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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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288 – Giovanna Sparacello<br />

un tratto aff abile, ed una gentilezza, che onestamente<br />

sa obbligare alla più pura aff ezione<br />

chi ha il piacer di conoscerla. Appreso aveva<br />

il ballo, e si fece vedere talvolta sulle Venete<br />

scene ad esercitarsi graziosamente in esso.<br />

Cresciuta poi in età, diedesi di buon proposito<br />

a recitare nelle Comiche Rappresentazioni,<br />

e sull’esempio di varie brave attrici ha<br />

potuto anch’essa riuscire una lodevole Recitante.<br />

Oggi con felici avanzamenti sostiene il<br />

carattere di prima donna nella compagnia del<br />

padre suo; e nelle cose tenere, nelle aff ettuose,<br />

e vivaci si porta a meraviglia dimostrando<br />

una volontà instancabile, una naturalezza disposta<br />

ad esprimere con verità i suoi concetti,<br />

ed una grazia allettatrice, che obbliga con<br />

piacere ad ascoltarla. La sua fi gura gentile, la<br />

sua giovinezza trilustre, e la sua fi orita venustà,<br />

sono pregi che incantano, e che sul Teatro<br />

le servono a doppiamente esser grata agli<br />

occhi benchè indiff erenti di chi la mira. Prosegua<br />

pur ella negl’incominciati suoi studj a<br />

dimostrarsi mai sempre applicata; faccia che<br />

i meriti suoi spettanti all’arte di rappresentare<br />

s’inoltrino maggiormente alla perfezione;<br />

diriga ogni sua mira alle vere fi nezze della sua<br />

Professione, e s’accerti che s’oggi vanno per<br />

lei risuonando i nomi di brava, e di bella, che<br />

un giorno uniti a questi anco s’udiranno gli<br />

altri di celebre, d’inimitabile, e di famosa.<br />

LAURENZIS GIUSEPPE ANTONIO 1 .<br />

Era questo un Comico bravo, che intorno<br />

al 1710. rappresentava assai bene la parte da<br />

Innamorato in Napoli nel Teatro de’ Fiorentini.<br />

Era questi legato dall’amore, che portava<br />

ad una Comica sua compagna, che dal<br />

nome usato da essa nel recitare chiamavasi<br />

Ortensia 2 . Le bellezze di costei avendo aff ascinato<br />

un Pittore in quella Metropoli come<br />

si dirà sotto al di lei articolo, fecero, che il<br />

Laurenzis da prima ne provasse cordoglio temendo<br />

nel Pittore un potente rivale. Ebbe<br />

però alla fi ne il contento di veder quello deluso,<br />

e se stesso dalla bella apprezzato; e seco<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

con valor recitando, mostrossi sempre più<br />

del di lei merito adoratore. Se poi la sposasse<br />

a noi non è palese, avendo le scarse notizie di<br />

questo Comico tratte da ciò che ne dice per<br />

incidenza Bernardo de’ Dominici nelle Vite<br />

de’ suoi Pittori Napoletani alla pag. 561. del<br />

Terzo Tomo 3 .<br />

Note<br />

1. BIBLIOGRAFIA: Rasi, III, p. 12.<br />

2. Per cui si v. ad vocem.<br />

3. Il comico è citato nella biografi a di Domenico<br />

Brandi: «Ma l’amore fu cagione, che traviasse per alcun<br />

tempo dal diritto cammino; perciocché andando<br />

egli a sentir rappresentare le Commedie dalli Istrioni<br />

nel Teatro de’ Fiorentini, s’invaghì fortemente di una<br />

Donna, che dal nome usato nel recitare, era chiamata<br />

Ortenzia, e molto per questa ebbe a soff rire, perché<br />

essendo ella in istima, e la prima della Compagnia,<br />

e che assai bene rappresentava, bisognava farle regali<br />

adeguati al suo merito, per avere il favore di visitarla.<br />

Domenico adunque impazzito dell’amor di costei, acquistò<br />

con molto dispendio la sua grazia (com’è solito<br />

di tal gente) e partendo ella da Napoli, egli ancora partì,<br />

e la seguitò a Roma, ad Ancona, e infi no a Venezia:<br />

dove alla perfi ne vedendo che Ortenzia più che lui<br />

amava Giuseppe Antonio de Laurenziis, galant’Uomo,<br />

che rappresentava assai bene la parte d’Innamorato,<br />

il quale anche aveva seguitato Ortenzia, vinto<br />

dall’amor suo, Domenico preso da gelosia e in punto<br />

di sdegno, rimproverata la Donna d’ingratitudine, se<br />

ne partì, e per la via di Livorno a Napoli fece ritorno»,<br />

cit. da Vite de’ Pittori, scultori ed architetti napoletani.<br />

Non mai date alla luce da Autore alcuno. Scritte da<br />

Bernardo de’ Dominici napoletano. In Napoli, Per<br />

Francesco, e Cristoforo Ricciardi, 1743, t. III, p. 561.<br />

B. De Dominici, Vite de pittori, scultori e architetti<br />

napoletani, 3 voll., Napoli, Ricciardi, 1742–1743. La<br />

ristampa anastatica è stata edita a Bologna da Forni<br />

nel 1979; un’edizione commentata dei tomi I e II, a c.<br />

di F. Sricchia Santoro e A. Zezza, è stata pubblicata a<br />

Napoli, Paparo edizioni, 2003. Cito inoltre l’edizione<br />

a c. di Raff aele Schettini, (So.gra.me, 1980) con pagine<br />

scelte e annotate da F. De Filippis.<br />

Giovanna Sparacello

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