Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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si veda A. Segre, Il Teatro pubblico di Pisa nel Seicento<br />
e nel Settecento, Pisa, Mariotti, 1902.<br />
36. Poeta pisano, su cui si veda la breve voce in V.<br />
Caputo, I poeti <strong>italiani</strong> dall’antichità ad oggi: dizionario<br />
biografi co, Milano, Gastaldi, 1960.<br />
37. Pur non essendo attestato il secondo nome Francesco,<br />
attribuitogli da Bartoli, si ritiene che si tratti di<br />
Giovanni Lami (Santa Croce sull’Arno, 1697–Firenze,<br />
1770), di cui si ricordi almeno la fondazione del<br />
periodico fi orentino «Novelle letterarie» e sul quale<br />
si veda l’ampia voce biografi ca curata da Maria Pia<br />
Paoli nel DBI.<br />
38. Si tratta di Antonio Piazza, scrittore veneziano,<br />
che conobbe personalmente Onofrio Paganini nell’autunno<br />
1773, allorché la compagnia di quest’ultimo<br />
(formata da nove elementi, tra cui Maddalena Corticelli)<br />
recitava a Genova, al Teatro delle Vigne e Piazza<br />
si trovò a passare per quella città. «[…] il capocomico,<br />
il quale «aveva letto de’ suoi romanzi» e lo teneva in<br />
grande stima, lo pregò vivamente di scrivergli qualcosa<br />
per la sua compagnia. Esitò il romanziere, poi cedette<br />
alla tentazione; si pose a comporre una farsa, e ne uscì<br />
una commedia di tre atti, L’amicizia in cemento . Ma quante diffi coltà per recitarla! Erano i<br />
<strong>comici</strong> ignoranti a tal punto che le varie parti egli dovette<br />
scrivere secondo il carattere che ciascuno di essi<br />
era solito e sapeva sostenere; e uno dovette di necessità<br />
far parlare in veneziano, perché l’italiano ignorava;<br />
l’autore stesso s’acconciò a far da suggeritore. Ma alla<br />
fi ne la commedia fu rappresentata e–dice lui–piacque»<br />
(G. Marchesi, Studi e ricerche intorno ai nostri romanzieri<br />
e romanzi del Settecento, Bergamo, Istituto Italiano<br />
d’Arti Grafi che, 1903, p. 178. Cfr. anche C. L.<br />
Curiel, cit., p. 68, che rimanda direttamente alla fonte:<br />
A. Piazza, Commedie, Venezia, Fenzo, 1787, vol. I,<br />
<strong>Notizie</strong> storiche premesse a L’amicizia in cimento).<br />
39. A. Piazza, Il teatro, ovvero fatti di una veneziana<br />
che lo fanno conoscere, Venezia, G. B. Costantini,<br />
1777–1778, 2 voll. Si noti che Rasi trascrive integralmente<br />
i due brani di Piazza e tale aggiunta rappresenta<br />
l’unica novità apportata alla voce di Bartoli, per il<br />
resto sostanzialmente riportata nella sua interezza.<br />
40. Nel romanzo il riferimento a Paganini non è<br />
esplicito. Chi narra è Rosina, la protagonista: «Trovai<br />
l’impresario. Era questi un uomo piccolo e grasso<br />
con una faccia rotonda e sanguigna. Aveva una voce<br />
Francesco Bartoli – 355<br />
imbrogliata ed oscura, e pareva che le sue parole uscissero<br />
dall’esofago di uno che mangiasse. L’ho trovato<br />
in veste da camera, con una berretta bianca in testa,<br />
fatta a pane di zucchero. Apriva la cassetta de’ denari,<br />
e pria di cavarne baciava certa immagine stampata che<br />
là dentro teneva. «Ogni volta–mi disse–che incomodo<br />
il mio scrignetto, do questo bacio, e fi nora tanti ne<br />
diedi, che più non c’è numero». Cominciai a sospettare<br />
che fosse un ipocrita. Sbrigati ch’ebbe alcuni operai<br />
che attendevano soldi, mi chiese, con un’eloquenza<br />
da scena, in che potesse avere la bella sorte e l’onor di<br />
servirmi. Gli dissi che un qualunque posto io bramava<br />
nella sua compagnia. Mi oppose subito cento diffi<br />
coltà, e quando seppe ch’io non aveva mai recitato,<br />
quasi quasi mi tolse d’ogni speranza. Dissemi essere<br />
necessario ch’io parlassi colla prima Donna per raccomandarmi<br />
a lei. «Sono impresario–soggiunse–ma<br />
deggio, in molte cose, da essa dipendere. Ella è brava,<br />
ma per dirvela in confi denza, il diavolo è qualche cosa<br />
più buono di lei. Se le do il menomo disgusto non si<br />
contenta d’onorarmi col titolo di giumento, ma mi<br />
balza agli occhi come una furia e, se non usassi prudenza,<br />
menerebbe le mani. Finito l’anno corrente, la<br />
lascio per chi la vuole, e gramo quel misero che se la<br />
piglierà. Intanto, fi glia mia, tenetevela pure con essa;<br />
se volete ottenere quanto bramate, e col tempo… chi<br />
sa?... siete ragazza, bella, spiritosa, d’una nazione che<br />
piace, e forse forse diverrete la più famosa delle commedianti».<br />
Ciò detto mi toccò una guancia con una<br />
compiacenza più che paterna, s’ingalluzzò, e mi fece<br />
avvertita che al vecchio Volpone ancora piacevano i<br />
pomi, benché non avesse più denti» (cito dall’edizione<br />
moderna, A. Piazza, L’attrice, a c. di R. Turchi,<br />
Napoli, Guida, 1994, pp. 49–50).<br />
41. «Quel botticino, recitava sul gusto del passato<br />
secolo, e aveva la smania di far ancora quelle parti,<br />
che gli stavano bene quarant’anni avanti. Nel mondo<br />
comico gli uomini sono soggetti ai pregiudizi del<br />
sesso donnesco, quando si tratta di età. Non vogliono<br />
persuadersi mai d’esser vecchi e senza denti in bocca<br />
balbettano cose amorose. Negli inviti al pubblico ci<br />
entrava sempre il «procureremo di superar noi medesimi»;<br />
e quando invitava per qualche Commedia del<br />
Goldoni, qualunque fosse, la chiamava la più bella che<br />
avesse fatta quel celebre autore. Recitando all’improvviso<br />
diceva sempre le stesse cose, colle stesse parole;<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano