Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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250 – Giovanna Sparacello<br />
II, p. 239; F. Inghirami, Storia della Toscana, [Fiesole],<br />
Poligrafi a fi esolana, 1841–1844, t. 13, p. 154;<br />
F. Brocchi, Collezione alfabetica di uomini e donne<br />
illustri della Toscana, 1852, 38; A. Baschet, Les comédiens<br />
italiens à la cour de France, Paris, Plon, 1882,<br />
pp. 332–333; Rasi, II, pp. 957–966; A. Paglicci<br />
Brozzi, Il teatro a Milano nel secolo XVII, Milano,<br />
Ricordi, 1892; Trebbi; A. Saviotti, Feste e spettacoli<br />
nel Seicento, in «Giornale Storico della Letteratura Italiana»,<br />
XLI, 1903, pp. 59–68; Leonelli, I, pp. 395–<br />
396; Enc. Spett., V, col. 804; D. Daolmi, Le origini<br />
dell’Opera a Milano, Brepols, Turnhout, 1998; DBI,<br />
vol. 51, 1998, pp. 91–93 (T. Megale); A. Ambrosini–M.<br />
I. Aliverti, Sopra un ritratto d’attore inedito,<br />
in «Commedia dell’Arte. Annuario Internazionale»,<br />
I, 2008, pp. 3–27 (in merito all’attribuzione a Angelo<br />
Caroselli del Ritratto d’attore e all’indentifi cazione<br />
dell’attore con Francesco Gabrielli); Archivio Herla,<br />
Francesco Gabrielli.<br />
2. Musicista e poeta, Gabrielli suonava più di quaranta<br />
strumenti a corde e a fi ato, molti dei quali di<br />
sua invenzione. Compose canzonette in lingua bergamasca.<br />
Carlo Biffi ritrasse il Gabrielli circondato da<br />
tutti gli strumenti che sapeva suonare. Del ritratto si<br />
parla in Taviani–Schino, pp. 11–14 (riproduzione<br />
a p. 25).<br />
3. Secondo quanto si legge in Inghirami, cit. è da<br />
attribuire a Gabbrielli l’invenzione dell’abito di Zanni<br />
«vestito di canovaccio puro col ferraiolo e il cappello<br />
con la testa [sic] d’ambedue le parti arricciata».<br />
Per la presentazione di Gabrielli Bartoli si rifà a N.<br />
Barbieri, La supplica ricorretta et ampliata, discorso<br />
famigliare di Nicolò Barbieri, detto Beltrame, Bologna,<br />
per G. Monti, 1636. L’edizione moderna, esemplata<br />
sull’editio princeps Venezia, Ginammi, 1634, contiene<br />
le varianti dell’edizione del 1636: N. Barbieri,<br />
La Supplica discorso famigliare a quelli che trattano de’<br />
<strong>comici</strong>, con studio critico e varianti di F. Taviani, Milano,<br />
Il Polifi lo, 1971. La Supplica ricorretta è edita<br />
inoltre in Marotti–Romei, pp. 575–690; Gabrielli è<br />
citato a p. 595. Gabrielli cominciò a recitare col padre<br />
Sivello. In una lettera datata 12 aprile 1611 il cardinale<br />
Bonifacio Caetani, amico intimo di Sivello, intercedeva<br />
presso il duca di Mantova Vincenzo Gonzaga<br />
affi nché accogliesse l’attore nella sua compagnia. La<br />
lettera, edita in Rasi, cit., 954 e schedata in Archivio<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
Herla, Sivello, è riportata insieme alla risposta del<br />
duca nel recente contributo di Ambrosini e Aliverti,<br />
cit., pp. 12–13, dove si corregge un dato erroneo riportato<br />
da Rasi: la lettera venne spedita da Ravenna<br />
e non da Roma. Nel 1612 venne scritturato dai <strong>comici</strong><br />
Accesi, ma già nel 1613–14 recitava per i Confi<br />
denti. Per il 1615 e il 1616, due lettere di Francesco<br />
a Giovanni de’ Medici attestano la sua permanenza<br />
nella compagnia diretta da Flaminio Scala. Rasi, Enc.<br />
Spett. e DBI, citt., ricostruiscono le peregrinazioni<br />
di Gabrielli come membro della compagnia dei <strong>comici</strong><br />
Confi denti. Megale dà qualche notizia sul Gabrielli<br />
capocomico, della cui attività si hanno notizie<br />
a partire dal 1627. Si veda inoltre Comici dell’arte.<br />
Corrispondenze, a c. di C. Burattelli, D. Landolfi , A.<br />
Zinanni, Firenze, Le Lettere, 1993, voll. I e II, dove<br />
si trovano testimonianze della maniera di recitare di<br />
Scapino (v. epistolario di F. Scala, lettere a Giovanni<br />
de’ Medici del 10 nov. 1618 e del 31 luglio 1619).<br />
4. Si tratta dello stesso elenco di personalità evocate<br />
da Quadrio, cit., p. 239.<br />
5. Da Baschet, cit., apprendiamo che fu a Parigi<br />
nel 1624–25 con Giovan Battista Andreini e Niccolò<br />
Barbieri. Gabrielli era stato richiesto già nel 1618 dal<br />
re di Francia, che desiderava ascoltare la sua voce e i<br />
suoi numerosi strumenti. Le trattative, portate avanti<br />
da Giovan Battista Andreini, dalla cancelleria del<br />
duca di Mantova, dal Martinelli e dall’impresario e<br />
protettore Don Giovanni de’ Medici, si conclusero<br />
nel 1620 con la partenza della compagnia. Come si è<br />
detto, Gabrielli la raggiunse più tardi.<br />
6. La data indicata da Bartoli non coincide con quella<br />
riportata dalle fonti successive. Enc. Spett. e Megale,<br />
citt., indicano il 1836 come data di morte di Gabbrielli.<br />
Nella lettera di Fabrizio Ardizii al diplomatico<br />
e dilettante di teatro Camillo Giordani di Pesaro,<br />
scritta durante il soggiorno a Bologna dei Confi denti<br />
(1635–36), si riferisce che la compagnia si era sciolta<br />
a causa della malattia di Scapino. La notizia trova<br />
conferma in un altro documento evocato da Trebbi,<br />
cit. Inoltre, al 1638 risale Infermità, testamento e morte<br />
di Francesco Gabrielli detto Scappino, composto e dato<br />
in luce a requisitione degli spiritosi ingegni, edito in Verona,<br />
Padoa e in Parma, per li Viotti, con licenza de’<br />
superiori il 1638, e ristampato poi nel Propugnatore<br />
del maggio–giugno 1880 da Severino Ferrari.