggiato stavasi<br />
il Padre suo, vi si portò. Chiesto di lui,<br />
fugli insegnato; ma il Bruni in cambio di<br />
portarsi alla sua Camera, a quella dell’Oste<br />
portossi, e trovandolo in letto covalescente<br />
anch’esso, chiamollo col nome di Padre; ma<br />
in quell’istante sopraggiunta la Moglie di lui,<br />
senza meglio chiarirsi, chiamò il Bruni bastardo,<br />
gridò col marito, e fu per gettar sossopra<br />
la Casa. L’Oste la fece a cenni tacere, e<br />
decifrato l’enigma, fu il ragazzo da una serva<br />
condotto sopra in un alto stanzino, nel quale<br />
trovato veramente suo Padre, e datoglisi a<br />
conoscere, esso colle lagrime agli occhi abbracciollo,<br />
e di lì a poco fecelo vedere a’ suoi<br />
compagni. Consegnate per tanto le calze allo<br />
Speziale, spogliato il pelliccione, e vestitosi<br />
di un abito di panno, parvegli d’aver migliorata<br />
la Sorte sua. Francesco Andreini, detto il<br />
Capitano Spavento, conosciuto il ragazzo di<br />
qualche spirito, fecegli imparare un Prologo,<br />
che con franchezza da lui recitato in Teatro,<br />
fu il principio di quel Comico esercizio, che<br />
venne poi sempre da lui proseguito. Crebbe<br />
in età Domenico Bruni, e crebbe altresì in<br />
valore, producendosi sulle Scene nel carattere<br />
d’Innamorato sotto il nome di Fulvio.<br />
Portatosi a Torino fu molto gradito dalla Real<br />
Casa di Savoja 3 , e divenne Comico all’attual