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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

1.4. Conclusioni. “Tristi quei popoli che non hanno bisogno di eroi”<br />

Riprendendo la moderna concezione di “patrimonio”, secondo la già citata<br />

definizione di Pierre Nora, si può sostenere che il patrimonio è simbolo della<br />

collettività, segno dell’identità e memoria comune, risorsa per interpretare il<br />

presente, emblema del potere di plasmare il futuro.<br />

Il patrimonio dà senso e identità ad una comunità e nello stesso modo è la<br />

comunità stessa a dare ordine e valore al patrimonio, all’eredità del passato, alle<br />

sequenze di eventi storici, riconoscendo e istituendo i propri eroi.<br />

Riconoscendo la varietà e diversità di culture e tradizioni delle comunità passate<br />

e presenti sulla terra, è evidente come non esistano criteri assoluti e generali per<br />

definire in modo univoco la figura dell’eroe e del genio. Ogni comunità riconosce<br />

i propri uomini celebri, trovando incarnati in loro valori e idee da preservare e<br />

tramandare. Uomini politici, papi e santi, artisti e letterati, musicisti e scienziati,<br />

medici e benefattori; personalità diverse vengono unite da una carattere comune,<br />

quello di essere riconoscibili e univocamente identificati da una comunità<br />

politica o religiosa per meriti o demeriti. L’attribuzione di valore ad un uomo,<br />

spesso riconosciuto per le sue qualità geniali, è un momento chiave nell’identità<br />

e nella memoria di una comunità. Al di là del sistema di relazioni, le ragioni<br />

della sua valorizzazione vanno ritrovate nella sua capacità di essere depositario<br />

di un patrimonio di valori condivisi ed espressione della cultura di una civiltà.<br />

In quest’ottica il fascino del genio torna a essere una prerogativa importante<br />

per una comunità, che torna a cercare i luoghi dell’“eroe”, per portare omaggio<br />

dovuto a colui che riconosciamo essere modello di vita, di coraggio, di creatività<br />

artistica. La casa del personaggio celebre è, dunque, inevitabilmente radicata<br />

in un determinato territorio, ne costituisce la storia, ne interpreta la qualità, ne<br />

fornisce un carattere e una coesione. “Tristi quei popoli che non hanno bisogno<br />

di eroi”, affermava con pessimismo Galileo attraverso le parole di Bertolt Brecht.<br />

Per estensione una simile attribuzione di valore si applica anche all’architettura<br />

e a quegli edifici pubblici che si sono elevati a simbolo e monumento.<br />

145<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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