Harry Potter and the Deathly Hallows.pdf - I due volti della vita: il ...

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Harry Potter e i Cimeli della Morte
Si infilarono di corsa in corridoi attigui: Harry riusciva
a sentire i passi degli altri risuonare attraverso le altissime
pile di cianfrusaglie, di bottiglie, cappelli, gabbie, sedie,
libri, armi, manici di scopa, mazze…
“Da qualche parte qui vicino,” borbottò a se stesso
Harry. “Da qualche parte… da qualche parte…”
Si addentrò sempre di più nel labirinto, alla ricerca di
oggetti già visti nel suo precedente viaggio nella stanza. Il
respiro gli rimbombava nelle orecchie, e poi rabbrividì fin
dentro l’anima: era lì, giusto lì davanti, la vecchia credenza
dalla superficie piena di bolle nella quale aveva nascosto il
suo vecchio libro di pozioni, e sopra di essa, lo stregone di
pietra sbeccata che portava una vecchia parrucca polverosa
e quella che sembrava un’antica tiara annerita.
Aveva già allungato la mano, sebbene mancasse
ancora qualche metro, quando una voce dietro di lui disse,
“Aspetta, Potter.”
Si bloccò scivolando e si girò. Tiger e Goyle erano
dietro di lui, spalla contro spalla, con le bacchette puntate
dritte verso Harry. Nel poco spazio che rimaneva tra le
loro facce beffarde, vide Draco Malfoy.
“Quella che stai tenendo in mano è la mia bacchetta,
Potter,” disse Malfoy, puntando la propria attraverso il
varco tra Tiger e Goyle.
“Non più,” ansimò Harry, serrando la presa sulla
bacchetta di biancospino. “Chi la vince ne è il signore,
Malfoy. Chi ti ha prestato la sua?”
“Mia madre,” rispose Draco.
Harry rise, benché non ci fosse nulla di così divertente
in quella situazione. Non riusciva più a sentire Ron ed