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Harry Potter e i Cimeli della Morte
morto e, spero, capirà. Stavo cercando di creare un mondo
nel quale avrebbe potuto avere una vita più felice.”
Una brezza gelida che sembrava provenire dal cuore
della foresta sollevò i capelli sulla fronte di Harry. Sapeva
che loro non gli avrebbero mai detto di andare, che doveva
essere una sua scelta.
“Resterete con me?”
“Fino alla fine,” rispose James.
“Loro non potranno vedervi?” chiese Harry.
“Siamo parte di te,” disse Sirius. “Invisibili a
chiunque altro.”
Harry guardò sua madre.
“Stammi vicino,” la pregò dolcemente.
Si avviò. Il gelo dei Dissennatori non lo travolse, lo
attraversò con i suoi compagni e questi agirono come
Patronus per lui. Insieme camminarono tra i vecchi alberi
che erano cresciuti l’uno accanto all’altro, i loro rami
intrecciati, le radici nodose aggrovigliate sotto i suoi piedi.
Si strinse il Mantello intorno al corpo, nel buio,
addentrandosi sempre più nella foresta, senza sapere con
esattezza dove fosse Voldemort, ma certo che alla fine lo
avrebbe trovato. Dietro di lui, quasi senza il minimo
rumore, camminavano James, Sirius, Lupin e Lily, e la
loro presenza era il suo stesso coraggio, la ragione per la
quale riusciva a continuare a muovere un passo dopo
l’altro.
Sembrava che il suo corpo e la sua mente fossero ora
stranamente scollegati. Le sue membra agivano senza un
comando cosciente, quasi come se lui fosse un semplice
passeggero e non il conducente di quel corpo che stava per
lasciare. I morti che lo accompagnavano attraverso la