Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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274 – Giovanna Sparacello<br />
Dopo d’aver data alla luce una Bambina, che<br />
vive anch’oggi presso del Padre suo, provando<br />
un aff annoso puerperio dovè soccombere<br />
alla gravezza de’ suoi incomodi, e perdervi<br />
miseramente la vita nell’anno 1768.<br />
GRANDI MARIA Bolognese, denominata<br />
la Pettinara dall’arte del Marito suo, fabbricatore<br />
di Pettini. Questa Comica con sommo<br />
spirito travagliò nel carattere di prima Donna,<br />
e specialmente fi oriva quando recitavansi<br />
con maggior grido le Commedie del Dottor<br />
Carlo Goldoni. Formò Compagnia insieme<br />
con Vincenzo Bazzigotti col quale stette unita<br />
gran tempo. Fu in Malta, e in Barcellona,<br />
e seppe farsi conoscere anche in quelle<br />
parti per una Donna d’un valor singolare.<br />
Applaudilla più volte Bologna sua Patria, e<br />
specialmente nell’oggi abolito Pubblico Teatro<br />
detto della Sala. Nell’avanzarsi degli anni<br />
si è adattata a recitare ne’ Caratteri sostenuti<br />
di Madre, e di Regina; ed oggidì trovasi in<br />
Napoli unita al fi glio, di cui immediatamente<br />
noi parleremo.<br />
GRANDI TOMMASO, conosciuto assai<br />
meglio per Tommasino il Pettinaro 1 . Questo<br />
Comico ebbe i primi principj nell’Arte dalla<br />
Maria sua Madre 2 . Mostrò prontamente del<br />
genio, e dell’abilità per riuscire nel carattere<br />
d’Innamorato. Di passo in passo giunse a<br />
farsi esperto, e divenne capace di sostenere<br />
l’impegno di primo attore. Lavorò in Genova,<br />
in Barcellona, ed in altre Città 3 . Fu<br />
chiamato a venezia dal Lapy 4 , ed in quella<br />
Compagnia si produsse a gareggiare bravamente<br />
con Giuseppe Majani. Uno studio indefesso,<br />
una buona presenza, una espressiva<br />
naturale senza bassezza alcuna, una pulitezza<br />
lodevole, ed uno spirito pronto e vivacissimo<br />
lo condussero a non temere il suo emulo ad<br />
eguagliarlo ne’ meriti, e ad acquistarsi una<br />
pari riputazione sulle Venete Scene, ed in altre<br />
Provincie. La parte di Valcour nel Disertor<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
Francese, quella di Fajel nella Gabriella di<br />
Vergy 5 , ed altre molte, gli meritarono degli<br />
applausi ben dovuti, e lo distinsero per uno<br />
dei migliori Comici de’ nostri tempi. L’anno<br />
1774. alienossi dalla Compagnia del Lapy, ed<br />
unissi ad altra allora vagante diretta da Vincenzo<br />
Bugani, e per un anno non comparve<br />
a Venezia 6 . Videsi poi ricomparire nel teatro<br />
di San Giovanni Grisostomo colla Battaglia<br />
l’anno 1776. e fu ben accolto novellamente<br />
da’ suoi partigiani. Produsse in quelle Scene<br />
Il Pimmalione di Giovanni Giacomo Rousseau<br />
tradotto in Italiano dal Signor Abate Gardini<br />
7 ; e recitollo in Francese ancora, insieme<br />
con l’Antonia sua seconda Moglie, che vi faceva<br />
la parte di Galatea, e si vede il libretto<br />
co’ loro nomi alla stampa 8 . Egli n’ebbe delle<br />
lodi quantunque l’avesse qualche anno prima<br />
recitato un bravo Francese nel Teatro a<br />
San Moisè 9 . Ha pure scritte il Pettinaro due<br />
Commedie decorate da spettacoli una in<br />
prosa intitolata: Il Naufragio felice, e l’altra in<br />
versi col titolo: I Prodigi d’Amore. Queste trovansi<br />
manoscritte; ma vedesi bensì stampato<br />
un suo Dramma, che fu recitato in Musica<br />
con buon successo tratto dal Feudatario del<br />
Goldoni, e che s’intitola: Le Gelosie Villane 10 .<br />
L’Anno 1779, abbandonando la Compagnia<br />
della Battaglia si portò a Napoli, e vi fece dello<br />
strepito 11 . Gli toccò il dispiacere di rimaner<br />
vedovo per la seconda volta perdendovi<br />
la moglie, come già si narrò sotto l’articolo<br />
di lei al Cognome di d’Arbes Grandi. Egli<br />
continua a dimorare in quella Reale Città,<br />
ed ha avuto l’onore di esser chiamato alla deliziosa<br />
Villa di Caserta a divertire sua Maestà<br />
col Pimmalione; ed è stato molto gradito, e<br />
generosamente con doni riconosciuto alla<br />
regia munifi cenza. Alla stessa Maestà Napolitana<br />
ha pur egli fatto vedere un ballo spagnolo,<br />
che chiamasi il Fandangh; eseguito da<br />
lui ad occhi bendati in mezzo a un numero<br />
d’Ova, che movendosi ancora restano sempre<br />
illese, e non schiacciate da’piedi. Questa,<br />
ed altre abilità (non escludendo quella del<br />
Canto) possiede il Pettinaro oltre l’esercizio