27.05.2013 Views

View/Open - DSpace@Unipr

View/Open - DSpace@Unipr

View/Open - DSpace@Unipr

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Capitolo 5. L’intorno della casa diventa museo. Il progetto paesaggistico.<br />

Il giardino di Quinto Martini a Seano (Prato).<br />

Il giardino-museo di Quinto Martini è situato a Seano, piccolo abitato nelle<br />

splendide colline carmignanesi, a pochi chilometri da Prato. Questo grande<br />

museo a cielo aperto è inaugurato nel 1988 alla presenza dell’artista ed espone<br />

trentasei delle sue più importanti sculture, allestite in un percorso museale<br />

che si estende su una superficie verde di trentaduemila metri quadri. L’idea<br />

d’istituire un parco-museo si sviluppa nell’ambito di un più ampio progetto di<br />

valorizzazione degli spazi pubblici e ricreativi dell’abitato di Seano: il celebre<br />

scultore, contattato dall’amministrazione per realizzare un’opera d’arte da<br />

inserire nella piazza del paese, si fa promotore di un progetto ben più ambizioso<br />

ed innovativo. Egli, infatti, dona al comune diverse sculture a condizione che<br />

vengano inserite in uno spazio pubblico unico, delimitato, fortemente legato<br />

al paesaggio esistente e, allo stesso tempo, completamente aperto, in modo<br />

da poter essere sempre fruibile alla collettività.<br />

In base ai requisiti indicati dall’artista viene individuato il sito in cui allestire<br />

il nuovo parco-museo nella zona pianeggiante dell’abitato, in un’area che<br />

ormai ha perso la propria connotazione agraria, essendo stata urbanizzata<br />

in parte per uso abitativo, in parte per piccoli insediamenti produttivi.<br />

Il lotto è delimitato dal torrente Furba, che in questo tratto scorre ancora<br />

incontaminato, e la posizione strategica rispetto all’insediamento valorizza la<br />

destinazione individuata. Il progetto è affidato a Ettore Chelazzi, che organizza<br />

lo spazio espositivo come una grande piazza in cui si fondono arte, natura e<br />

spazi per l’aggregazione e la vita sociale della città. L’allestimento è molto<br />

semplice: le trentasei sculture, fuse da opere realizzate dall’artista fra il 1931<br />

e il 1988, sono esposte su piedistalli in mattoni di cotto lasciati a vista, ubicati<br />

a lato degli ampi parterre che costituiscono le zone verdi o in gruppi, in cui<br />

i diversi soggetti sembrano convivere, inseriti nella piazza vera e propria.<br />

Nell’allestimento non sono stati previsti altri elementi di arredo urbano, in<br />

modo da garantire la massima adattabilità e fruibilità dell’area disponibile.<br />

Lo spazio espositivo assume in questo caso anche la funzione di luogo di<br />

554<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!