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CARMEN MATA PASTOR–SOBRE LA TRADUCCIÓN DEL MUNDO DE LOS TOROS
Se trata de un texto que rezuma entusiasmo por la fiesta, plagado de términos en
castellano tratados de manera desigual: frases enteras cargadas de simbolismo (a las cinco
de la tarde, permanecer en la cara del toro), sintagmas a medio traducir y sustantivos que
contagian a artículos y preposiciones (entrare en el engaño, un paio de apuros), formas
originales marcadas con comillas (el bulto) junto a otras que se introducen en el texto
espontáneamente (ruedo, oficio).
Pero las plazas españolas no son sólo fuente de información estrictamente taurina.
Los medios de comunicación recogen a menudo noticias de carácter general y no
necesariamente destinadas a aficionados. Ejemplo de este género de noticias podrían ser el
reciente anuncio de abandonar los ruedos por parte de Curro Romero, o la muerte, aún
cercana en el tiempo, de Antonio Ordóñez. La prensa internacional, especialmente la
occidental, también puede hacerse eco de noticias de este corte. Los siguientes fragmentos,
extraídos, respectivamente, del Corriere della Sera (20 de diciembre de 1998) y de La
Repubblica (21 y 22 de diciembre de 1998) se ocupan del fallecimiento del diestro Antonio
Ordóñez.
Spagna, morto il torero Ordonez
Il torero spagnolo Antonio Ordonez, una delle figure più note del mondo delle
corride, è morto ieri a Siviglia, a 66 anni. Era cognato dell’altro famoso torero Luis Miguel
Dominguin: la loro rivalità ispirò a Ernest Hemingway il romanzo «Estate di sangue».
Ordonez si era ritirato nel 1971, dopo una carriera di oltre 20 anni. I funerali del «matador»,
che aveva ucciso oltre 2.000 tori, si svolgeranno oggi.
L’uomo che uccise 2000 tori
L’addio a Ordonez, re dei matador: le ceneri sparse al vento dell’arena
“POR FAVOR, señor, por favor!”. Niente autografi, stasera. Né interviste. Né
parole inutili. È morto don Antonio Ordonez, il migliore di noi, dice El Cordobès, “è
morto il gran maestro delle corride, un mito”, è morta anche un altro poco quella Spagna
che nella nobile arte del toreare riconosce emozioni profonde, che nei matadores vede
riflessa la propria eternità, la vita che sfida la morte.
DON ANTONIO Ordonez era il più bravo interprete di quell’arte che qualcuno
chiama cultura e qualcun altro massacro inutile. È morto sabato, alle cinque in punto della
sera, e non è una bugia o un abusato espediente letterario, c’è proprio scritto così sulla
cartella clinica, povero don Antonio, matato da un toro invincibile. Cancro ai polmoni: si è
spento senza nemmeno poter ascoltare un’ultima volta l’eco della Plaza de Toros, l’olé della
folla, il suono della banda che accompagna il fatidico paso doble, colonna sonora di ogni
corrida, sogno e terrore di ogni matador […].
Romero
Come e perché lo scrittore s’ispirò ad Antonio Ordonez per descrivere in “Fiesta” il torero Pedro
Hemingway e il suo matador
“En muerte de un maestro del torero”. Ieri, mentre un’insolita aria fredda soffiava
dalla Sierra Nevada verso Malaga, alle cinque della sera, com’è giusto che sia quando si
tratta di corride e matadores, hanno sparso le ceneri di don Antonio Ordonez sulla sabbia
dell’arena di Ronda […]. In un punto preciso, dalla parte della “puerta de chiqueros”, il
portoncino che i tori varcano prima di finire nel “ruedo”, il circolo del combattimento, il
cui diametro oscilla tra i 45 e i 60 metri. Così la Spagna più profonda e tradizionale ha
celebrato la scomparsa di uno dei suoi ultimi grandi eroi, perché tali sono i toreri più
famosi ed acclamati […].
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