Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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46 – Giovanna Sparacello<br />
e la bella Zorama, che per non consegnare Enrico ai<br />
propri correligionari decide di togliersi la vita.<br />
9. Nel testo di Bartoli «tuo», che si è corretto.<br />
10. Nel testo della Caminer al posto di «avari» è<br />
«ingordi».<br />
11. Nel testo di Bartoli «Fede», che naturalmente<br />
renderebbe il verso ipermetro.<br />
12. Nel testo «e’», che si è corretto.<br />
13. Non abbiamo notizie di questo testo.<br />
14. Ger. lib., XVI, 9.<br />
15. A completare la biografi a dell’Andolfati si ricordi<br />
che nel 1792 l’attore si recò a Milano, dove diresse<br />
l’Accademia dei fi lodrammatici, e che dal 1820 sino<br />
alla morte recitò a Milano e a Bologna nella compagnia<br />
del fi glio Giovanni. A un’altra, più tarda opera<br />
originale, la tragedia Eliade (Roma, 1801), si aggiunge<br />
poi una fi ttissima attività di traduzione dal teatro<br />
moderno e contemporaneo, raccolta, insieme al testo<br />
della Congiura di Mustafà, nei due voll. delle Rappresentazioni<br />
teatrali di P. A., Firenze, Pagani, 1791–1792<br />
(con dedica all’Accademia degli Infuocati), che comprendono:<br />
Il Calderaio di San Germano (da Gaspar<br />
Zavala y Zamora); Irene e Federico ossia Gli amanti<br />
generosi (da M.–A. Rochon de Chabannes); Guerra<br />
aperta ovvero Astuzia contro astuzia (da A.–J. Dumaniant);<br />
Federico II re di Prussia (dallo spagnolo di L. F.<br />
Comella); Giulietta e Romeo (da C. F. Weisse: con un<br />
fi nale tragico, e un altro lieto espressamente riscritto<br />
per il pubblico napoletano); L’Alcalde di Zalamea<br />
(da Calderón, attraverso la versione in prosa di J.N.<br />
Dufort, del 1778); Nina ossia La pazza per amore (da<br />
B.–J. Marsollier de Vivetières: testo, com’è noto, già<br />
oggetto di moltissime rielaborazioni librettistiche).<br />
Successivamente tradusse da A.V. Arnault (Bianca e<br />
Montcassin, Roma, 1803), da J. N. Boully (Il portatore<br />
d’acqua, Venezia, 1804), da P. Desforges (La moglie<br />
gelosa, Milano, 1820). Nella Biblioteca del Burcardo<br />
di Roma (segnature «C.189.10» e «C.191.5») sono<br />
custoditi i copioni, verosimilmente autografi , delle<br />
commedie Jennj, ovvero l’intrigante ravveduto (1814,<br />
dal francese di A.–J. Coffi n Rosny) e Mistriss Blanford<br />
(1819, da autore ignoto). Su Andolfati traduttore<br />
del teatro spagnolo (solitamente attraverso il tramite<br />
francese): B. Tejerina, «El Calderero de San Germán»<br />
de Gaspar Zavala y Zamora traducido al italiano por<br />
P. Andolfati, nel vol. coll. Relaciones culturales entre<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
Italia y España, Alicante, Universidad de Alicante,<br />
1995, pp. 173–188; Id., «El Alcalde de Zalamea» de P.<br />
Andolfati: una traducción postrevolucionaria y neoclásica,<br />
nel vol. coll. Tradurre, riscrivere, mettere in scena,<br />
Firenze, Alinea, 1996, pp. 211–240.<br />
Franco Arato<br />
ANDOLFATI TERESA. Fu Moglie di<br />
Bartolommeo Andolfati, e Madre di Pietro,<br />
e di molte femmine. Esercitossi col Marito<br />
in carattere di Prima Donna nella Comica<br />
Compagnia di Pietro Rossi, dove stette non<br />
pochi anni sostenendo con suffi cientissima<br />
abilità il proprio impegno. Fu poi chiamata<br />
da Girolamo Medebach nella sua Truppa al<br />
Teatro di San Giovanni Grisostomo di Venezia<br />
1 . Il desiderio di godere la lunga dimora<br />
di sei Mesi in quella Città (come è costume<br />
di que’ Comici ogni volta, che vi ritornano),<br />
e la speranza d’aumentare notabilmente le<br />
sue fortune, fecela risolvere, così consigliata<br />
dal marito, a sottomettersi piuttosto a fare<br />
da seconda Donna nella Veneta Compagnia,<br />
che da prima nella vagante del Rossi. Dato<br />
dunque eff etto a tale risoluzione stabilissi in<br />
Venezia coll’accennata Compagnia. Soff rì<br />
la Teresa però qualche cordoglio allorché si<br />
vide in un posto inferiore a quello, che sino<br />
allora aveva occupato; nulladimeno facendo<br />
forza a se stessa adattossi alle circostanze<br />
d’allora, e adempì il suo dovere anche in tal<br />
guisa. Stette più anni in quella Compagnia,<br />
dopo i quali in Parma diede alla luce una<br />
fanciulla ultimo suo parto, perchè nato non<br />
troppo felicemente, dovè la Madre nel suo<br />
puerperio cedere allo sconvolgimento della<br />
natura, e rendere l’Anima al Signore Iddio,<br />
in età d’anni 39 nel 1768. Bartolommeo di<br />
Lei Marito, che più non pensò ad ammogliarsi,<br />
fu trattenuto dal Medebach in sua<br />
Compagnia molto tempo, onde ebbe agio<br />
d’allevare decentemente cinque fi glie rimastegli,<br />
con qualche assistenza però del suo<br />
fratello Sacerdote Vicentino. La Francesca,