miguel de unamuno frente al modernismo religioso - Gredos ...

in Miquel d'Esplugues e Rupert M a . de Manresa. Ma se si eccettuano questi nomi,
che in fondo altro non furono che voci isolate e di ben poca consistenza rispetto a
quello che accadeva altrove, può dirsi in tutta onestà intellettuale e oggettività di
giudizio che ciò che arrivò in Spagna non fu il modernismo religioso in quanto
tale, ma il mero eco della condanna del 1907. D'altro canto basta chiedersi, quali
erano gli organi di stampa spagnoli di propaganda modernista? Quali furono i
pensatori che dichiararono apertamente la propria aderenza al movimento? Dove
erano e quali furono i cenacoli in cui si diede vita a quei dibattiti che proverebbero
l'interesse per le problematiche del fermento innovatore? Quali sono le
pubblicazioni e quali erano i centri di studio che dimostrerebbero una connessione
reale con le idee del resto d'Europa?
E se queste domande non trovano risposte negli ambienti ecclesiastici spagnoli,
men che meno le troveranno in quelli laico-intellettuali. Che Pío Baroja fosse a
conoscenza della portata della polemica modernista nel 1936, anno in cui pubblicò
El cura de Monleón, romanzo di cui la storia del pensiero avrebbe potuto
tranquillamente fare a meno, non prova né la sua relazione, né la sua
partecipazione al movimento. Che il protagonista, Javier Olarán, parli un
linguaggio vagamente somigliante a quello modernista, non dimostra che il suo
creatore ne condivida il tono e il concetto. Anche il sommario approccio di
Maeztu alle problematiche moderniste, in una serie di articoli del 1907 pubblicati
nel periodico barcellonese El Diluvio, non riusciranno a tradursi in un accordo
ideologico. A impedirglielo fu il suo anticlericalismo, quel mero anticlericalismo
che lo indusse a intraprendere una battaglia contro la Chiesa aprioristicamente
decostruttiva. I riferimenti religiosi che emergono dalla opera poetica di Darío,
non possono in alcun modo essere messi in relazione con il metodo, la causa e il
fine di una corrente filosofica, religiosa e speculativa. Il fatto, poi, che il poeta
nicaraguense prenda la Bibbia come fonte d'ispirazione, altro non dimostra se non
la diffusione di tale vezzo nella produzione poetica e prosaica a partire dal primo
romanticismo spagnolo. Basti ricordare le numerose allusioni alle Sacre Scritture
del Duque de Rivas, Francisco Martínez de la Rosa, Luis de Eguilaz, Emilia Pardo
Bazán, Valle-Inclán, León Felipe, José Echegaray, Eduardo Marquina, Blas de
Otero, Pillar Millán Astray, José Luis Hidalgo, Gabriel Celaya e molti, molti altri
ancora. Stesso dicasi per Antonio Machado, i suoi riferimenti all'Antico e al
Nuovo Testamento sono topici e circostanziali. Alcuni versi che poi dedica
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