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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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menzione di lui nel suo Volume intitolato:<br />

Le Bravure del Capitano Spavento 4 .<br />

Note<br />

1. BIBLIOGRAFIA: Rasi, III, pp. 226–235; A.<br />

Ademollo, I teatri a Roma nel sec. XVIII, Roma,<br />

Pasqualucci, 1888 (rist. an. Bologna, Forni, 1969),<br />

p. 35; Enc. Spett., VII, col. 1727; Marotti–Romei,<br />

pp. 43, 125; O. G. Schindler, Viaggi teatrali tra<br />

l’Inquisizione e il sacco. Comici dell’arte di Mantova<br />

alle corti degli Asburgo d’Austria, in I Gonzaga e l’Impero.<br />

Itinerari dello Spettacolo, a c. di U. Artioli e C.<br />

Grazioli, Firenze, Le Lettere, 2005, pp. 112–120; Archivio<br />

Herla.<br />

2. Ademollo, cit., accenna all’attività di Pasquati nel<br />

periodo precedente l’ingresso nei Gelosi: egli ipotizza<br />

che l’attore abbia impersonato per primo la maschera<br />

di Pantalone o Magnifi co recitando con Soldano<br />

nel 1565. Pasquati si trovava probabilmente anche a<br />

Praga nel 1570, in occasione delle nozze per procura<br />

dell’Arciduchessa Anna col re di Spagna (Schindler,<br />

cit., p. 115; Ademollo, cit. e Archivio Herla, Pagamento<br />

a Jullio Commediante). La presenza dell’attore<br />

fra i Gelosi è attestata nel 1574 a Venezia, dove a luglio<br />

recitò al cospetto di Enrico III di Francia la Tragedia<br />

di Cornelio Frangipani, su musiche di Claudio<br />

Maruolo da Correggio, insieme a Vittoria Piissimi e<br />

Simone da Bologna. Il nome dei tre attori ricorre anche<br />

a proposito della rappresentazione della Zingana<br />

del Giancarli, allestita nel maggio 1589 nell’ambito<br />

delle feste organizzate a Firenze per le nozze del granduca<br />

Ferdinando I de’ Medici e Cristina di Lorena.<br />

La presenza di Pasquati nei Gelosi e il suo sodalizio<br />

artistico con Ludovico de’ Bianchi sono testimoniati<br />

inoltre dalla lettera che quest’ultimo indirizzò a Vincenzo<br />

Gonzaga in risposta alla sua del luglio 1585. Al<br />

Gonzaga che lo invitava a Mantova per recitare nella<br />

compagnia della Diana, Ludovico de’ Bianchi risponse<br />

di non voler recitare senza Giulio da Padova.<br />

3. Garzoni, II, p. 1883.<br />

4. F. Andreini, Le bravure del Capitano Spavento divise<br />

in molti Ragionamenti in forma di dialogo, Venezia,<br />

G. Somasco, 1607, p. 98, in edizione moderna a c. di<br />

R. Tessari, Pisa, Giardini editori e stampatori, 1987.<br />

Giovanna Sparacello<br />

Francesco Bartoli – 359<br />

PATRIARCHI ANDREA Fiorentino. Fu<br />

impiegato nel Foro della Curia di Firenze,<br />

dove facevasi distinguere per uomo d’attività<br />

negli studj delle Leggi. Inclinato alle cose del<br />

Teatro, fece l’Impresario, stipendiando diversi<br />

Accademici, che recitavano nel piccolo<br />

Teatro detto della Piazza vecchia. Questi, ed<br />

altri imbarazzi gli fecero in breve consumare<br />

il suo Patrimonio, tralasciando nel tempo<br />

istesso di frequentare le cariche forensi, che<br />

avrebbero potuto in qualche parte rimediare<br />

a’ suoi disordini. Non per tanto fattosi egli<br />

animoso, incominciò a condurre fuor di Firenze<br />

questi suoi recitanti, e scorse alla testa<br />

di essi la Toscana, e la Lombardia, trasferendosi<br />

altresì nell’Isola di Malta, nella Sardegna,<br />

ed in Sicilia. Scrisse una Commedia alcuni<br />

anni prima in versi Martelliani, intitolata la<br />

Dama di Spirito, che fu recitata in Bologna<br />

l’anno 1764. ed ivi impressa nella Stamperia<br />

all’insegna di San Tommaso d’Acquino.<br />

Altra pure in prosa trovasi manoscritta per<br />

le Compagnie, la quale ha per titolo: I Gelosi.<br />

Il Patriarchi incontrò delle fortune; ed ha<br />

soff erte delle disgrazie; ma quelle in oggi lo<br />

hanno abbandonato, e queste vanno continuando<br />

a perseguitarlo. Può essere, che una<br />

più regolata condotta ponga qualche riparo<br />

a’ suoi disordini; e ciò da noi gli si augura di<br />

cuore, in compenso almeno de’ suoi talenti,<br />

che lo fanno distinguere non ispregevole Comico,<br />

e non volgare imperito scrittore.<br />

PELANDI GIUSEPPE. Nella Compagnia<br />

di Vincenzo Bazzigotti s’addestrò il Pelandi<br />

per farsi conoscere uno spiritoso Arlecchino;<br />

e passò, chiamato dal Medebach nel Teatro<br />

di San Cassiano in Venezia. Qui si distinse<br />

molto con alcune Commedie di sua fatica,<br />

e giunse ad essere ascoltato con piacere da’<br />

Veneziani. Seguì sempre il Medebach, e fattosi<br />

suo Compagno interessato, colla scorta<br />

del di lui nome s’è guadagnato del concetto,<br />

e procura i mezzi di rendersi utile per<br />

gli altri, e per se medesimo, invigilando a’<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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