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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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436 – Giovanna Sparacello<br />

Teatro di San Samuele di Venezia le occorse<br />

nel farlo un accidente, che potea essere per<br />

lei mortale, cadendo dall’alto al basso, perchè<br />

forse mal assicurata colle corde da chi<br />

dirigeva esso volo. Quantunque la caduta<br />

potesse riuscirle funesta, pure non le cagionò<br />

che poco danno, e fu in breve a proseguire<br />

le sue fatiche. In altre Truppe di Terra ferma<br />

passò ad impiegarsi, e fece vedersi nel Teatro<br />

della Sala in Bologna 2 l’anno del 1756<br />

in circa, recitando allora da prima Donna, e<br />

facendosi distinguere per valorosa non meno<br />

nelle cose improvvise, che nelle studiate rappresentazioni.<br />

Per domestici dissapori allontanossi<br />

dal Marito, nè seco si è riunita mai<br />

più. Pensò poscia di voler apprendere l’arte<br />

della Musica, e si diede a studiarla con molto<br />

impegno, onde potè comparire a cantare<br />

nelle Opere Musicali per qualche tempo in<br />

alcune principali Città. Poca fortuna però<br />

ella vi fece, e credè meglio di tornar 3 nuovamente<br />

ad esercitarsi nella Comica professione;<br />

e rividesi in Venezia con Girolamo<br />

Medebach nel Teatro di San Giovanni Grisostomo<br />

l’anno del 1770. L’anno appresso si<br />

tolse fuor di stagione dalla Truppa di quel<br />

Capo Comico, e dall’amicizia di nobile Cavaliere<br />

Letterato ricavar seppe a vantaggio<br />

suo delle favorevoli disposizioni. Si unì poi<br />

colla Truppa d’Onofrio Paganini allora appunto<br />

tornato di Spagna, e trovando nella<br />

Nuora di lui un ostacolo (non già dannoso<br />

al suo merito) ma in pregiudizio di quegli<br />

applausi, che avrebbe per sé sola desiderati,<br />

passò dopo con Pietro Rossi, e seco non vi<br />

stette che un anno solo 4 , a motivo dell’inquieto<br />

di lei spirito intollerante, e focoso.<br />

Fu costretta a far Compagnia, ed uniti varj<br />

Comici di suffi ciente abilità, presene la direzione<br />

insieme con Cristoforo Merli primo<br />

Innamorato, che seco erasi da più anni stretto<br />

in amicizia. Ciò fu nel 1776, e d’allora in<br />

poi ha sempre guidata la sua Compagnia con<br />

decoro, avendo occupate buonissime Piazze,<br />

come Bologna, Parma, Trieste, Milano, Brescia,<br />

e Mantova, con altre di minor conto.<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

Nell’anno 1777, fu insieme col Merli, e con<br />

Giovanni Valentini 5 chiamata a Napoli, con<br />

generoso stipendio, dove fermossi un anno<br />

solo, e tornò poi in Lombardia, continuando<br />

a condurre sotto la di lei direzione la Comica<br />

Truppa 6 . La sua maniera di recitare viene<br />

accolta fra le migliori, che in oggi piacciono<br />

sui Teatri d’Italia, e nelle parti Tragiche è<br />

veramente degna di molte lodi 7 . Ella è una<br />

donna di raro acume; è parlatrice forbita, ed<br />

elegante; e nelle cose dell’arte sua mostrasi<br />

molto intelligente. Benchè gli anni suoi, ed i<br />

suoi malori facciano ognora a’ di lei desiderj<br />

contrasto, pure sa schermirsi valorosamente<br />

dai loro danni; e con uno spirito impareggiabile,<br />

e con il suo per anche vantaggioso<br />

personale sa farsi applaudire, e sa farsi altresì<br />

considerare per una Comica di sommo pregio,<br />

come realmente di fatto è degnissima<br />

della stima di tutti. Ma agli infi niti meriti<br />

suoi si oppone quel suo costume inquieto,<br />

intollerante, e quell’alterezza subitanea, ed<br />

improvvvisa, che la fa essere fastidiosa co’<br />

Compagni, e poco rispettosa con il Pubblico<br />

istesso. Eppure ella non è di cattivo cuore,<br />

che anzi si è mostrata in molte occasioni pietosa<br />

e benefi ca; e la di lei liberalità l’ha fatta<br />

distinguere d’un animo amoroso, e gentile.<br />

Questi suoi collerici trasporti hanno però<br />

l’origine da un buonissimo sentimento, e<br />

da quel zelo, per cui vorrebbe che ognuno<br />

operasse con estrema cura nell’esecuzione<br />

de’ proprj doveri, se si parla de’ Compagni<br />

suoi, o de’ personaggi che ella stipendia; e<br />

se del Pubblico si ragiona, un eguale amore<br />

della sua professione la fa trascendere in orgogliose<br />

dimostrazioni, a motivo di qualche<br />

non curanza ch’ella veda trovarsi negli uditori<br />

per lei, sentendosi alzar la voce in tempo<br />

ch’ella recita, e distraerle così quella lode che<br />

fervidamente ambisce di poter guadagnarsi.<br />

Ecco il movente de’ suoi costumi dalle pubbliche<br />

voci riprovati, e più dal Romanziere<br />

scrittor del Teatro, che negli Articoli VI e VII<br />

del suo primo Tomo, chiamandola Megera,<br />

va facendo di lei una svantaggiosa pittura,

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