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Harry Potter e i Cimeli della Morte
Sembrava vecchio. Poi prese le scale un’altra volta e si
inoltrò nel buio per recuperare altri cadaveri.
Harry guardò l’ingresso della Sala Grande un’ultima
volta. Persone vi si aggiravano, cercando di confortarsi a
vicenda, bevendo, inginocchiandosi accanto ai morti. Non
riuscì a vedere nessuno di quelli che amava, non un segno
di Hermione, Ron, Ginny, degli altri Weasley o di Luna.
Avrebbe dato tutto il tempo che gli restava in cambio di
poterli vedere un’ultima volta. Ma poi, avrebbe avuto la
forza di distogliere lo sguardo? Era meglio così.
Si mosse, giù dalle scale e dentro l’oscurità. Erano
quasi le quattro del mattino, e la mortale immobilità dei
terreni circostanti gli diede la sensazione che stesse
trattenendo il respiro, aspettando di vedere se sarebbe
riuscito a fare ciò che doveva.
Harry si avvicinò a Neville che era piegato su un altro
cadavere.
“Neville.”
“Miseriaccia, Harry! Mi hai quasi fatto venire un
infarto!”
Harry si era tolto il Mantello: quell’idea gli era
balenata dal nulla, nata dal desiderio di non lasciare nulla
al caso.
“Dove te ne vai da solo?” chiese Neville sospettoso.
“Fa tutto parte del piano,” disse Harry. “C’è una cosa
che devo fare. Ascolta… Neville…”
“Harry!” Neville improvvisamente sembrava
spaventato. "Harry, non starai pensando di consegnarti a
lui?"
“No,” mentì. “Certo che no… si tratta di qualcos’altro.
Ma dovrò stare via per un po’. Hai presente il serpente di