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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

La disposizione delle opere non ritrae un momento storico particolare, ma il loro<br />

continuo spostamento attuato dall’artista con rapporti prospettici diversi desunti<br />

dal vasto repertorio fotografico su cui si basa gran parte dello studio preliminare<br />

alla mostra.<br />

Un’ala ellittica avvolge le sculture e sostiene le pitture murali, metafora del<br />

rapporto elastico tra tempo e spazio rappresentato da Giacometti nella rivista<br />

“Labyrinthe” del 1946 come un “disco orizzontale e circolare, dove tutti gli istanti<br />

del passato e del presente sono equidistanti”.<br />

La percezione tangibile dell’atelier è evocata solo dal vuoto di un volume che<br />

riproduce le anguste dimensioni dell’atelier di via Hippolyte-Maidron a Parigi, oggi<br />

scomparso, che accoglie al suo interno la rassegna fotografica del distaccamento<br />

dei pannelli murali dal luogo d’origine, al fine di rivelare al pubblico le relazioni<br />

insite tra le pitture e le sculture esposte nella sala ellittica.<br />

Il percorso nello spazio è libro, tratteggiato solo dalla modulazione della luce,<br />

vivida nell’area dell’atelier, smorzata nelle altre sale, secondo un gioco di<br />

chiaro-scuro emanato dalle diverse tonalità di intonaco. Lo spazio dell’atelier<br />

rappresentato come una sorta di “scarola cranica dove la percezione della realtà<br />

è mescolata a ricordi e a visioni magiche, incarna il valore sperimentale di questa<br />

proposta museografica.<br />

538<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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