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Harry Potter e i Cimeli della Morte
“Preferisco non mettere tutti i miei segreti in un unico
cesto, in particolare non un cesto che passa così tanto
tempo a ciondolare dal braccio di Lord Voldemort.”
“Cosa che faccio dietro tuo ordine!”
“E lo fai anche estremamente bene! Non pensare che
io sottovaluti il costante pericolo in cui ti poni, Severus.
Fornire a Voldemort ciò che sembra essere una preziosa
informazione, nascondendo invece l’elemento essenziale,
è un compito che non affiderei ad altri che a te.”
“Eppure, ti confidi di più con un ragazzo che non è in
grado di esercitare l’Occlumanzia, le cui capacità magiche
sono mediocri e che ha una connessione diretta con la
mente del Signore Oscuro!”
“Voldemort teme quel legame,” disse Silente. “Non
molto tempo fa ha avuto un piccolo assaggio di cosa
significa condividere veramente la mente di Harry. Ha
provato un dolore che non aveva mai sperimentato prima.
Non cercherà di possedere ancora Harry, ne sono certo.
Non in quel modo.”
“Non capisco.”
“L’anima di Lord Voldemort, mutilata com’è, non
riesce a sopportare un così intimo contatto con un’anima
come quella di Harry. Come la lingua sull’acciaio
ghiacciato, come la carne tra le fiamme…”
“Anime? Stavamo parlando di menti!”
“Nel caso di Harry e Lord Voldemort, parlare di una è
parlare dell’altra.”
Silente diede uno sguardo intorno per essere sicuro
che fossero soli. Erano al limitare della Foresta Proibita,
adesso, non c’era alcun segno di altri nelle vicinanze.
“Dopo che mi avrai ucciso, Severus…”