Harry Potter and the Deathly Hallows.pdf - I due volti della vita: il ...

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Harry Potter e i Cimeli della Morte
echeggiavano nella notte, attraverso il parco in cui scoppi
di luce rossa e verde continuavano ad illuminare l'oscurità.
“Il Platano Picchiatore,” disse Harry, “Andiamo!”
In qualche modo murò tutto nella sua mente, lo stipò
in un piccolo spazio in cui non poter guardare, al
momento: i pensieri di Fred ed Hagrid, la paura per tutte le
persone che amava sparse dentro e fuori il castello, tutto
doveva aspettare, perché dovevano correre, dovevano
arrivare al serpente e a Voldemort. Perché quello era,
come aveva detto Hermione, l'unico modo di porre fine a
tutto…
Scattò, quasi convinto di poter distanziare la morte
stessa, ignorando i getti di luce che volavano nell'oscurità
tutto intorno a lui, il suono del lago che rumoreggiava
come il mare, e il cigolare della Foresta Proibita, nella
notte pur senza vento. Attraverso terreni che sembravano,
essi stessi, essere insorti nella rivolta, corse più
velocemente che mai nella sua vita, e fu lui a vedere per
primo il grande albero, il Platano che aveva protetto il
segreto sotto le sue radici con i rami sferzanti come fruste.
Rallentò, ansimando e boccheggiando, evitando i rami
oscillanti del Platano, scrutò attraverso l'oscurità il tronco
massiccio, tentando di vedere l’unico nodo, nella corteccia
del vecchio albero, che l’avrebbe immobilizzato. Ron e
Hermione lo raggiunsero, lei aveva il fiato talmente corto
da non riuscire a parlare.
“Come… come entriamo?” ansimò Ron. “Posso…
vedere il punto… se solo ci fosse… ancora una volta
Grattastinchi…”
“Grattastinchi?” ansimò Hermione, curvata in due,
stringendosi il petto. “Sei un mago, o cosa?”