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Capitolo 5. L’intorno della casa diventa museo. Il progetto paesaggistico.<br />

Il giardino della Fondazione Beyeler a Riehen (Basilea, Svizzera)<br />

Nel 1991 Renzo Piano viene contattato dai coniugi Hildy ed Ernest Beyeler, che<br />

gli commissionano un progetto per un museo poco fuori dal centro di Basilea,<br />

a Riehen, a confine tra la Baselstrasse e il parco della villa Berower. Lo spazio<br />

doveva apparire sobrio, semplice, privo di solennità, l’atmosfera familiare,<br />

evocando le sale della vicina dimora settecentesca. Renzo Piano progetta il<br />

museo come un ambiente privato, domestico, intimo, in cui la padrona di casa<br />

è l’arte. La luce, il paesaggio, il percorso sono gli elementi su cui l’architetto<br />

modella il nuovo volume, che, evocando la qualità delle opere che contiene e del<br />

paesaggio in cui è inserito, si pone come “un ponte” tra l’arte e il luogo. L’edificio<br />

si allunga e si integra armoniosamente col paesaggio, creando una continuità<br />

visiva tra interno ed esterno. L’architettura in vetro, acciaio e pietra, si pone<br />

mimeticamente nel contesto, dilatandosi verso l’ampio parco e nascondendosi<br />

con un alto muro dalla vicina arteria di traffico. Solo dopo l’ingresso nell’area,<br />

infatti, è possibile vedere il museo basso e lungo, a forma di padiglione. Si ha così<br />

l’impressione che l’edificio sorga dal sottosuolo come un elemento geologico, a<br />

cui si appoggia la copertura trasparente. Gradualmente i muri di cinta diventano<br />

parete esterna, che si protende verso il paesaggio, prima sorreggendo il portico<br />

come pilastri, poi degradando in bassi muri che tagliano il verde e custodiscono<br />

uno specchio d’acqua. L’edificio persegue un obiettivo preciso: svolgere il più<br />

silenziosamente possibile il proprio ruolo, vengono a mancare dettagli tecnici<br />

o formali che possono distrarre, l’intera composizione non è che un armonioso<br />

incontrarsi di bianche pareti e caldi pavimenti di legno. La pianta è un reticolo<br />

ben proporzionato di grandi ambienti, che vengono ampliati e ritmati con pilastri<br />

ottenendo effetti differenti, creando un percorso casuale, una passeggiata tra<br />

opere d’arte. L’essenzialità del suo rigore geometrico è la giusta cornice per le<br />

opere moderne, muri lunghi, una cornice che si staglia rossa nel verde del parco,<br />

austeri pilastri con grazia orientale si specchiano sull’acqua. Da sud verso nord<br />

l’edificio si allunga tra le dolci colline della campagna di Basilea, e dai tre fronti<br />

vetrati lo sguardo si prende una pausa dagli angosciosi pensieri degli artisti.<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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