Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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54 – Giovanna Sparacello<br />
essendo distinta in tanti sonetti, ed in prima<br />
cinque ve ne sono in lode di questi Comici<br />
Santi: cioè San Genesio, San Giovanni Buono,<br />
San Siluro, Sant’Ardelione, e San Silvano.<br />
Il libro è dedicato dall’Autore al famoso<br />
Cardinale di Richelieu Principal Ministro<br />
di Stato, Capo del Consiglio, Gran Mastro,<br />
Capo, e Soprantendente Generale della Navigazione,<br />
e del Commercio di Francia. Non<br />
era poca fortuna per questo Comico, l’avere<br />
un sì gran Protettore, che fu uno de’ più accorti<br />
Ministri, ed abili Politici del Mondo 51 .<br />
Soggiornò l’Andreini anche l’anno 1626. in<br />
Parigi, e poi fece ritorno in Italia, e vennegli<br />
con suo infi nito rincrescimento a mancar la<br />
Moglie 52 . Come uomo però, che saggiamente<br />
sapeva uniformarsi ai voleri del Cielo, si<br />
fé coraggio, e continuò dopo alcuni Mesi di<br />
penoso rammarico, ad esercitare il suo ferace<br />
talento, e diede alle stampe in Venezia l’anno<br />
1627. una sua nuova Commedia in prosa intitolata:<br />
La Campanaccia, e fu impressa per<br />
Angelo Salvadori in forma di dodici 53 . Scorrendo<br />
per gran parte d’Europa il grido di<br />
Giovanni Battista Andreini, fu chiamato in<br />
Germania; ed in Praga Città principale della<br />
Boemia fermossi non poco tempo con annua<br />
pensione per lui e per tutta la sua Compagnia<br />
54 . Qui avendosi guadagnato il patrocinio<br />
del Cardinale d’Arrach Arcivescovo di<br />
Praga 55 , pensò di off erirle in dono il suo Poemetto<br />
in tre Canti intitolato: La Maddalena.<br />
Sigismondo Leva lo impresse, e fu ornato di<br />
tre graziose fi gurette in rame allusive ad ogni<br />
Canto. Fu messo fuori l’anno 1628. e quel<br />
degnissimo porporato accettollo dall’Andreini<br />
con molte dimostrazioni di gratitudine.<br />
La Drammaturgia pone questa composizione<br />
sacra come cosa rappresentativa, ma<br />
ciò è un massimo errore da levarsi da quel<br />
Libro in occasione, che venisse ristampato 56 .<br />
Ritornato in Italia l’Andreini, volle rivedere<br />
Bologna che riconosceva per sua Maestra<br />
negli studj; ma vi capitò in un tempo troppo<br />
calamitoso nell’anno 1630. allorché il morbo<br />
pestilenziale vi faceva un’orrida strage 57 .<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
In mezzo a’ comuni fl agelli illeso si mantenne,<br />
e per sua particolar divozione scrisse in<br />
ottava rima: Il Penitente alla Santissima Vergine<br />
del Rosario 58 . Questo Componimento<br />
contiene 103. stanze allusive al castigo, ed<br />
al Voto fatto dalla Città risanata per grazia<br />
speciale della gran Madre di Dio; e vi si fa<br />
pur menzione del famoso stendardo dipinto<br />
in quel tempo a tale oggetto dal gran Guido<br />
Reni 59 . L’Opera è di quattro fogli, e mezzo<br />
in forma di quarto, stampata da Clemente<br />
Ferroni nel 1631. e dedicata dall’Autore in<br />
data de’ 30 Gennajo all’Illustrissimo Signor<br />
Conte Giovanni Niccolò Tanara Senatore,<br />
e degnissimo Rettore della Compagnia del<br />
Santissimo Rosario. Cessate le comuni calamità<br />
tornò l’Andreini alle solite applicazioni<br />
del suo Mestierie; ed avendo scritta una<br />
Commedia intitolata La Rosella, fu da lui<br />
stampata in Bologna nel 1632. in forma di<br />
ottavo per Francesco Ferroni, ed umilmente<br />
dedicata al Serenissimo Signor Duca di Modena;<br />
ma perchè ne furono solamente impresse<br />
poco più di dugento copie, fu subito<br />
ristampata ad istanza di Paolo Storli in forma<br />
di dodici nella stessa Città di Bologna presso<br />
Clemente Ferroni. L’Anno appresso 1623. si<br />
trasferì l’Andreini a Venezia, e vi ristampò<br />
per Salvador Sonzonio la sua Centaura, e dedicolla<br />
in data de’ 14. Dicembre all’Illustrissimo<br />
Signor Vincenzo Grimani 60 suo antico<br />
Protettore. Tornato a Bologna, colle stampe<br />
di Girolamo Monti, e Carlo Zenero, impresse<br />
una graziosa Commedia intitolata I due<br />
Baci, e ciò fu l’anno 1634. Avea l’Andreini<br />
nella sua Compagnia una brava Comica per<br />
nome Lidia rimasta vedova anche essa da alcuni<br />
anni; ed essendo di fresca età e vistosa,<br />
oltre il suo valore nell’Arte del Teatro; pensò<br />
Giovanni Battista di passar seco alle seconde<br />
nozze. Spiegatole il suo desiderio, ella di<br />
buona voglia v’acconsentì, e furono in breve<br />
tempo conclusi i loro sponsali. Il nuovo<br />
matrimonio, e le domestiche brighe della famiglia<br />
distolsero per alcuni anni l’Andreini<br />
dallo studio. Ma dapoi ripigliatolo per sua