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Harry Potter e i Cimeli della Morte
madre, ci sarebbe stato tempo per parlarle dopo, per
parlarle per ore, giorni, per anni forse. Vide Neville con la
spada di Grifondoro posata accanto al piatto, mentre
mangiava, circondato da un gruppo di ferventi ammiratori.
Camminando lungo il corridoio in mezzo ai tavoli, vide i
tre Malfoy abbracciati insieme come se si domandassero
se quello fosse posto per loro, ma nessuno sembrava
badarvi. Dovunque guardasse vedeva famiglie riunite,
finché finalmente non scorse le due persone con cui più di
ogni altro desiderava stare in compagnia.
“Sono io,” bisbigliò, acquattandosi tra di loro.
“Verreste con me?”
Loro si alzarono immediatamente e tutti e tre insieme,
lui, Ron ed Hermione lasciarono la Sala Grande.
Mancavano grossi pezzi dalla scala di marmo, parte della
balaustra era saltata e notarono macchie di sangue e
macerie lungo tutto il tratto mentre salivano.
Riuscirono a sentire Pix che da qualche parte lontano
da loro stava sfrecciando per i corridori cantando una
canzone composta da lui per la vittoria:
wee,conciati per le feste, sììììì Potty è l’uno.
Voldy è ito, muffito, or ci divertiamo.
“Beh, rende davvero l'idea della portata della tragedia
di quanto è successo no?” disse Ron, mentre teneva una
porta aperta per far passare Harry ed Hermione.
Sarebbe arrivato anche il momento per gioire, pensava
Harry, ma adesso era totalmente esausto e il dolore per la
perdita di Fred, Lupin e Tonks lo tormentava come una
ferita aperta ad ogni passo che faceva. Più di ogni altra