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miguel de unamuno frente al modernismo religioso - Gredos ...

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In grembo <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e, nei secoli, il Verbo, che è la Parola non scritta, la spiritu<strong>al</strong>ità<br />

immort<strong>al</strong>e, sollecita senza tregua l’opaca e rec<strong>al</strong>citrante lettera, la carne cioè che<br />

aspira a risorgere. Si può dire di più: è il conflitto di ogni essere umano, preso<br />

tragicamente fra le morse di un contrasto implacabile fra la fe<strong>de</strong> nella resurrezione<br />

<strong>de</strong>lla carne – la paternità fisica – e la fe<strong>de</strong> nell’immort<strong>al</strong>ità <strong>de</strong>ll’anima – la<br />

paternità spiritu<strong>al</strong>e. – Il cristianesimo appare così come un v<strong>al</strong>ore <strong>de</strong>llo spirito<br />

univers<strong>al</strong>e, perché sprofonda le sue radici nell’intimità più segreta <strong>de</strong>ll’individuo<br />

umano.<br />

Unamuno non si arresta <strong>al</strong>la enunciazione astratta <strong>de</strong>lla sua an<strong>al</strong>isi paradoss<strong>al</strong>e<br />

<strong>de</strong>i coefficienti drammatici <strong>de</strong>lla spiritu<strong>al</strong>ità cristiana. Ne vuole segn<strong>al</strong>are il<br />

funzionamento nel tempo. E <strong>al</strong>lora si fa inconseguente a sé stesso. Dimentica in<br />

primo luogo la connotazione etimologica <strong>de</strong>l vocabolo agonia, da cui aveva preso<br />

le mosse: e di questo possiamo fargli grazia. Trasforma poi l’agonia <strong>de</strong>l<br />

cristianesimo, che è lotta, in un’agonia, che è re<strong>al</strong>mente inaridimento e par<strong>al</strong>isi,<br />

senza però far intervenire <strong>al</strong>cun principio v<strong>al</strong>ido di <strong>de</strong>formazione organica e di<br />

interazione patologica: e questa contraddizione è imperdonabile.<br />

Egli ve<strong>de</strong> così la contaminazione fat<strong>al</strong>e che la Riforma ha introdotto nel<br />

processo di sviluppo <strong>de</strong>lla cristianità europea: «la Chiesa e la Riforma<br />

cominciarono a lottare l’una contro l’<strong>al</strong>tra e ciascuna con se stessa: la Chiesa<br />

romana a protestantizzarsi, la Riforma a romanizzarsi». Egli coglie argutamente in<br />

f<strong>al</strong>lo il presagio di Napoleone, quando annunciò che ad un secolo di distanza<br />

l’Europa sarebbe stata cosacca o repubblicana, mostrando come sfuggirono a lui<br />

due <strong>al</strong>tre <strong>al</strong>ternative, quelle offerte dai cosacchi repubblicani e dai repubblicani<br />

cosacchi: l’<strong>al</strong>ternativa di «quella enorme confusione e di quel caos, che il povero<br />

Spengler si sforza di spiegare mercè la musica architettonica <strong>de</strong>lla sua caduta<br />

<strong>de</strong>ll’Occi<strong>de</strong>nte». Egli ve<strong>de</strong>, lucidamente, tutto quello che di nefasto di arido di<br />

avvelenato il gesuitismo ha introdotto nella società cristiana: «quando i gesuiti si<br />

dànno agli studi storici – quel che essi chiamano storia e che in re<strong>al</strong>tà non<br />

trascen<strong>de</strong> l’archeologia – essi si divertono a numerare i peli <strong>de</strong>lla coda <strong>de</strong>lla<br />

Sfinge, per risparmiarsi di fissarla negli occhi. Se vi si dirà di un gesuita che ha<br />

molto studiato, non ci cre<strong>de</strong>te. Sarebbe come se vi si dicesse ch’egli ha molto<br />

viaggiato, perché fa quindici chilometri <strong>al</strong> giorno girando attorno <strong>al</strong> minuscolo<br />

giardino <strong>de</strong>lla sua resi<strong>de</strong>nza. Costoro cercano, sì, di arrestare e di evitare l’agonia<br />

<strong>de</strong>l cristianesimo, ma ad un modo: ucci<strong>de</strong>ndolo. Che cessi di soffrire! E a buon<br />

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