miguel de unamuno frente al modernismo religioso - Gredos ...

In questo nostro mondo in cui la gente si muove infagottata d’idee e di sistemi
Unamuno è un uomo che cerca le anime. Vorrebbe rompere questo velo di carne
che nasconde le anime vorrebbe che le anime s’incontrassero nude. Sente, come
tutti gli uomini di intensa vita interiore, il tormento dell’espressione, parola o
segno, che tradisce e contorce ciò che il cuore vuol dire. «Oh! se si potesse – dice
– trasmettere senz’altre parole che quelle vaghissime e sfumate su cui dentro di
noi si appoggia il pensiero puro!»
Ed ha ancora alcunché di singolare nello scrivere, poiché si appassiona come se
parlasse ad un uomo; comincia regolarmente un saggio e ad un tratto si pone a
dialogare o si rivolge a qualcuno come se scrivesse una lettera. Pare, leggendolo,
d’essere a volte in un silenzio grande, e che la sua voce strana mormori accanto le
secrete cose dell’anima: ma la voce s’allarga ad un tratto e dice il paradosso
inaspettato o dipinge l’immagine viva.
E ci racconta di una eterna lotta tra la vita e la forma, ci dice di una vita che è
in noi e che non avrà fine mai, di una verità vissuta e di una volontà che crea.
«Ogni credenza che ci conduca ad opere di vita è credenza di verità, ed è credenza
di menzogna quella che ci conduce ad opere di morte. Il criterio della verità è la
vita, e non la concordanza logica che lo è solo della ragione». «V’è una filosofia
spagnuola, Don Chisciotte mio? Sì, ed è la tua, la filosofia di Dulcinea, quella di
non morire, quella di credere, quella di creare la verità. E questa filosofia né si
insegna da cattedre né si espone con logica induttiva o deduttiva, né vien fuori da
sillogismi o da laboratori, ma sorge dal cuore» (Vida de D. Quijote). E ci dice che
vi sono in ciascuno di noi almeno due uomini, interiore l’uno e l’altro esteriore. E
questo è quello che opera con idee superficiali, con concetti logici, che sono i
trasmissibili «ma il primo è quello nel quale si compiono le misteriose funzioni
della vita spirituale, ed in esso non è facile distinguere le viscere dell’uomo da
quelle del suo pensare, poiché di queste esse è formato. Il contenuto del concetto
di Dio si fonde qui con il mio stesso contenuto, e trattando di queste profondità
non si può parlare di idee e di spirito come di cose distinte» («Sobre la
consecuencia», «España Moderna» settembre 1906).
La teologia è cosa morta, e fra queste due parole theos e logica vi è intima
contraddizione («Intelectualidad y Espiritualidad», «España Moderna» 1904).
«Quanto più mi sento cristiano, tanto più, dice, mi allontano dal cattolicesimo,
poiché il cattolicesimo ha sostituito all’esperienza di Dio la espressione di essa, ed
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