miguel de unamuno frente al modernismo religioso - Gredos ...

testo di Unamuno. Jeanne Dessalle, che Luppoli identifica con Ángela Carballino,
è scettica e si avvicina alla religione solo per il vecchio amore che provava per il
protagonista; la narratrice di San Manuel è, invece, coinvolta dal principio nel
mondo religioso del suo confessore. Il messaggio di Unamuno è, sostanzialmente,
un ammonimento nei confronti della fede passiva del popolo, la fede morta, da
“carbonero”; quello di Fogazzaro è una missione di apostolato del modernismo
religioso e di propaganda delle tematiche del movimento: il recupero del
messaggio evangelico del cristianesimo delle origini, la connessione fra scienza e
fede, il rapporto fra il razionalismo della teologia e il sentimentalismo
dell'immanenza vitale, l'implicazione della Chiesa in politica, la filosofia
dell'azione, la riforma del cattolicesimo nel seno dell'istituzione ecclesiastica, la
critica biblica, la problematica dell'etica e della scatologia, etc.
Tutti concetti, questi, che non mettevano d'accordo Unamuno e modernisti
religiosi, come evidenzia una recensione de La agonía del cristianismo di Ernesto
Buonaiuti pubblicata nel giornale Il Mondo il 4 novembre 1925. L'analisi storica
di Unamuno è, secondo il più popolare sacerdote modernista italiano,
“paradossale” e lo conduce inevitabilmente a una conclusione “inconseguente”, in
quanto trasforma l'agonia del cristianesimo intesa come lotta perenne in paralisi.
Buonaiuti non poteva di certo condividere, in quanto fu uno modernisti più
implicato in politica e uno dei maggiori sostenitori del cristianesimo sociale, la
drastica separazione che il Rettore di Salamanca applicava a Chiesa e Stato,
religione e politica. Nemmeno poteva sottoscrivere la riflessione unamuniana
sull'eternità dell'anima e ne smascherò la contraddizione: se il problema della
salvezza è affrontato dai gesuiti come fosse un affare economico, dice Unamuno
al principio dell'opera, lo stesso può dirsi per il pensatore spagnolo che,
diversamente dal sacerdote italiano e dagli altri modernisti, trattò la questione
dell'etica non come giustificazione del peccato, ma come un precetto normativo
con cui garantirsi l'immortalità, ovvero, un affrancamento dalla morte eterna, che
tanto lo ossessionò, in senso scatologico.
Per tutte queste ragioni merita il nostro plauso una prima e breve affermazione
di Émile Poulat che, con cristallina chiaroveggenza, centrò il punto della
questione. Lo storico e sociologo, nell'introduzione alla versione francese de
L'agonie du Christianisme tradotta da Jean Cassou nel 1925, disse che il Rettore
di Salamanca si stava guadagnando una solida e duratura reputazione di
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