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Harry Potter e i Cimeli della Morte
“Io non sono uno scherzo della natura,” disse Lily.
“Hai detto una cosa orribile.”
“È lì che stai andando,” ribadì Petunia con
soddisfazione. “Una scuola speciale per scherzi della
natura. Tu e il giovane Piton… gente strana, ecco cosa
siete, voi due. È giusto che veniate separati dalle persone
normali: è per la nostra sicurezza.”
Lily lanciò un’occhiata ai suoi genitori che si stavano
guardando attorno lungo la banchina con un’aria di
sincero godimento, gustandosi la scena. Infine tornò a
guardare la sorella e la sua voce era bassa e crudele.
“Non pensavi che fosse una scuola per scherzi della
natura, quando hai scritto al Preside pregandolo di
ammetterti.”
Petunia arrossì violentemente.
“Pregato? Io non ho pregato nessuno!”
“Ho visto la sua risposta. È stato molto gentile.”
”Non avresti dovuto leggerla…” mormorò Petunia.
“Era una cosa mia…come hai potuto…?”
Lily si tradì, guardando di sbieco verso il punto in cui
si trovava Piton, lì vicino a loro. Petunia sussultò.
“È stato lui a trovarla. Tu e quel ragazzino l’avete
presa in camera mia!”
“No… non presa…” ora Lily era sulla difensiva.
“Severus ha riconosciuto la busta e non riusciva a credere
che una Babbana avesse contattato Hogwarts, tutto qui!
Dice che ci devono essere maghi che lavorano sotto
copertura all’ufficio postale per controllare…”
“Sembra proprio che i maghi ficchino il loro naso
dovunque!” rispose Petunia, ora pallida quanto prima era