Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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60 – Giovanna Sparacello<br />
sereno il giorno) nella seconda parte delle Rime (Milano,<br />
1605, p. 42).<br />
33. Enrico I di Savoia, Duca di Nemours (1572–<br />
1632), al servizio della monarchia francese, appassionato<br />
di teatro e protettore dei <strong>comici</strong>, è citato frequentemente<br />
in Corrispondenze. Nel 1609 era stato<br />
intermediario per la scarcerazione di Cecchini: cfr. C.<br />
Buratelli, Borghese e gentiluomo. La vita e il mestiere<br />
di Pier Maria Cecchini, tra i <strong>comici</strong> detto “Frittellino” in<br />
«Il castello di Elsinore», n. 2, 1988, pp. 33–67: 43.<br />
34. Cfr. Campardon, pp. XII–XIII.<br />
35. Prologo in servizio di S. M. C. alla serenissima Madama<br />
principessa di Piemonte, Torino, s. n., 1623 (cfr.<br />
S. Michel, P–H. Michel, Répertoire des ouvrages<br />
imprimés en langue italienne au XVIIe siècle, Firenze,<br />
Olschki, 1970–79, voll. 2, I, p. 141). La duchessa di<br />
Savoia è Cristina di Borbone. Forse qui Bartoli confonde<br />
due prologhi: questo e quello Recitato davanti<br />
le Maestà christianissime (s. l., 1621, citato da C. Rizza<br />
come presente nella Biblioteca di Peiresc: cfr. Peiresc<br />
e l’Italia, Torino, Giappichelli, 1965, p. 298). Peiresc<br />
possedeva anche un esemplare della Mirtilla di Isabella<br />
(ivi).<br />
36. La festa dell’Ascensione è quaranta giorni dopo<br />
Pasqua. In quell’anno si svolse fra il 28 maggio e l’11<br />
giugno. Particolarmente importante a Venezia per<br />
lo “sposalizio” della Serenissima (rappresentata dal<br />
Doge) con il mare.<br />
37. Giovambattista fi gura eff etivamente presente a<br />
Venezia da una lettera del 1 aprile 1623 della Diamantina<br />
(Leonora Turroni) a Ferdinando Gonzaga,<br />
in Corrispondenze, cit., II, p. 25.<br />
38. Ed. moderna in Commedie dell’arte, a c. di S. Ferrone,<br />
Milano, Mursia, 1986, II, pp. 17–105.<br />
39. Niccolò Estense Tassoni (1594–1641). Esponente<br />
della famiglia modenese, uomo di fi ducia del<br />
Duca di Mantova da cui ebbe nel 1621 l’investitura<br />
del feudo di Palazzolo nel Monferrato (cfr. Ferrone,<br />
nota 1 a p. 17). La notizia della presenza del Tassoni<br />
a Venezia non si ricava dalla dedica. Non ho appurato<br />
da dove Bartoli possa averla ricavata. Il Tassoni, comunque,<br />
era frequentatore di teatri, come risulta da<br />
una lettera di Francesco Gabrielli (Scappino) da Ferrara<br />
6 gennaio 1627 al Duca di Mantova (cfr. Rasi,<br />
II, pp. 964–965). Cfr. anche Ferrone in ed. cit. delle<br />
Due commedie in commedia, p. 17 nota 1.<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
40. Cfr. L. Allacci, Drammaturgia, Venezia, Pasquali,<br />
1755, p. 267, che non cita l’ed. 1622 (l’unica<br />
oggi reperibile). La data 1625 è poi ripetuta da G.<br />
Mazzuchelli, Gli Scrittori d’Italia, Brescia, presso a<br />
Giambatista Bossoni, 1753, I, p. 710, che cita anche<br />
una ed. del 1632 (attualmente irreperibile). Almeno<br />
per quanto riguarda la prima edizione ha ragione Bartoli,<br />
come risulta dalla data della lettera dedicatoria.<br />
Niccolò Estense Tassoni allestiva nel 1624 un torneo<br />
a Ferrara (cfr. R. Arienti, Relazione del Torneo a piedi<br />
fatto in Ferrara questo carnevale dell’anno 1624 dove<br />
si descrive la nobilissima invenzione del Sig. marchese<br />
Niccolò Estense Tassoni […], Ferrara, Suzzi, 1625,<br />
cit. in S. Monaldini, I teatri della commedia dell’arte,<br />
in I teatri di Ferrara: commedia, opera e ballo nel<br />
Sei–Settecento, a c. di P. Fabbri, Lucca, LIM, 2002,<br />
vol. I, p. 63. I Fedeli sono a Ferrara, come risulta dalle<br />
Cronologia (ibidem, vol. II) negli anni 1611–1613 e<br />
1615, 1617, 1619.<br />
41. Su tutta la produzione sacra, cfr. A. Cascetta,<br />
La «spiritual tragedia» e «l’azione devota». Gli ambienti<br />
e le forme, in La scena della gloria: drammaturgia e<br />
spettacolo a Milano in età spagnola, a c. di Id. e R. Carpani,<br />
Milano, Vita e Pensiero, 1995, pp. 115–218; e<br />
ora Fiaschini, cit.<br />
42. Benedetto Cittadini: appartenente a una famiglia<br />
del patriziato milanese, probabilmente di recente<br />
ascrizione (Fiaschini, p. 85 nota 5). Per la data (in<br />
realtà incerta) cfr. Rebaudengo, pp. 18–19, il quale<br />
ipotizza una data diversa per la dedicatoria. Un accenno<br />
alla Tecla è già nella dedica (di mano di Gio. Maria<br />
Pietro Belli) della Maddalena del 1610. Cfr. anche<br />
Fiaschini, p. 85 nota 5 e P. Besutti, Da l’Arianna<br />
alla Ferinda’: Giovan Battista Andreini e la “comedia<br />
musicale all’improviso”, in «Musica Disciplina», XLIX,<br />
1995 [1998], pp. 227–276: p. 273.<br />
43. In realtà La Divina Visione era stata pubblicata a<br />
Venezia (Volcmar Timan) nel 1604 e ristampata a Venezia<br />
(Somasco) nel 1610 insieme alla prima Maddalena<br />
(Cfr. Carandini–Mariti, cit., p. 50 e Fiaschini,<br />
cit., p. 174). Nel titolo Carlo Borromeo è chiamato<br />
ancora Beato, essendo stato santifi cato più tardi.<br />
44. Edizione fi no ad oggi conosciuta solo attraverso<br />
questa citazione. Anche Carandini–Mariti (nella<br />
Cronologia, p. 54) danno esclusivamente Bartoli come<br />
fonte.